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Saluto ai disassociati?

Ultimo Aggiornamento: 11/02/2023 00:01
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15/04/2009 16:24

Re:
francocoladarci, 15/04/2009 14.42:

Il post di Delemme è molto interessante, vorrei quindi esporre il mio pensiero.
“La persona, più che alla ricerca di chi ha la verità deve camminare nella verità, ossia calcare le orme del Cristo, attenersi ai suoi insegnamenti che ci sono comunicati nel NT”

Partiamo da un dato di fatto, in Italia vi sono all’incirca settecento movimenti religiosi, chi numericamente rilevanti, chi lo è di meno, ma tutti hanno una base comune, ossia, tutti asseriscono di possedere la “ Verità Cristiana”, quindi mi pare alquanto arduo capire chi veramente abbia questa verità. Ciò non toglie che in ogn’una di loro abbia in se qualcosa di cristiano.

E’ naturale che ogni organizzazione ha le sue regole, cui tutti gli affiliati devono sottostare, colui che si oppone, non condividendone può essere espulso, e questo mi pare che sia incontestabile, stesso comportamento viene attuato anche dai partiti politici, ma la domanda che si pone è: Come comportarsi verso coloro che sono stati espulsi, o che si sono dissociati non condividendo più gli ideali?.
E’ naturale che per un’organizzazione religiosa che asserisce di seguire il cristianesimo, sia il medesimo a rispondere a questa domanda.

Vediamo le scritture coinvolte nel ragionamento.
Matteo 18; 17
“Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all`assemblea; e se non ascolterà neanche l`assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano”.
Trattare una persona come un pagano o un pubblicano, significava non ricercarne la compagnia, non avere nulla in comune, quando lo s’incontrava ci si limitava solo al saluto.
L’altra scrittura che più c’interessa è quella di 2° Giov. 9,10 per comprendere meglio di quale argomento Giovanni parlava è necessario leggerne il contesto, quindi partiamo dal verso 7 in poi.
Giovanni parlava di coloro che avrebbero negato la venuta del Cristo nella carne( come fece Marcione in seguito, uno gnostico), avvertiva i cristiani di stare attenti, di non farsi deviare da questi falsi insegnamenti.

Come trattare coloro che portavano questo falso insegnamento?, al contrario di Matteo 18;17 che permetteva il saluto, in 2° Giovanni le cose sono diverse, non si tratta più di una disputa tra fratelli, ma rinnegare l’insegnamento del Cristo, fomentare divisione nei fratelli.
Giovanni dice “ Poiché molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l`anticristo! 8 Fate attenzione a voi stessi, perché non abbiate a perdere quello che avete conseguito, ma possiate ricevere Dio. Chi invece rimane nella dottrina, possiede il Padre e il Figlio. 10 Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo; 11 poiché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse”.
Ancora in 1° Giovanni 2;22 dice” Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L`anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio”.

Solo in questo caso alla persona che nel frattempo è diventata Apostata, non merita neanche il saluto, e si evita ogni contatto.
A onor del vero non sembra risultare che qualche TdG sia diventato un” Anticristo”, ma potrebbe ricadere come uno delle nazioni.
Ora quando una persona viene disassociata, oppure si dissocia, l’annuncio che ne viene fatto è il medesimo “ Tal dei Tali, non è più testimone di Geova”, lasciando l’uditorio nell’incertezza su come dovrà trattare questa persona, etichettandolo come Apostata, cui dover toglier il saluto, mentre le scritture chiariscono bene chi è Apostata, e come trattarlo.

Ora se questo ex TdG è un peccatore impenitente, certamente non ci si associa con lui, se fosse un Apostata secondo le scritture, non gli rivolgiamo il saluto, ma se una persona non rientra nelle due categorie, solo che non condivide più gli ideali dell’organizzazione, perché allora trattarlo alla stregua degli altri? Oppure è più importante ciò che dice l’organizzazione che non le scritture in merito? Perché il saluto è subordinato al suo rientro nell’organizzazione?, se non volesse ritornare? egli non condivide le idee dei vertici, non mette in discussione gli insegnamenti del Cristo, anzi tutt’altro.

Mi auguro che come vi sono stati nel passato cambiamenti positivi, vi possa un giorno esserci un riesame di quest’aspetto, affinché il percorso del cristiano non sia gravato da altri pesi.
Franco





Le scritture base per l'espulsione sono diverse. In una occasione Paolo esortò i corinti a ‘consegnare tale uomo a Satana’. (1 Corinti 5:1-5) In questo caso si trattava di fornicazione. Cosa intendeva Paolo con le parole ‘consegnare tale uomo a Satana’? Poteva, il peccatore impenitente avere rapporti sociali o spirituali con i membri della congregazione?

Il versetto nove della seconda lettera di Govanni ci dà una indicazione ben precisa: "chiunque va avanti e non rimane nell’insegnamento del Cristo non ha Dio". Quali pratiche si possono considerare "insegnamento del Cristo?" Sono tutte le trasgressioni o solo alcune? Quel "CHIUNQUE" fa riferimento solo agli apostati o anche a persone che violano impenitentemente la legge di Dio?

Sono pienamente d'accordo col tuo scritto, ma sono convinto che se uno sceglie o aderisce ad una Confessione religiosa, per coerenza deve attenersi a tutte le disposizioni che essa dispone. Nella ipotesi che non ne condividesse più le dottrine, la dissociazione sarebbe considerata un non "rimanere nell'insegnamento del Cristo".
Questo per il semplice motivo che tutte le religioni si considerano portatrici di una verità, assoluta o parziale.
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