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Testimoni di Geova: Risposte a Domande
 
 
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La santificazione del nome di Dio nel primo secolo

Ultimo Aggiornamento: 25/01/2012 19:30
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15/08/2009 17:49

Re: Amministrazione Forum
Angelo.23, 15/08/2009 17.34:

Dopo aver riletto più volte i miei post, non vedo nulla di cui debba scusarmi, nè che vi siano miei accenni a "portare il mio discorso altrove".
Anzi, è proprio il contrario, perchè sono io che sto disperatamente cercando a più riprese e senza esito, di conoscere l'oggetto della riflessione, cioè le "prove concrete" dell'inserimento del Tetragramma nel NT.
Ad ogni modo, vista l'insistenza, una digressione è, mio malgrado, d'obbligo. Molte sono le pubblicazioni dei TdG piene di riferimenti e citazioni (vedi ad esempio una fra le tante "Dovreste credere nella Trinità?"). Alla luce delle ultime argomentazioni in merito, sarebbbe interessante avere, sempre che si possa, un'altra interessante riflessione simile a questa, sempre con prove concrete e non con deduzioni soggettive.
Sono abituato a rispettare ogni punto di vista e avrei piacere che si facesse lo stesso con me.
Rimango ad ogni modo, SEMPLICEMENTE, sempre in attesa di conoscere le "concrete prove" che hanno autorizzato gli autori della TNM ad inserire il Tetragramma nel NT, e avrei piacere che non si procedesse ad ulteriori divagazioni che ci portano lontano dal tema in oggetto.
Un cordiale saluto a tutti Angelo




Oggi è Ferragosto e non posto nulla ma domani ti scrivo qualch punto di riflessione.

BUONA GIORNATA. [SM=g7302]
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Re: Risposta a Gepy84
Angelo.23, 14/08/2009 18.44:

Cara Gepy84, anche su ciò che dici nel tuo ultimo msg sono pienamente d'accordo. Nessuno, e tantomeno io, ha mai negato che nella LXX, poichè non è il NT ma l'AT, ci fosse il Tetragramma. Io, ripeto, ho sempre parlato del NT e solo del NT.
Mi fanno male le braccia a forza di abbracci. Ciao Angelo




Non ho capito questa tua affermazione. La LXX è greca o no?

Gepy
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Re: Re: Risposta a Gepy84
Gepy84, 15/08/2009 18.45:




Non ho capito questa tua affermazione. La LXX è greca o no?

Gepy




La LXX originale è in lingua greca. Forse il punto in questione non è questo.
Angelo afferma che non esiste nessuna traduzione greca del NT che riporta il tetragramma sacro.
Di questo ne parleremo con calma continuando la discussione.
La questione è un'altra. Se consideriamo che nessuno dubita, e credo nemmeno Angelo, che il nome divino è presente per circa 7000 volte nel VT mi chiedo quante traduzioni danno al nome divino il giusto posto. Non credo ci sia nessuna ragione scritturale legittima per evitare l'uso di una qualche forma del nome divino nelle Scritture ebraiche.
Spregiudicati traduttori non hanno scrupoli ad eliminare il nome di Dio nelle loro traduzioni del VT. Questi stessi biasimano i testimoni di Geova per l'inserimento, in una qualche forma, del nome divino nelle Scritture greche.

Ritornando alle "accuse pretestuose", è vero che nelle Scritture greche non compare il nome divino?

Abbiamo risposto diverse volte a questa domanda. Mi limito a fare una semplice osservazione:
Nel Nuovo Testamento sono presenti alcune citazioni o parafrasi di passi dell'Antico Testamento comprendenti il nome divino, perché in molte Bibbie queste citazioni sono orfani del nome divino?
Si tratta di un'azione onesta? La risposta ci darà anche un'indicazione dell'uso del nome divino nelle Scritture greche.

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15/08/2009 21:48


Il libro di Giuda, versetto 5 (The new Testament Letters - Oxford U.P. 1947) così recita: "Desidero ricordarvi, nonostante conosciate ogni cosa una volta per sempre, che Geova, nonostante salvasse un popolo fuori del paese d'Egitto, in seguito distrusse quelli che non mostrarono fede".

Come mai questa traduzione riporta il nome Geova?

La Trinitarian Bible Society of England 1:22 usa regolarmente il Tetragramma nel NT. Sono stati degli impostori?

La Centenary Translation of the new Testament (traduzione della chiesa battista) traduce Luca 1:38 così: "Quindi Maria disse: Ecco la schiava di Geova. Mi avvenga secondo la tua dichiarazione".

G.W.Wade (Canon of St. Asaph), The Documents of the New Testament, inserisce ripetutamente in Rivelazione 19:1-6 il nome Geova. Oltre alle varianti "Alleluia" (lode a Iah) sempre nel libro di Rivelazione.

Alcune traduzioni cadono nel ridicolo quando traducono Matteo 22:44 oppure Luca 1:16. Senza dover scomodare la teologia è evidente in questi versetti che il nome personale "Geova" suona più credibile di quanto non avvenga con Signore.

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16/08/2009 14:17

Caro Angelo su questo argomento di carne al fuoco c’è né parecchia ma rischiamo perderci nei meandri di 1000 interpretazioni diverse quindi cerchiamo di semplificare al massimo il ragionamento.

Partiamo da un dato indiscutibile e cioè che Dio ha un nome personale e ce lo rivela nella sua parola la bibbia.

Questo nome è YHWH, e su questo sei concorde.

Secondo dato……questo Nome proprio è presente nel VT circa 7000 VOLTE,anche questo è un dato incontrovertibile.

Il numero già da solo spiega l’importanza che la Bibbia esplicita sull’uso del Nome.

Poi a un certo punto il nome scompare di colpo e come se si chiudesse un capitolo e se ne aprisse un altro privo del Nome.

Pensi che da Dio dipenda il fatto che il suo nome sia Stato escluso attualmente da quasi tutte le traduzioni della sua parola?

Pensi che era un suo disegno…un suo progetto?

Bhè la risposta francamente mi sembra ovvia………..qui qualcuno ha fatto il lavoro sporco.
Ricordiamoci che YHWH è il Dio degli Ebrei ma non è più il Dio dei Cristiani del SEcondo-QUARTO secolo in avanti in quanto sostituito dal Gesù trinitario.

Tu forse pensi che in assenza di prove testuali è una cosa scorretta introdurre il Nome nelle scritture Greche Cristiane.

Se da buon Cattolico accetti,come mè, che la parola di Dio scritta attraverso molti uomini sotto ispirazione divina è verità di questo non possiamo dire però delle copie in nostro possesso.

È stato ampiamente dimostrato CHE Ciò CHE LEGGIAMO ADESSO ATTRAVERSO LE NOSTRE TRADUZIONI non è stato scevro di errori umani alcuni intenzionali altri nò.

Quindi non dobbiamo concludere che se nelle copie che abbiamo il Nome non c’è questo stesso nome gli autografi non lo abbiano scritto.

Esiste una amplia bibliografia di testi dove puoi appurare passi in cui ci sono errori banali e altri intenzionali scritti per rafforzare ciò che il copista credeva ,gli studiosi questa pratica la chiamano armonizzazione.

Ti faccio un piccolo esempio.

Come mai quando il Nuovo Testamento cita passi del Vecchio dove compare YHWH questi nelle nostre versioni viene omesso?

Esempio chiarificatore:in una delle risposte che Gesù dà a Satana egli parafrasa Deuteronomio 8:3,che conosci benissimo,dove risponde che non si vive di solo pane ma da ogni espressione che esce dalla bocca di YHWH.

Di questi casi il Nuovo Testamento ne è pieno eppure i copisti lo dimenticano,voglio essere gentile, e con loro i traduttori.

Di questo campo così vasto se ne occupano gli studiosi di critica testuale attraverso il cui studio noi riusciamo a capire i metodi che usavano gli scribi e i copisti dell’epoca.

Il Libro di Matteo è forse quello che più di tutti fa riferimenti al Vecchio testamento e ove le citazioni riprendevano il Nome di Dio pensi veramente che avesse ragioni per ometterlo?

Siamo seri e intellettualmente onesti.

A questo aggiungi che correnti cristiae del II e III secolo ci hanno messo molto del loro per creare scompiglio e confusione e questo è un campo veramente vasto, dove il Nome fù vittima di questa guerra teologica.

Addirittura gli gnostici dualistici affermavano che YHWH fosse il nome di una potente creatura malvagia avversaria di Dio.

Forse ti stupirai ma ci sono diverse traduzioni a parte la TRADUZIONE DEL NUOVO MONDO che non cadono nel laccio dell’omissione tra queste la Centenary Translation of the new Testament, oppure versioni redatte dalla TRINITAN BIBLE SOCIETY OF ENGLAND ,ne esiste una edizione del 1985,esistono altresì almeno due altre versioni dell’ottocento .

Esistono almeno 5 passi biblici dove gli studiosi concordano che nelle versioni autografe vi furono delle aggiunte a queste conclusioni si è giunti tramite la critica testuale.

A questo aggiungi che nel giudaismo ellenizzato e nel cristianesimo post apostolico una certa tradizione impediva di verbalizzare e scrivere il Nome divino e di questo indubbiamente ne furono influenzati i copisti.

Ma alla luce di questi semplici fatti secondo tè Angelo da cosa dovremmo farci guidare nell’uso del Nome nelle traduzioni bibliche ?

Dovremmo assecondare la tradizione Giudaico-cristiana del I secolo oppure dovremmo onestamente non tenerne conto?

Dovremmo avere una linea di condotta diversa da come si traduce il Vecchio Testamento rispetto al Nuovo?

Eminenti studiosi non Testimoni di Geova sono arrivati alla conclusione che nei testi autografi il Nome era presente ,aggiungo inoltre che con lo sviluppo delle dottrine trinitarie fù sempre più difficile conciliare la presenza del Nome con quella di Gesù dove nel testo erano chiaramente distinguibili e questo avrebbe provocato una non poca ambiguità,non trovi?

Troviamo riferimenti al nome nel Talmud Babilonese quando questi parla con disprezzo dei cristiani ebrei convertiti e del loro uso del nome nei loro scritti, che poi sarebbero i vangeli.

Padri della chiesa come Giustino,Clemente,Filone fanno riferimento al nome( e qui ci sarebbe un altro mare da parlare) Addirittura Clemente arriva a dire :io non dico il Nome.Tutti questi autori
Dichiarano di conoscerlo ma spiegano addirittura perché non usarlo.

A questo punto caro Angelo non pensi francamente che un po’ di pregiudizio andrebbe allontanato se solo si guardasse alla critica testuale spogliandola dalla tradizione?

Ma noi dobbiamo seguire le tradizioni degli uomini o dobbiamo piuttosto preservare ciò che è più sacro come il nome di Dio?

Dobbiamo essere anche noi complici di questi atteggiamenti?

In moltissime traduzioni odierne,forse anche la tua riecheggia il pregiudizio.

A livello globale c’è un vero e proprio attacco al nome di Dio ,non si deve tradurre e nemmeno pronunciare,l’odierno Papa ha emanato direttive chiarissime al riguardo.

Ora vedi caro Angelo su questo argomento ci sarebbe ancora moltissimo da dire e da scrivere,mi auguro che il tuo atteggiamento sobrio e non pregiudiziale ti aiuti a guardare le cose da prospettive diverse da quelle fino ad adesso da tè considerate e che ti diano spunto per riflessioni personali scevre da qualunque teologia o tradizione.

Perdonami se sono stato prolisso ,spero di averti aiutato a capire un po’ meglio la nostra posizione sul Nome divino nel nuovo testamento.

Saluti.
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16/08/2009 18:01

Re: Trinacria e Gladio
Cari Trinacria e Gladio, vi ringrazio moltissimo per il vostro contributo così bello e, per molti versi, anche commovente (Specialmente quello di Gladio). Sono onorato di avervi conosciuto e di avere l'opportunità di poter scambiare le nostre reciproche convinzioni. Mi congratulo per la vostra fede che vi porta a ricerche e approfondimenti biblici che, al giorno d'oggi, sono molto rare e perciò degne di ogni stima e rispetto. Oggi si è fatto un po' tardi, ma nei prossimi giorni non mancherò di rispondere al vostro post.
Un saluto con affetto Angelo
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17/08/2009 09:05

Re: Re: Trinacria e Gladio
Angelo.23, 16/08/2009 18.01:

Cari Trinacria e Gladio, vi ringrazio moltissimo per il vostro contributo così bello e, per molti versi, anche commovente (Specialmente quello di Gladio). Sono onorato di avervi conosciuto e di avere l'opportunità di poter scambiare le nostre reciproche convinzioni. Mi congratulo per la vostra fede che vi porta a ricerche e approfondimenti biblici che, al giorno d'oggi, sono molto rare e perciò degne di ogni stima e rispetto. Oggi si è fatto un po' tardi, ma nei prossimi giorni non mancherò di rispondere al vostro post.
Un saluto con affetto Angelo




Ho la vaga impressione che tu non voglia un contraddittorio serio. Siamo noi a ringraziarti per i tuoi contributi se in linea al tema trattato.

Non ho trovato nessun tuo "contributo", anche non commovente al fatto che tu abbia citato in parte una nostra pubblicazione "stravolgendone" il significato.

Ti ringraziamo per i tuoi panegerici, ma sarebbe opportuno che tu contribuissi a tranquillizzarci in tal senso.

Grazie.
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    17/08/2009 09:19

    Aspetto una giustificazione al commento relativo alla domanda dai lettori del 1964 che LETTA NELLA SUA INTIEREZZA smentisce quello che tu affermi.

    Nel frattempo vado ad esaminare le altre citazioni:

    "La Torre di Guardia del 15 dicembre 1991 pagg. 5-6
    “Dio non è un Dio di disordine, ma di pace”, scrisse l’apostolo Paolo per mettere a posto le cose nella congregazione dell’antica Corinto. Nello stesso contesto, chiese: “Se la tromba dà un suono indistinto, chi si preparerà alla battaglia?” (1 Corinti 14:8, 33) Ora, se un Dio di ordine avesse voluto che i cristiani festeggiassero la nascita terrena del Figlio suo, avrebbe permesso che uomini imperfetti scegliessero arbitrariamente una data, prendendola a prestito da feste pagane, e che adottassero pratiche empie?"


    La rivista esamina "Il Natale" alla luce delle evidenze storiche. Risponde alla domanda: "Il Natale: È il modo giusto per accogliere Gesù?"

    Questa tua citazione ha relazione con l'argomento trattato?


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    17/08/2009 10:05

    Ancora tu scrivi:

    «15 Inoltre, il rimanente dell’Israele spirituale aveva atteso da decenni, sì, dal 1876, la fine dei Tempi dei Gentili nell’autunno del 1914. Aspettavano che il messianico regno di Dio fosse allora pienamente stabilito nei cieli e anche che il rimanente dell’Israele spirituale fosse a quel tempo glorificato con Gesù Cristo nel regno celeste. Tutto l’intendimento delle Sacre Scritture era diretto in tal senso o modificato secondo tale idea.» (Vicina la Salvezza dell’uomo dall’Afflizione Mondiale!, 1978, p. 135)

    No, non ci siamo sbagliati a leggere, è proprio scritto: “Tutto l’intendimento delle Sacre Scritture era … MODIFICATO secondo tale idea”.


    Anche in questo caso se non presenti per intero questo studio, ne esce fuori una discussione alterata.

    Il libro evidenzia che i testimoni di Geova, prima del 1932 non avevano molto chiara la speranza celeste.
    Questo è quello che riporta il libro:
    Così l’adempimento moderno di tali profezie sul rimanente dell’Israele spirituale era completamente sconosciuto, oscurato, incompreso, proprio come lo è per le chiese della cristianità fino a questo giorno. Infatti fino all’anno 1932 gli stessi cristiani testimoni di Geova avevano l’impressione che il ritorno degli Ebrei carnali in Palestina e l’istituzione di uno stato ebraico fossero un adempimento della profezia divina.
    15 Inoltre, il rimanente dell’Israele spirituale aveva atteso da decenni, sì, dal 1876, la fine dei Tempi dei Gentili nell’autunno del 1914. Aspettavano che il messianico regno di Dio fosse allora pienamente stabilito nei cieli e anche che il rimanente dell’Israele spirituale fosse a quel tempo glorificato con Gesù Cristo nel regno celeste. Tutto l’intendimento delle Sacre Scritture era diretto in tal senso o modificato secondo tale idea. E quando il 1914 finì fra le fiamme della prima guerra mondiale e il rimanente dell’Israele spirituale si trovò ancora qui sulla terra, furono inclini a pensare che sarebbero stati glorificati nel 1918, tre anni e mezzo dopo la fine dei Tempi dei Gentili. (Luca 21:24; Daniele 4:16, 23, 25, 32) Le loro penose esperienze con i bandi e le persecuzioni della prima guerra mondiale non furono considerate come un esilio babilonico da cui dovessero esser liberati dopo la prima guerra mondiale. Non attendevano la restaurazione nel pieno favore di Geova sulla terra per un’opera di testimonianza in tutto il mondo."

    L'espressione "Tutto l’intendimento delle Sacre Scritture era diretto in tal senso o modificato secondo tale idea" non intende che modificassero gli scritti, ma modificassero IL LORO INTENDIMENTO.

    Questo è evidenziato da queste parole:
    "La consapevolezza di essere in un paradiso spirituale non attraversò neanche la mente del rimanente dell’Israele spirituale in quell’anno di liberazione e restaurazione, il 1919 E.V. Ma oggi, in questa tarda data del “tempo della fine” di questo sistema di cose, capiscono la grandiosità dell’adempimento della profezia di Isaia capitolo trentacinque, avvenuto su di loro in senso spirituale dal 1919.

    Forse avresti dovuto presentare le cose in modo più onesto, avresti evitato di scrivere questa tua fantasiosa dichiarazione:

    Malgrado questo incredibile e disinvolto approccio con le Sacre Scritture, fece molto scalpore,

    Pertanto, ancora una volta, sei pregato di presentare le cose in modo che si evinca il pensiero delle nostre pubblicazioni senza alterarne il significato.
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    17/08/2009 10:29

    Tu scrivi, caro Angelo:

    "Il Comitato di traduzione dichiara infatti di aver inserito nel Testo Sacro molte delle note che, nella precedente edizione in sei volumi, figuravano in calce:
    «Poiché l'edizione in un solo volume delle Sacre Scritture non avrebbe avuto note in calce, furono prese molte espressioni delle note in calce pubblicate nella traduzione precedente in sei distinti volumi e riportate nel testo principale dell'edizione in un solo volume.».
    (Traduzione del Nuovo Mondo, 1967, pagg. 5-6)
    Inserire in un testo le note del commentatore, senza dare al lettore la possibilità di distinguere le note dal testo, significa per tutti “alterare, manipolare”; per il Corpo Direttivo significa invece dare maggior fedeltà al testo:
    «… lo scopo era quello di essere ancora più conformi al testo letterale delle lingue originali.» (Traduzione del Nuovo Mondo, 1967, p. 6)
    Dopo questa stupefacente dichiarazione, il Comitato di Traduzione sente il bisogno di ringraziare “il Divino Autore delle Sacre Scritture che ce ne ha concesso il, privilegio e il cui spirito confidiamo abbia cooperato con noi in questa degna opera.» (Ivi, p. 6)
    Come dicevo, la cosa fece molto scalpore, e la Società pubblicò nel 1986 un’altra edizione italiana in cui la famigerata frase venne eliminata, ma le note nel testo restano e, forse, oggi è peggio perché nessuno è più avvisato di questi abusivi inserimenti.



    Il tuo denigrare, perché di questo si tratta, non ti gratifica affatto ai miei occhi. Questi tuoi scritti ben presentano il tuo spirito e il tuo obiettivo.

    Innanzitutto l'edizione della TNM del 1967 riportando quell'informazione, non ha fatto altro che agire onestamente.
    La revisione, in funzione dello sviluppo della critica testuale, era necessaria e il lettore, COSA CHE TI SFUGGE, NE È INFORMATO con le seguenti parole:
    "Questa edizione riveduta 1987 della Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture dà un notevole contributo all’accurata conoscenza biblica per mezzo di varie caratteristiche che la distinguono, come i riferimenti marginali (a catena), un esteso apparato di note in calce, una concordanza (Indice di parole bibliche) e un’appendice. La moderna computerizzazione è stata di grande aiuto nel realizzare quest’opera.................
    PARENTESI QUADRE: Le parentesi quadre singole [ ] racchiudono parole inserite per completare il senso del testo italiano. Le parentesi quadre doppie [[ ]] indicano interpolazioni (parti estranee inserite nel testo originale). — Vedi Luca 23:3, 34.
    N.B. Per interpolazioni si intende l'aggiunta di parti estranee nei testi a noi pervenuti da parte di coloro che trradussero i manoscritti."

    In tutto questo è evidente la nostra correttezza, dove sarebbe la stranezza?


    Lo "scalpore" è una tua fantasia che nulla ha a che vedere con le cose serie.
    [Modificato da F.Delemme 02/03/2011 09:08]
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    25/01/2012 19:30


    Ho letto nel Web che il nome di Dio fra i primi cristiani e da Gesù stesso, non veniva pronunciato perché la tradizione lo vietava.

    La Bibbia dimostra chiaramente che Gesù rese manifesto il nome di Geoova, lo fece conoscere e lo santificò. Non era egli la Parola, il Verbo di Dio? Quale credito avrebbe potuto accordare ad una tradizione non biblica, che voleva che il Nome non fosse pronunciato? Alcuni esempi mostrano quanto Gesù criticasse le traduzioni imposte dai capi religiosi giudei della sua epoca, sia direttamente, sia con delle accuse formali: "Perché trasgredite il comandamento di Dio a causa della vostra tradizione?". Matteoo 15:3
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