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Testimoni di Geova: Risposte a domande

Amarcord - Le nuove crociate cattoliche

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    F.Delemme
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    00 15/02/2011 16:01
    Guerra agli edifici di culto dei TdG

    Forse non tutti sanno che nel 1990 per i tipi della casa editrice Fusa di Roma, l'Associazione europea dei testimoni di Geova per la tutela della libertà religiosa, pubblicò il libro "Intolleranza Religiosa alle soglie del Duemila".
    Questo volume presentava un quadro delle discriminazioni e dei soprusi patiti in Italia dalle minoranze religiose e in particolar modo dai Testimoni di Geova.
    L'opposizione da parte delle organizzazioni discriminatorie non può ovviamente trascurare la costruzione degli edifici di culto.

    Evidenziamo il caso relativo alla "Sala delle assemblee di Treviso".

    L'infondata e insistente propaganda delle organizzazioni discriminatorie incide indubbiamente sugli enti locali territoriali, molti dei quali ostacolano i progetti dei Testimoni di Geova nel campo dell'edilizia di culto.
    Un caso di grave opposizione è quello avvenuto a Canizzano, località compresa nel Comune di Treviso, dove le comunità locali dei Testimoni di Geova hanno acquistato un appezzamento di terreno destinato urbanisticamente all'edilizia di culto. Il Sindaco di Treviso con lettera 28 dicembre 1984 comunicava che "il progetto di nuova costruzione della sala dei congressi di cui all'oggetto, è stato esaminato con parere favorevole dalla Commissione Edilizia nella seduta n. 27 del 30.11.1984". Pertanto il 27 novembre 1985 la locale associazione dei Testimoni di Geova richiedeva la concessione edilizia. Successivamente, in data 8 marzo 1986, lo stesso Sindaco comunicava che "la Commissione Edilizia nella seduta n. 5 del 14.02.1986 ha espresso parere favorevole al progetto in oggetto. Il rilascio della relativa concessione edilizia è subordinato alla presentazione da parte di Codesta Associazione del computo metrico estimativo delle opere da eseguire, previste nel progetto presentato".


    1° parte
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    F.Delemme
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    00 15/02/2011 16:23
    Frattanto esplodeva l'opposizione clericale. Il parroco di Canizzano contribuiva alla raccolta di firme degli abitanti della zona per bloccare il progetto edilizio. Il Gazzettino -quotidiano del Nordest- del 31 luglio 1986 riportava a firma Lino Lava il seguente articolo: "I testimoni di Geova qui non li vogliamo."
    Un altro sacerdote attaccava violentemente i Testimoni di Geova e asseriva che essi erano "contro la Costituzione" condividendo il parere del Consiglio di quartiere secondo cui l'insediamento nella zona dei Testimoni era "come un corpo estraneo alla sua cultura".
    Il quotidiano "La Tribuna di Treviso" del 30 luglio 1986 presentava l'opinione di don Lino Cusinato nell'articolo: "Questi Testimoni di Geova contro la Costituzione".


    2° parte
    [Modificato da F.Delemme 15/02/2011 18:20]
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    00 15/02/2011 16:35

    Il Comune di Treviso rimandava quindi per mesi il rilascio della concessione edilizia. Visto il ritardo coincidente con la paventata opposizione, in data 5 agosto 1986 l'associazione dei Testimoni di Geova comunicava al Sindaco l'imminente inizio dei lavori, ritenendo che la comunicazione dell'8 marzo 1986 del Comune fosse del tutto equipollente alla concessione edilizia e che fosse intervenuto il "silenzio-assenso" sull'istanza di concessione edilizia, ai sensi dell'art. 79, 3° comma, della legge della Regione Veneto n. 61 del 27 giugno 1985. Immediatamente, il 7 agosto 1986, il Sindaco emanava l'ordinanza di sospensione dei lavori (prot. n. 33216/168). E pochi giorni dopo, il 12 agosto, comunicava, contraddicendo e annullando le precedenti comunicazioni positive, il diniego della concessione edilizia. Dalla comunicazione traspariva un evidente pregiudizio: "La realizzazione di un unico Tempio, sostitutivo dei numerosi piccoli edifici di culto dei Testimoni di Geova esistenti nel territorio trevigiano, verrebbe ad alterare il plurisecolare tessuto della comunità residente".

    3° parte
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    F.Delemme
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    00 15/02/2011 17:01

    L'associazione locale dei Testimoni di Geova impugnava il provvedimento con ricorso al TAR del Veneto. Le polemiche, l'opposizione del clero e le critiche a tale opposizione si dilatavano a macchia d'olio. Il Consiglio Pastorale diocesano diffondeva una "nota" tra l'altro per invitare "le autorità competenti a livello nazionale" a condurre "adeguate verifiche sulla congruità di questi gruppi con i presupposti essenziali dell'ordinamento collettivo". La "nota" sottolineava anche che l'"unica attività richiesta" ai Testimoni "è quella di adoperarsi per moltiplicare gli aderenti alla propria parte."
    Numerose sono state le reazioni sulla stampa all'intolleranza clericale.


    4° parte

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    F.Delemme
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    00 15/02/2011 18:29

    La vicenda si concludeva favorevolmente per i Testimoni di Geova poiché il TAR del Veneto dava loro ragione sulla base del "silenzio-assenso" con sentenza in data 16 aprile 1987, n. 401. Il periodico valdese "la luce" del 12 giugno 1987 pubblicava il seguente commento:
    "Alcuni giorni fa i giornali italiani hanno riportato l'iniziativa di molti parroci che invitavano i propri fedeli ad attaccare degli adesivi su campanelli, citofoni, buche delle lettere, ecc., con i quali si invitavano i Testimoni di Geova a non entrare in quelle case.
    "Sempre nello stesso periodo si riportava la notizia che il sindaco di Treviso aveva fatto sospendere i lavori di costruzione di una sala della congregazione dei Testimoni di Geova perché erano un corpo estraneo alla cultura della società.
    "L'Associazione internazionale per la Difesa della Libertà Religiosa, tramite un comunicato stampa, aveva invitato le componenti religiose presenti nel nostro Paese a un maggiore spirito di dialogo e comprensione utilizzando non adesivi, ma le indicazioni dell'Evangelo.
    "Il TAR del Veneto, poi, ha permesso la costruzione della sla di culto dei Testimoni di Geova. Per il Giudice essi non sono "un corpo estraneo alla cultura della società", ma cittadini di pari dignità e uguaglianza come tutti gli altri italiani.
    "Ci auguriamo che atti di questo genere non si ripetano nel nostro Paese, ma venga osservato il dettato costituzionale che prevede l'uguaglianza e la piena libertà di manifestare il proprio pensiero e il proprio credo".


    Articolo su questo argomento:

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    00 16/02/2011 13:23

    Il razzismo religioso, perlopiù di matrice cattolica, esiste ancora oggi. Non parlo solo del clero ma anche dei laici. Basta leggere qualche discussione presente nei soliti forum ostili alla nostra Confessione.
    C'è di tutto e non si vergognano.
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    00 08/10/2013 08:39

    I cattolici non hanno mai smesso gli abiti inquisitori e sono sempre pronti a fare una crociata a chi non condivide le loro scelte.
    I testimoni di Geova sono accusati IMPROPRIAMENTE di ostracismo, parola senza senso e dal significato, in bocca ai nostri detrattori, che sa di squallore ed egoismo.
    Mentre i cattolici NON RISPETTANO LA LIBERTÀ DI CULTO E, IN CERTI CASI, NON DISDEGNANO L'USO DELLE ARMI.

    [SM=g7226]
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    F.Delemme
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    00 27/02/2015 14:38

    Altro episodio di intolleranza e discriminazione è quello relativo al complesso industriale di Ceprano in provincia di Frosinone, basso Lazio. L'area era fortemente degradata a causa dell'inquinamento per l'attività precedentemente svolta. La Regione Lazio aveva dato direttive per il recupero ambientale della zona (ciò risulta dalla documentazione presso gli uffici urbanistici regionali). Gli amministratori locali avevano dato forti assicurazioni sulla possibilità di trasformare il complesso in un centro di culto per grandi congressi estivi, utile ai testimoni di Geova del Lazio e della parte settentrionale della Campania. Il complesso, lontano dal centro abitato, non poteva in alcun modo intralciare la vita della cittadinanza.
    Come fu che l'Organizzazione dei testimoni di Geova ha dovuto definitivamente rinunciare a realizzare un centro di culto a Ceprano?
    Presto pubblicheremo tutti i retroscena.