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Ultimo Aggiornamento: 11/02/2023 00:01
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22/04/2009 18:44

Re: Re: Re: Re: Re:
(Gladio), 22/04/2009 17.21:



Semplifico al massimo e continuo a chiederti spogliandoti di ogni retaggio scientifico-dottrinale-esegetico :

è giusto secondo tè espellere qualcuno da un qualsiasi movimento politico,religioso,sportivo?

Facendo ciò si viola un qualsivoglia diritto umano?

Adesso Enzo dammi una risposta perchè più semplici di così le domande io non le sò fare,scusa la mia palese ignoranza

Sono tutto orecchie.

Cordialmente Pietro.



Innanzitutto ho premesso che avrei continuato la replica, perciò la tua accusa di glissare non ha senso, anche per un'altra precisa ragione.
Dimentichi d'aver scritto quanto segue?:

"DICI o fai capire che tutti i testi a cui facciamo riferImento possono essere stati manipolati ,aggiustati,falsificati ,omessi (e in parte mi trovi d'accordo)ma se diamo per buono quello che dici..... cosa stiamo parlando a fare?? "

Come ti sarai accorto, se hai letto attentamente, ma ne dubito, mi son premurato di rispondere, anche solo in parte, al tuo preciso interrogativo.
Su che cosa glisserei dunque?
E' vero invece il contrario: a glissare saresti tu. Non dici infatti, pur riconoscendo la storia della falsificazione letteraria, come si possa emanare una sentenza certa da presupposti instabili, incerti, non fondabili. Non dici se per te questo sia abuso del potere o meno.
Ho detto infatti che il problema si può racchiudere nel concetto di
AUTORICTAS. Con che criterio ritieni d'essere autorizzato ad emettere sentenze ed a eseguirle?
Ti pregherei di rileggere con calma e più attenzione il mio ultimo post ... sei veloce e funambolo nelle risposte perchè sei stato veloce ed a salto in lungo nella lettura.

Vuoi sapere il mio pensiero?

Bene, molto semplicemente non aderisco dogmaticamente a pensieri precostituiti, nè lascio che qualcuno domini il mio pensiero e la mia vita, nè gli lascio delega per pensare e fare per me.
Sono, per quanto possibile, un libero pensatore, come ho scritto da tempo nella mia presentazione su più di qualche forum.
Cerco d'avere autonomia di pensiero, pur valutando con interesse quello altrui e, laddove trovo pratico l'altrui pensiero, anche se fosse scritto su di una qualsiasi copia di copia, determino da solo se usarlo o meno a mio uso e consumo, senza interferenza e rendiconto alcuno, come invece succede per il credente, che è chiamato di continuo a rendere il conto di sè, come se non fosse padrone della propria esistenza. Al credente è concesso solo parlare a favore la propria ideologia, mai contro. E' in ciò che consiste il condizionamento, che definisco anche autocondizionamento, mica in altro.


Tu chiedi:

"...è giusto secondo tè espellere qualcuno da un qualsiasi movimento politico,religioso,sportivo?"

Il concetto di giustizia è un concetto umano discutibilissimo.
Giustizia ed ingiustizia sono due facce della stessa medaglia, come il concetto di freddo e caldo, per cui tu definisci come punto di partenza una temperatura che, arbitrariamente, denomeni 0 (zero) ed i gradi che sono al di sotto li consideri negativi, quelli al di sopra positivi.
Allo stesso modo il concetto di giusto od errato rientra in un parametro di regole, all'interno di un gioco e, solo all'interno di quel sistema di gioco quelle regole hanno valore, non fuori.
Il valore che hanno è comunque un valore molto relativo e limitato a quel gioco, fuori da quel gioco non possono avere più senso.

Più che dire che sia giusto espellere qualcuno, come se si dovesse rispondere ad un'autorictas ultima ed indiscutibile, direi se si condivide o meno che, chiunque venisse meno a regole, venga messo fuori dal gioco.
Allora, per intenderci, si verrebbe messi fuori dal gioco non perchè le regole di quel gioco siano verità assolute, da far valere anche fuori da quel gioco, emarginando e discriminando il giocatore a vita, ma perchè quel gioco ha senso, così come pattuito dalle parti, solo in virtù di quelle regole.
Così, se io gioco a poker, gioco tenendo conto delle regole di quel gioco e non di quelle della "scopa". Se infrango quelle regole sono fuori da quel tipo di gioco, ma questo non deve consentire a chi dirige ed amministra quel gioco di dettarmi norme e comportamanti anche fuori da quel gioco.
Non è lecito, oltre che contro il superiore sistema di gioco dei diritti umani fondamentali, universali, che qualcuno perseguiti a vita un giocatore, dichiarandolo eretico o apostata, oppure imponendo al resto dei giocatori di emarginare a vita e discriminare quel giocatore, non rivolgendogli più il saluto, non invitandolo più ad una cena, non andando più a trascorrere le ferie insieme, assumendosi l'obbligo (nel caso di una fatwua) di uccidere all'occasione un giocatore dichiarato eretico o di farsi saltare in aria con lui, oppure di trucidarlo, com'è avvenuto solo l'altro giorno, crudelmente e spietatamente in mezzo ad un campo, senza consentirgli il diritto di difesa.

TUTTO QUESTO E' MOLTO GRAVE.
CI SAREBBE POI DELL'ALTRO, ma temo di complicare questo discorso.

Ed ancora tu dici:

"Facendo ciò si viola un qualsivoglia diritto umano?"

Caspiterina ... altro che!!!

qui bisognerebbe fare delle necessarie premesse, ma credo che si complichi di molto questa faccenda.
Diciamo che quando tu nasci diventi innanzitutto cittadino italiano, con certi diritti e certi doveri e solo dopo membro di una qualunque collettività.
In pratico tutti i giochi son tali se sono riconosciuti e giocati all'interno delle più ampie norme del superiore gioco della legislazione vigente.
Nessun movimento può essere considerato tale al di fuori delle regole della collettività nel suo insieme. Lo può fare abusivamente, ma pagherebbe se violasse le norme del codice vigente.
In Italia sono riconosciute solo quelle associazioni che sono regolarmente iscritte in speciali albi.
Quelle associazioni si sono fornite di regole che non siano in contrasto con la legislazione italiana, altrimenti non potrebbero operare.
Inoltre un'associazione è sottoposta all'osservanza della normativa italiana e, fra le normative, c'è il riconoscimento da parte dell'associazione dell'autorictas dello Stato, come autorità ultima, che ha la supervisione sull'associazione.
Ogni contenzioso non può essere risolto infra, ma solo in presenza e con i criteri dello Stato.
Già questo è sufficiente a mostrare come ogni confessione religiosa, compresa la cattolica, si metta fuori dall'ordinamento giuridico italiano, ed internazionale, quando giudica senza osservare le leggi vigenti un credente ed in particolare quando, abusando di questo potere, mette fuori un credente senza concedergli possibilità di difesa ed incitando il resto degli altri credenti a discriminarlo, non secondo le regole di uno statuto, ma secondo regole arbitrarie derivate da non meglio precisate letture di testi soggetti ad arbitrarie interpretazioni, come tu stesso riconosci.

Un'espulsione deve rispecchiare pari pari le normative statali ed internazionali e queste normative dicono:

Articolo 19 della Costituzione:

"Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purchè non si tratti di riti contrari al buon costume".

Articolo 21:

"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".

Questo non avviene in seno alla religioni, dove non esiste ed è contrariato apertamente il libero pensiero, la libera parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione.

All'interno di un gioco e finchè i giocatori accettano quel gioco con quelle regole tutto è possibile, MA FUORI, BISOGNERA' FARSENE UNA RAGIONE, NO!!! Le religioni se ne dovranno fare una ragione, altrimenti ci saranno sempre guerre sante e discriminazione.

Saluti

Pyccolo















[Modificato da pyccolo 22/04/2009 18:48]
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