Nuovamente grazie.
Consentimi comunque di dissentire in parte da cio che dici, è fuor di dubbio che ogni caso deve essere considerato singolarmente e nel contesto del soggetto e dell’azione compiuta, e fin qui ci siamo, pero io provo ad ipotizzare un caso e mi chiedo cosa farebbe un comitato in una situazione del genere?
Mettiamo che un fratello abbia guardato materiale pedofilo, le forze dell’ordine lo scoprono e questi viene denunciato, scoppia uno scandalo pubblico nel quale è coinvolta anche la stampa.
Il comitato si raduna e considera il caso, il fratello è sinceramente pentito, tutto lascia trasparire che non lo farà mai più, ora a mio avviso il non prendere provvedimenti nonostante il pentimento darebbe ancor più addito alla stampa e agli oppositori di screditare la congregazione ipotizzando anche nelle persone sincere del territorio che noi condoniamo tale diabolica attitudine nella congregazione.
Dove sta il mio dissenso nei confronti di cio che dici, sta nel dichiarare che come affermi tu: Gli anziani non sono giudici in questo caso, ma compagni d'opera.
Io ritengo che se c’è una circostanza nella quale gli anziani siano giudici è proprio durante un comitato giudiziario sia che esso porti alla disassociazione o no.
E in quanto giudici benché si debbano giustamente fare guidare dalla bibbia e dall’esperienza e dalle pubblicazioni provvedute dallo schiavo essi debbano avere situazioni limite, come quella esposta da me prima, che li possa guidare in una decisione cosi poco semplice, proprio per non portare due comitati ad adottare due giudizi diversi per casi speculari.
Che sia chiaro che sto esprimendo un MIO pensiero, non ho la presunzione che sia quello giusto, sono convinta che se la risposta alla mia domanda fosse cosi semplice l’avrei di già trovata nelle pubblicazioni della società.
Grazie……………..