La rivista "La Torre di Guardia" del 15/11/1977 riporta questo significativo pensiero:
"Nel corso degli anni il popolo di Geova ha compreso sempre più chiaramente il provvedimento della disassociazione. Non solo sono state date istruzioni particolareggiate, ma si è compreso sempre meglio che bisogna esercitare sapienza e amore, oltre che giustizia. Hanno visto la necessità di mostrare misericordia a chi è veramente pentito, e di considerare le circostanze attenuanti e qualsiasi evidenza di sincero dolore. In anni molto recenti è stato pure indicato che c’è differenza tra il comportamento che i cristiani dovrebbero tenere verso un ben noto peccatore o un pericoloso apostata e verso uno che è considerato come “un uomo delle nazioni”, a cui si può usare la comune cortesia del saluto. — Matt. 18:17; 2 Giov. 9, 10."
Chiediamo ai nostri visitatori un commento al riguardo, tenendo in considerazione la seguente domanda:
1. Se un disassociato/dissociato frequenta regolarmente la congregazione e dà segni di pentimento, possiamo rivolgergli "la comune cortesia del saluto?"[Modificato da F.Delemme 04/04/2008 22:19]