Re: Re: Re: Re: Re:
In questo contesto, sia il nostro che il tuo sono dei punti di vista personali.
Mi permetto di dissentire ma non posso fare altro, liberi di pensarla diversamente.
Quello che pensava Giovanni non lo sappiamo, ma siamo sicuri che, conoscendo il suo carattere focoso, consigliando i destinatari della lettera, abbia voluto ricordare, come aveva fatto nella sua prima lettera, che "chi non si attiene all'insegnamento del Cristo non ha Dio e di conseguenza è un anticristo".
Lo Gnosticismo era all'opera prepotentemente al tempo di Giovanni, non so se hai studiato le eresie dei primi secoli e gli scritti apocrifi, tutti dimostrano l'influenza gnostica, leggendo attentamente le due lettere di Giovanni si evincono molti rimandi contro questa eresia, ma sarebbe molto lungo farne ora una attenta disamina.
Giovanni si rivolgeva non solo agli gnostici (cosa che non viene specificata nella lettera) ma a TUTTI COLORO CHE NON SI SAREBBEREO ATTENUTI ALL'INSEGNAMENO DI CRISTO.
Ma non c'era bisogno di specificarlo, non erano ancora chiamati così, quelli erano gli albori per questa eresia, comunque a mettere in dubbio che "Cristo sia venuto nella carne" erano solo loro...
Te lo ripeto se avesse voluto generalizzare a tutti gli eretici, perchè avrebbe citato solo loro?
Lo evinci tu che si rivolgeva agli gnostici perche questa corrente non riconosceva la venuta di Cristo. Ragionando così siamo indotti a credere che tutti quelli che non votano sono testimoni di Geova e lo stesso dicasi per tutti quelli che rifiutano una trasfusione di sangue. Mi pare uno strano modo di far dire alla Bibbia quello che la Bibbia non dice.
"venuta di Cristo nella carne" non solo la sua venuta, essi credevano in Cristo ma lo reputavano solo puro spirito, la carne e tutto ciò che è materia per loro era peccaminosa e allontanava da Dio, l'eone Cristo non poteva essere di carne e sangue, sarebbe stato un controsenso.
I tuoi esempi li trovo un pò fuorvianti perchè nel caso specifico il soggetto contro il quale Giovanni scrive è lampante, tutti i critici del NT concordano che egli stesse parlando contro lo gnosticismo.
L'altro aspetto, quello dei peccati morali io non lo escluderei assolutamente. Io non leggo da nessuna parte che il peccato morale sia diverso da quello dottrinale.
Siete voi a generalizzare un passo di Giovanni decontestualizzandolo e applicandolo a tutti i disassociati, Giovanni non parla di peccati morali, farceli entrare è una vostra responsabilità, come hai detto bene tu, Giovanni non ne parla.
Il peccato è un atto religiosamente illecito, una condotta riprovevole, in contrasto con i principi e le norme morali riconosciute nell'ambito della religione. Pertanto, il peccato morale è equiparato ad una forma di illegalità.
Mi pare di aver letto nella Bibbia che il peccato morale, richiedesse una qualche sorta di espiazione affinché l'equilibrio turbato fosse ristabilito non trascurando il fatto che potesse avere anche delle ripercussioni sociali.
Corinti lo abbiamo esaminato, Paolo era furioso contro quel "cristiano" che andava a letto con sua madre ed ha ampliato il discorso contro altri peccati morali, però non specificò per quanto tempo non si dovesse pranzare con una persona che
praticava il peccato volontariamente (perchè di questi si parla) nè disse come comportarsi una volta che questa persona non avesse più peccato ma che comunque non avesse voluto rientrare nella comunità.
Non dicendo nulla al riguardo mi fido di più delle parole del mio Signore il quale come abbiamo letto aveva un atteggiamento diverso nei riguardi dei peccatori, atteggiamento che andava contro corrente rispetto ai farisei i quali definendosi "i puri" non si "contaminavano" con questa gente giudicandola non degna e ostracizzandola...
Con la vostra "giusta disciplina della disassociazione" a chi state assomigliando maggiormente?
ciao