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Luca 23,43

Ultimo Aggiornamento: 29/01/2019 14:23
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08/01/2009 15:41
 
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Caro Chamaleon,


Ora si dice che sono (intendendo implicitamente: sono tutte) dell'Ottocento: cosa falsa, ma...anche se fosse vera bisognerebbe dimostrare perchè non sono valide



Infatti, anche se fossero tutte ottocentesche, ma non mi pare che sia così, mi chiedo quali importanti scoperte sarebbero sopravvenute nel frattempo per farci cambiare idea sull'opportunità di mettere una pausa dopo la parola "oggi".

Usare questo passo per sostenere che la TNM "tradisce" il testo (non so è ben capito quale ed in che senso lo tradirebbe) mi pare la cosa più assurda che si possa dire, visto che la pausa non c'era nel testo originale e dunque dobbiamo affidarci a versioni o letture antiche, alla costruzione della frase ed al contesto immediato, invocare l'incarnazione del Verbo come fa Teodoro per decidere come tradurre uno scritto di Luca mi pare davvero poco filologico!

Ora, se le prime due non sono definitive a me pare che il contesto lucano sia più coerente con la versione della TNM che con quella della CEI, a meno di non fare come fa Teodoro, ovvero affidarsi a spiegazioni teologiche generali, ma sono proprio queste che hanno generato la lettura tradizionale, successiva alla redazione del testo, e dunque ha poco senso farvi ricorso per sostenre un "tradimento" del "testo" da parte della TNM, semmai avrebbe tradito la teologia prevalente del V-VI secolo, ma non certo il "testo".

Anche se non siamo eruditi in materia mi sembra che Ortodox e Teodoro abbiamo detto ben poco di davvero filologico, mostrando una superficialità nel trattare l'argomento che può essere dettata solo dal pregiudizio, spero che almeno adesso ammettano che il testo di per sé è ambiguo e il problema della "pausa" è più teologico che filologico, dunque è scorretto sostenere che si "tradisca" il testo.

Shalom
[Modificato da barnabino 08/01/2009 15:48]
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08/01/2009 15:52
 
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Re: Re:
EverLastingLife, 08/01/2009 14.59:



Non ti lasciar suggestionare. La strana coppia Studita / Polymetis (uno è ortodosso, l'altro cattolico) presume erudizione in filologia & materie affini, e contestualmente afferma l'incapacità di questa sede, con tanto di "non vale la pena stare a discutere con degli ignoranti come voi", "è una perdita di tempo, noi siamo gente seria" etc. etc., però, chissà come mai, sono sempre qui a leggere e replicare. Salvo collezionare terrificanti figuracce grazie a persone, come Felix e Barnabino, che secondo loro non avrebbero le carte in regola per disquisire di lingue bibliche. All'ennesima trambata spariscono costernati dalla circolazione, ma poi, vinti dalla voglia matta di rifarsi, si riaffacciano da queste parti... e tutto si ripete da capo.

ELL







La filosofia ortodossa è quasi come quella cattolica , mi dispiace dirlo ma siete proprio in minoranza.
08/01/2009 15:58
 
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Non stiamo parlando di filosofia, né di teologia o di minoranze o maggioranze (altrimenti abbiamo i sospetto che se non ci sono motivi testuali forti la "maggioranza" filosofica decida di rendre in base ad una comprensione teologica e non filologica!). Piuttosto di come e se la TNM ha "tradito" il testo di Luca 23:43 mettendo la virgola dove il testo, a quanto pare, consente di farlo. Hai quacosa da dire al riguardo? D'altronde la modernissima TOB, che è interconfessionale, viene assolutamente incontro alla versione della TNM, mettendo giorno tra due virgole.

Come puoi ben capire spostare l'attenzione sulla teologia o filosofia, cosa che noto sia Ortodx che Teodoro cercano di fare, non ha nulla a che fare con il tema in questione. Ti chiedo: il contesto immediato di Luca (cioè il Vangelo e gli Atti) cosa suggeriscono circa la corretta traduzione? Vorrei una tua risposta motivata vista la sicurezza con cui prendi posizione.

Shalom

[Modificato da barnabino 08/01/2009 16:05]
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08/01/2009 16:13
 
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Re: Re:
EverLastingLife, 1/8/2009 2:59 PM:



Non ti lasciar suggestionare. La strana coppia Studita / Polymetis (uno è ortodosso, l'altro cattolico) presume erudizione in filologia & materie affini, e contestualmente afferma l'incapacità di questa sede, con tanto di "non vale la pena stare a discutere con degli ignoranti come voi", "è una perdita di tempo, noi siamo gente seria" etc. etc., però, chissà come mai, sono sempre qui a leggere e replicare. Salvo collezionare terrificanti figuracce grazie a persone, come Felix e Barnabino, che secondo loro non avrebbero le carte in regola per disquisire di lingue bibliche. All'ennesima trambata spariscono costernati dalla circolazione, ma poi, vinti dalla voglia matta di rifarsi, si riaffacciano da queste parti... e tutto si ripete da capo.

ELL






Non e' che sono ignoranti, Capiscono molto bene. E' che hanno investito tutta la loro vita nella "filologia" e gli da' vivere, devono mantenere le loro tesi. La scusa al suo favore, e' la maggioranza delle bibbie, O la "filologia" e come il tabacco??? [SM=g8161]



08/01/2009 16:21
 
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Salve a tutti,
provo a dare il mio contributo.

Se stiamo ai fatti, le cose certe sono:

1) I manoscritti non hanno punteggiatura, perciò essa deve essere resa secondo il contesto

2) Bisogna considerare se quel "semeron" ha un significato esegetico rilevante nella traduzione tradizionale, oppure secondo la TNM.

Io propendo per la traduzione tradizionale per due motivi sostanziali:

1) L'espressione "Amên soi legô", introduce sempre un'espressione solenne da parte del Signore Gesù e subito dopo Gesù esprime il contenuto del messaggio. Perciò stando alla traduzione della TNM, Lu 23:43 rappresenterebbe l'unica eccezione.

2) L'avverbio "semeron" messo insieme alla formula introduttiva, a mio avviso non ha senso, in quanto è chiaro che la risposta del Signore Gesù poteva avvenire solo in quel momento. Invece vi è un senso esegetico se "semeron" è visto secondo la traduzione tradizionale, in quanto ben connessa alla richiesta del ladrone.

08/01/2009 16:32
 
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Visto che è stato richiesto a Ortodox di citare la nota TNM, perché non completare anche con la nota della TOB.
Non so se questo può servire all’economia della discussione.
Aggiungo, nulla capisco di filologia e su questo piano mi metto rispettosamente in disparte, però mi pare che nella nota della TNM le motivazioni filologiche siano conseguenti ad una scelta che precede, quella di “alla luce del contesto”….

Nota TNM Luca 23,43

43 Ed egli disse a lui: “Veramente ti dico oggi: Tu sarai con me in Paradiso”.

“Oggi”: benché WH metta una virgola nel testo gr. prima della parola “oggi”, le virgole non erano usate nei mss. gr. onciali. Alla luce del contesto, noi omettiamo la virgola prima di “oggi”. Syc (V sec. E.V.) rende così il brano: “Amen, io ti dico oggi che con me tu sarai nel Giardino di Eden”. — F. C. Burkitt, The Curetonian Version of the Four Gospels, vol. I, Cambridge, 1904.

NOTA TOB A LUCA 23,43
Jesus lui repondit:-En verité, je te le dis, aujourdh’ui, tu seras avec mois dans le paradis(g)

(g)le paradis est, pour certains Juifs du temp, le lieu ou le justes defunts attendent la resurrection

Bene dopo questa avventata sortita ritorno al ruolo di lettore.
08/01/2009 16:36
 
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Re: Re: Re:
Jon Konneri, 08/01/2009 15.52:




Mi dispiace dirlo ma siete proprio in minoranza.



E quand'anche? Cosa ne deduci?



Cesare Beccaria: "La tortura è inutile e brutale"

Magistrati del XVIII secolo: "La tortura è equa e necessaria all'esercizio della giustizia. Ci dispiace dirlo ma sei proprio in minoranza ".


Copernico: "La terra gira intorno al Sole"

Scienziati del XVI secolo: "No, è il contrario. Ci dispiace dirlo ma sei proprio in minoranza ".


Membro qualunque del popolo germanico, anni '30: "Tutti gli uomini sono uguali".

Ideologia Nazionalsocialista: "La razza ariana è superiore. Gli ebrei sono esseri inferiori. Ci dispiace dirlo ma sei proprio in minoranza ".


ELL
[Modificato da EverLastingLife 08/01/2009 16:41]
08/01/2009 17:11
 
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Al di là della consunta retorica di barnabino, l'oggettività della discussione si riduce a pochi elementi.

1) Quello che ha portato andreiu, che è ciò che ho scritto anche nel mio libro, cioè che la costruzione è usata altrove e anche la TNM in quel contesto (il canto del gallo) traduce correttamente.

2) Il senso della frase. Due possibilità, una che ha senso e un'altra che non vuol dire nulla.

3) Non consta che alcuno dei padri della chiesa intese il passo come vorrebbe la TNM. Qui sotto mano ho solo Origene (che peraltro era un filologo) e riferisce chiaramente "oggi" alla temporalità del paradiso, non certo a quando stava parlando Gesù (comm. a Gv, X)

4) Nessun progetto di traduzione di una certa importanza traduce come la TNM. Le versioni simili alla TNM sono pochissime, perlopiù ignote o ottocentesche.

In calce la mia obiezione teologica è solo in risposta ad una vostra obiezione teologica. Si può benissimo non tener conto di entrambe se preferite, ciò non cambia di uno yod il quadro dell'oggettività.

Ciò che emerge è che la TNM opera in totale solitudine contro il consenso generale dell'accademia mossa unicamente dalla difesa della propria teologia. La nota (che peraltro è ridicola, perché basata sul "contesto", cioè sul nulla non essendoci alcun argomento filologico a suo sostegno) non fa altro che giustificare la manomissione. Tanto pochi la leggeranno, pochissimi la capiranno, nessuno vedrà mai il testo "pulito" citato nella letteratura.
L'opera del falsario si completa con uno stuolo di ripetitori a pappagallo di questioni che non conoscono ma che sono costretti ad imparare a memoria per difendere gli interessi della SPA.

________________

Per chi non l'avesse letto allego quanto già scrissi sulla questione.

In questo brano non ci sono problemi di traduzione, bensì di punteggiatura, la quale, com’è noto, è assente nei codici più antichi ed è reintegrata dai traduttori. La scelta della TNM di separare l’”oggi” dalla fine della frase tramite i due punti è funzionale alla asserzione geovista che dopo la morte non c’è nulla, prima della eventuale resurrezione dei corpi. Sfogliando la letteratura della WTS, apprendiamo che “Gesù fu nell’Ades, che è la comune tomba del genere umano. E la Bibbia dice che non c’è “lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol [LXX, Ades]”. Egli fu dunque nell’inesistenza dell’Ades, come il malfattore ” E ancora: Quindi, allorché Gesù e il malfattore morirono, andarono nella tomba dove furono inconsci, assolutamente inconsapevoli. Pertanto, menzionando il paradiso Cristo non poteva riferirsi a qualche immaginario luogo di beatitudine nello Sceol o nell’Ades. Per di più, la Bibbia dice che con uno speciale miracolo di Dio, Gesù fu risuscitato dall’Ades il terzo giorno, ma non dice che fosse risuscitato il malfattore”.
Con queste premesse, è ovvia la scelta di porre i due punti dopo “oggi”. Naturalmente qualche dubbio sorge, cominciando dal fatto che pare strano che, nell’agonia della croce, Gesù tenga a precisare che la promessa di essere col ladrone in paradiso la stava facendo proprio in quel giorno, e non in altri (!). Qualsiasi lettore si chiederà che senso possa avere il pleonasmo “oggi”, in riferimento al “quando” veniva fatta la promessa. Era ovvio che la promessa era fatta “oggi” e non “ieri” o “domani”, non c’era alcun bisogno di precisarlo, ed è del tutto irrealistico pensare che Gesù si perdesse in giochi di parole proprio quando agonizzava sulla croce. D’altro canto esiste un passo parallelo che può essere illuminante, quello arcinoto del canto del gallo:

E Gesù: Pietro, io ti dico che oggi il gallo non canterà, prima che tu abbia negato tre volte di conoscermi.

In questi brani, del tutto equivalenti in quanto a costruzione, con quello in esame, la TNM rende “in verità ti dico che oggi….” E non “in verità ti dico oggi: “, come è logico che sia. L’argomento secondo il quale a determinare la scelta della punteggiatura sia l’assenza del pronome relativo (hoti = che) , è in contraddizione con la traduzione della TNM di Lc:22,34 dove il relativo non c’è eppure la TNM lo traduce con la punteggiatura degli altri due brani dove invece compare.
Il senso della frase è invece tutt’altro che oscuro. Alla domanda del ladrone a Gesù: “ricordati di me quando entrerai nel tuo regno” , Gesù risponde che non solo si ricorderà di lui in quel tempo, ma che proprio in quello stesso giorno i due sarebbero stati insieme. Scambiare un rafforzativo (oggi), con una precisazione sul “quando” veniva fatta la promessa non è certo una distrazione, ma è sempre funzionale al sostegno dell’apparato escatologico geovista.
Circa il senso teologico di quell’”essere insieme in paradiso”, lo stesso giorno della morte, occorre far riferimento alla sensibilità del ladrone per capire a quale paradiso Gesù alludesse. Più che al Paradiso terrestre, è verosimile che Gesù alludesse a quella parte del regno dei morti dove le anime dei giusti attendono la risurrezione, conformemente alla letteratura rabbinica contemporanea secondo la quale una parte dello Sceol è riservata ai morti che sono nel favore di Dio .
E’ significativo illustrare che la Parola di Dio in poche righe riesca a indicare tre capisaldi della teologia cristiana, tutti rigettati dal geovismo: la preghiera a Cristo (del ladrone), l’immortalità dell’anima, e l’esistenza di un paradiso che non sia quello terrestre.

______________

Cordialità,
[Modificato da Teodoro Studita 08/01/2009 17:12]
08/01/2009 17:41
 
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Caro Andreiu,


Io propendo per la traduzione tradizionale per due motivi sostanziali



Il problema sollevato da Ortodox non era per quale lettura propendere, infatti ci possono essere motivi più o meno validi per entrambe le versioni, ma che la TNM qui "tradisse" il testo, ovvero che spostasse la virgola dopo oggi "in barba a ogni regola di grammatica greca e di filologia biblica per far dire a Gesù una cosa completamente diversa".


L'espressione "Amên soi legô", introduce sempre un'espressione solenne da parte del Signore Gesù e subito dopo Gesù esprime il contenuto del messaggio



Luca in genere usa la formula "Amen lego soi hoti", e comunque abbiamo già notato che questo argomento non è definitivo, infatti lo scrittore ha la tendenza a mettere semeron in fondo piuttosto che all'inizio, dunque l'ordine delle parole, in sé, non è decisivo, tanto è vero che versioni antiche come la Vetis Siriaca o le letture contenute nei Padri della Chiesa o in certi scritti apocrifi testimoniano che semeron poteva essere intesa come parte della prima parte del discorso, e non di quella introdotta da "Amen soi lego".


L'avverbio "semeron" messo insieme alla formula introduttiva, a mio avviso non ha senso, in quanto è chiaro che la risposta del Signore Gesù poteva avvenire solo in quel momento



Anche in questo caso è stato fatto notare che l'uso di "semeron" potrebbe essere un semitismo usato per dare enfasi (uso documentato in Atti ed in diversi passi della LXX che ho già citati come At 20:26; 26:29; 2Co. 3:14,15, Dt 6:6; 7:11; 8:1; 10:13; 11:8,13,28 e altri ancora). Non sarebbe dunque una ridondanza per sottolineare il tempo in cui venne pronunciata la parola, ma solo il calco di una forma linguistica aramaica per dare enfasi. Sulla tesi di una certa enfasi data al momento della morte in contrasto con la speranza prossima è d'accordo anche il Kittel.


Invece vi è un senso esegetico se "semeron" è visto secondo la traduzione tradizionale, in quanto ben connessa alla richiesta del ladrone



Anche in questo caso la spiegazione non è definitiva, perché il ladrone chiede di ricordarlo quando Gesù sarebbe "andato nel suo regno" intendendo un evento futuro e non presente. Ora, la risposta potrebbe tanto seguire la richiesta del ladrone confermando quell'evento futuro come contraddirla, indicando un evento presente, ma in quel caso dovremmo trovare nel contesto lucano che quel giorno Gesù cominciasse a regnare o andasse in un luogo chiamato paradiso. Sinceramente il contesto immediato non sembra appoggiare questa ipotesi.

Detto questo le due letture possono tranquillamente coesistere, quello che trovo immorale e scorretto sono le affermazioni di Ortodox o di Teodoro sul "tradimento" del testo da perte della TNM. Allora non ci siamo più, non si tratta più di filologia ma di puro pregiudizio.

Shalom

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08/01/2009 17:42
 
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Si gli uomimi sono campioni per inventare "paradisi" come quello delle 72, settandue, vergini [SM=x1408403] [SM=x1408403] [SM=x1408403]
08/01/2009 18:02
 
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Il Verbo si è incarnato senza lasciare il seno del Padre. Solo la vostra teologia neanderthaliana assoggetta il tempo di Dio con quello umano.



Il Sudita probabilmente sta presso il Padre al punto che può legiferare anche scientificamente su questioni temporali.

A parte questa ulteriore..come dice qualcuno, spacconata, Se questo non significa negare il verbo venuto nella carne, cosa è?

Sarà venuto sulla terra un suo clone, mentre lui è rimasto in cielo, ma un clone anche come risultato del dono di ubiquità, non toglierebbe che in tal senso favolistico mitologico, il Cristo se rimasto nel seno del Padre, ciò vuol dire che non si è mai sacrificato su un palo di torture..per questo dicevo di menzogna.. Mi spiego.

Se in termini di Fisica abbiamo due quanti tali che quello che accade a uno accade simultaneamente istantaneamente all'altro perfino al di là della velocità della luce, come fossero la stessa cosa, ebbene se uno di questo lo sopprimo, mentre l'altro rimane, non si potrà mai dire che quello rimasto è morto. Quindi Non si potrà mai dire che sono realmente la stessa cosa, e che ciò che vive l’uno lo vive l’altro.

A parte questo quel Cristo sul palo, non quello che stava a guardare dal cielo per far funzionare la virgola, in quel momento dice al ladrone : sarai con me in paradiso .
Domanda: chi parla dove era in quel momento, in cielo o in terra?
In terra...quindi quel sarai..futuro riguardava anche Egli.
Come dicevo neanche a tirare in ballo l'ubiquità cambierebbe la menzogna di fare che lui in quel momento era in cielo.
per lo scopo di far funzionare la virgola.
Se voleva dire questo era un bugiardo quando diceva del segno di Giona…dimorando nel cuore della terra.

Diciamolo chiaramente: Troppo ambiguo e troppo comodo identificarsi nel Cristo doppione quando serve, per attribuirsi falsamente ciò che soggettivamente non si è mai fatto. Un Cristo del genere di tale morale e forma mentis, più che chiamarsi Gesù corrisponde meglio alla personalità del Sudita e compagnia pure di certi loro padri e relative favole.

Trovo deprimente leggere di questi ragionamenti anche quando fossi stato ateo.Del resto rispetto la chiesa cattolica lo sono.


Più che al Paradiso terrestre, è verosimile che Gesù alludesse a quella parte del regno dei morti dove le anime dei giusti attendono la risurrezione, conformemente alla letteratura rabbinica contemporanea secondo la quale una parte dello Sceol è riservata ai morti che sono nel favore di Dio .



Ancora peggio, il paradiso è divenuto Sceol.
Comunque quel: Tu sarai con me, non significa che il ladrone sarebbe stato con Cristo nello stesso momento, Gesù gli promise soltanto che sarebbe stato con lui nel suo Regno, nel futuro..quando avrebbe instaurato il regno come descritto in Rivelazione.
[Modificato da dispensa. 08/01/2009 18:15]
08/01/2009 18:09
 
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Re:
Teodoro Studita, 08/01/2009 17.11:


Il senso della frase è invece tutt’altro che oscuro. Alla domanda del ladrone a Gesù: “ricordati di me quando entrerai nel tuo regno” , Gesù risponde che non solo si ricorderà di lui in quel tempo, ma che proprio in quello stesso giorno i due sarebbero stati insieme. Scambiare un rafforzativo (oggi), con una precisazione sul “quando” veniva fatta la promessa non è certo una distrazione, ma è sempre funzionale al sostegno dell’apparato escatologico geovista.
Circa il senso teologico di quell’”essere insieme in paradiso”, lo stesso giorno della morte, occorre far riferimento alla sensibilità del ladrone per capire a quale paradiso Gesù alludesse. Più che al Paradiso terrestre, è verosimile che Gesù alludesse a quella parte del regno dei morti dove le anime dei giusti attendono la risurrezione, conformemente alla letteratura rabbinica contemporanea secondo la quale una parte dello Sceol è riservata ai morti che sono nel favore di Dio .
E’ significativo illustrare che la Parola di Dio in poche righe riesca a indicare tre capisaldi della teologia cristiana, tutti rigettati dal geovismo: la preghiera a Cristo (del ladrone), l’immortalità dell’anima, e l’esistenza di un paradiso che non sia quello terrestre.





il buon ladrone chiede:
“ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”
Gesù risponde:
"oggi sarai con me in paradiso"
Studita commenta:
Più che al Paradiso terrestre, è verosimile che Gesù alludesse a quella parte del regno dei morti dove le anime dei giusti attendono la risurrezione, conformemente alla letteratura rabbinica contemporanea secondo la quale una parte dello Sceol è riservata ai morti che sono nel favore di Dio .

quindi secondo te Gesù sarebbe il re dei morti e di un regno chiamato paradiso.

ma perchè allora il credo cattolico insegna che Gesù, alla sua morte, andò all'inferno?














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08/01/2009 18:21
 
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Re:
Teodoro Studita, 08/01/2009 17.11:



4) Nessun progetto di traduzione di una certa importanza traduce come la TNM. Le versioni simili alla TNM sono pochissime, perlopiù ignote o ottocentesche.



[SM=g8892] [SM=g8892] [SM=g8892] [SM=g8892] [SM=g8892]

NON HO PAROLE



08/01/2009 18:22
 
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In effetti rileggendo mi sono accorto che non ho risposto a questo:


Anche in questo caso è stato fatto notare che l'uso di "semeron" potrebbe essere un semitismo usato per dare enfasi



L'argomento potrebbe funzionare, se non fosse per il fatto che qui non è un semitismo né un septuagintismo. Si tratta di materiale L e non Q, che non risponde praticamente ad alcun criterio di storicità e che quindi non ha alcuna possibilità di essere stato né pronunciato in aramaico né pensato dal redattore in aramaico. È un theologumenon scritto in greco per greci, questo dice la critica delle forme e della redazione.

Ora se tu nella tua lettura da fondamentalista americano credi (e quindi teologia e non storia) che Gesù abbia detto queste parole in aramaico e che quindi possa trattarsi di un semitismo, puoi provare a convincere le casalinghe, resta che nessuno del mestiere che sia sano di mente a valle dei dati che abbiamo oggi sulla storicità dei vangeli si sognerebbe di dire una cosa del genere.

E con ciò credo di aver detto tutto. Per una virgola mi pare anche troppo.
Cordialità,

[Modificato da Teodoro Studita 08/01/2009 18:24]
08/01/2009 18:24
 
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Siamo nel 2000

TEO [SM=x1408440] [SM=x1408440] [SM=x1408440]
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Caro Teodoro,

Vedo che ci siamo già ridimensionati, la TNM non "tradisce" il testo, ma al massimo tradurrebbe in una maniera che a te non piace o non ha il consenso generale... ben diverso dal parlare di "tradimenti" non credi?


cioè che la costruzione è usata altrove e anche la TNM in quel contesto (il canto del gallo) traduce correttamente



Anche quel passo infatti secondo il Bullinger potrebbe essere ambiguo e semeron potrebbe benissimo essere reso in senso enfatico (come in Lc 2,11; At 20:26; 26:29; 2 Cor. 3:14,15) ma qui è chiaro dal contesto lucano successivo che, effettivamente, fu durante quel giorno stesso che Pietro tradì Gesù e così la punteggiatura è più libera.


Due possibilità, una che ha senso e un'altra che non vuol dire nulla



Anche qui mi pare che tu ignori il senso enfatico di semeron, che se segue l'uso ebraico/aramaico del termine (vedi l'uso che ne fa la LXX) con un verbo come "dire" puntualizza, enfatizza, la verità e certezza dell'affermazione.

Dunque dire che non significherenne nulla non ha senso, specialmente se esci dalla logica puramente temporale, come dici di voler fare, e ti avvicini al linguaggio biblico, d'altronde Gesù in quella circostanza, se il racconto è storico, parlava in aramaico. Non è un caso che la Vetus Siriaca intenda il passo proprio in quel modo.


Non consta che alcuno dei padri della chiesa intese il passo come vorrebbe la TNM



Tischendorf cita la testimonianza di alcuni scritti apocrifi piuttosto tardi, che però testimoniano un testo anteriore al V secolo. Inoltre ci sono le testimonianze di Macario di Magnesia (circa 400), Esichio di Gerusalemme (V secolo), Teofillatto (XII secolo) e ancora Scholia 237, 239, 254 citato da Tischendorf, che testimoniano delle controversie su dove porre la punteggiatura.


Qui sotto mano ho solo Origene



Quella di Origene (Comm. a Giovanni X) mi pare una affermazioni di tipo generale, non focalizzata su questo versetto e dovrebbe esere letta nel contesto. Voi citare pe rintero cosa dice e come è in relazione al passo di Luca?


Nessun progetto di traduzione di una certa importanza traduce come la TNM. Le versioni simili alla TNM sono pochissime, perlopiù ignote o ottocentesche



Ti ripeto: che cosa è cambiato dall'ottocento ad oggi, in merito a questo passo? Non è che i grecisti di fine ottocento, un Segond o un Bullinger fossero degli sprovveduti da non renderso conto della difficoltà di questa traduzione.

La TOB inoltre non è certo ottocentesca, e sicuramente è un progetto molto serio, così come Michaelis eppure non hanno problemi ad accettare le due letture, mantenendo l'ambiguità. Manterrebbero una lezione "assurda" o "impossibile"? Vedi tu cosa pensare.


Ciò che emerge è che la TNM opera in totale solitudine contro il consenso generale dell'accademia mossa unicamente dalla difesa della propria teologia



Se il consenso generale si basa esclusivamente su quanto hai citato (l'uso dell'espressione "amen soi lego") non mi pare così stringente al punto da impedire altre letture del passo.

Vorrei sapere quali autori escluderebbero tassativamente una punteggiatura diversa, ad esempio quella usata da Segond, Michaelis o dalla TOB.

Shalom

PS. Dove è finito il tuo amico? Va a finire che non si converte più alla chiesa ortodossa!

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08/01/2009 18:26
 
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Adesso aspetto la battuta di Chameleon. [SM=x1408403] [SM=x1408403] [SM=x1408403]

A stasera, adesso sto andando in sala a farmi fare il lavaggio del cervello [SM=x1408428]
08/01/2009 18:28
 
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Re: Re:
jwfelix, 08/01/2009 18.21:



[SM=g8892] [SM=g8892] [SM=g8892] [SM=g8892] [SM=g8892]

NON HO PAROLE






Felix ma hai idea almeno di cosa posti o metti a casaccio tutto ciò che vagamente ti sembra che vada bene con la TNM? Questa roba non è una traduzione, ma una parafrasi della bibbia fatta da un avventista.

Solo l'arte delle Scritture è quella che dovunque tutti si attribuiscono... la vecchia chiacchierona, il vecchio senescente, il sofista verboso, tutti presumono, lacerano, insegnano, prima di imparare" (Girolamo, Ep.53)

Mah.

EDITO: sei anche disonesto, perché invece di postare la copertina (dove c'è scritto chiaramente che NON è una traduzione ma una parafrasi) metti il frontespizio dove non c'è scritto. Questo vuol dire che partecipi scientemente della falsificazione pur di cercare qualcosa che dia ragione alla tua SPA. Gran bella figura, complimenti.


[Modificato da Teodoro Studita 08/01/2009 18:33]
08/01/2009 18:43
 
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Re: Re: Re:
Teodoro Studita, 08/01/2009 18.28:



Felix ma hai idea almeno di cosa posti o metti a casaccio tutto ciò che vagamente ti sembra che vada bene con la TNM? Questa roba non è una traduzione, ma una parafrasi della bibbia fatta da un avventista.

Solo l'arte delle Scritture è quella che dovunque tutti si attribuiscono... la vecchia chiacchierona, il vecchio senescente, il sofista verboso, tutti presumono, lacerano, insegnano, prima di imparare" (Girolamo, Ep.53)

Mah.

EDITO: sei anche disonesto, perché invece di postare la copertina (dove c'è scritto chiaramente che NON è una traduzione ma una parafrasi) metti il frontespizio dove non c'è scritto. Questo vuol dire che partecipi scientemente della falsificazione pur di cercare qualcosa che dia ragione alla tua SPA. Gran bella figura, complimenti.






Così hai aggirato il discorso dell'800
[SM=g8916]
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