| | | OFFLINE | Post: 7.191 Post: 4.407 | Età: 68 | Sesso: Maschile | |
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15/11/2008 13:23 | |
Questa notizia non fa "NOTIZIA"?
Gepy, novella immondezzaia (in senso scherzoso), fra i rifiuti di questa umanità ha raccolto una notizia relativa ad un caso di pedofilia.
Non vogliamo cadere nello squallore, ma mi pare "onesto" applicare la legge mosaica.
Il prete pedofilo e il Vescovo reticente.
La notizia ai "santarellini" è sfuggita? O forse è troppo scomoda?
Vi rinfresco la memoria.
"Francia, incriminato vescovo: non denunciò prete pedofilo."
Il prelato porta a sua discolpa il segreto confessionale. «Mi arrivò una lettera che rivelava quei fatti, ma la cestinai: era anonima»
DAL NOSTRO INVIATO PARIGI - Il vescovo sapeva, ma ha taciuto. Sapeva che il suo parroco, ora condannato a 18 anni di prigione, era un pedofilo. Ma ha taciuto, perché si è sentito vincolato dal segreto confessionale. I parenti delle vittime non gliel' hanno perdonato e ora il prelato è stato rinviato a giudizio. Sarà processato a giugno, dal tribunale di Caen, nel Calvados, per «mancata denuncia di molestie sessuali e maltrattamenti su minori di 15 anni». Non era mai accaduto in Francia, e probabilmente in tutta Europa, che un vescovo dovesse rispondere di omertà a vantaggio di un pedofilo. Né che fosse messa in discussione l' inviolabilità del segreto dei sacerdoti: «Monsignore doveva forse denunciare il suo parroco?» chiede Thierry Massis, avvocato difensore del vescovo di Bayeux. «E' colpevole d' aver coperto dei fatti di cui era a conoscenza», gli risponde indirettamente l' avvocato delle famiglie delle vittime, Jean Chevais. I fatti, dunque: il 6 ottobre scorso, il tribunale di Caen condanna a 18 anni di reclusione l' abate René Bassey, parroco della chiesa di Chemin Vert, per atti di pedofilia su diversi ragazzini che frequentavano l' oratorio, negli anni ' 90. Denunciando il sacerdote, i genitori dei ragazzini denunciano anche il suo superiore gerarchico, il vescovo Pierre Pican, in carica a Bayeux dal 1988: «Non poteva non sapere». In effetti, sapeva. Nel 1990 aveva ricevuto una lettera anonima, che lo informava delle malsane attenzioni di un prete per i bambini della parrocchia di Chemin Vert. Che ne aveva fatto? «L' ho cestinata - ha risposto il vescovo, durante la sua burrascosa testimonianza al processo -. Era anonima, come ne arrivano a centinaia». Ma nel dicembre del 1996, con l' intermediazione del vicario generale, Michel Morel, monsignor Pican riceve analoga testimonianza dalla madre di uno dei bambini della parrocchia. Ne segue un incontro tra il parroco e il suo superiore e, «anche se nulla cambia nei fatti - ammette il difensore del vescovo - monsignore ha preso provvedimenti». L' anno dopo, l' abate René Bassey viene prima «pensionato» e inviato in una casa di riposo, poi destinato a un' altra parrocchia, sempre nel Calvados. Troppo poco, per le famiglie dei bambini: «Ha cercato solo di coprire lo scandalo, senza nessuna pietà per la sorte dei nostri figli». Uno di loro, che aveva 14 anni dieci anni fa, si è fatto intervistare di spalle dalla rete televisiva Lci: «Mi ha rovinato la vita. Ho pensato anche al suicidio». In Francia, la Conferenza episcopale non si pronuncia sulla decisione della magistratura: «Se l' aggressore è un prete, è doppiamente grave. Ma per un vescovo è difficile raccogliere prove sicure di colpevolezza».
Rosaspina Elisabetta
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