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Testimoni di Geova: Risposte a Domande
 
 
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Disassociazione SI disassociazione NO

Ultimo Aggiornamento: 05/07/2016 20:02
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06/08/2008 19:27

Disassociazione SI disassociazione NO
Io mi sono chiesta in quali circostanze, pur mostrando pentimento di fronte ad un comitato giudiziario , si viene ugualmente disassociati? Lo sapete?
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06/08/2008 21:54

Re: Disassociazione SI disassociazione NO
kejeca, 8/6/2008 7:27 PM:

Io mi sono chiesta in quali circostanze, pur mostrando pentimento di fronte ad un comitato giudiziario , si viene ugualmente disassociati? Lo sapete?
[SM=g7362]



illuminaci... [SM=g7377]
06/08/2008 22:58

E' una domanda, io non conosco la risposta.
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06/08/2008 23:36

Innanzitutto benvenuto.

Le risposte semplici non esistono quando le domande non sono "semplici".

Gli anziani hanno un compito oneroso e gravoso.
Il principio esposto nella Bibbia è quello di aiutare il penitente e non disassociarlo. La Bibbia però ci avverte di espellere il peccatore impenitente.

Dove è il limite? Dov'è fra l'alba e l'occaso?

Semplicisticamente non possiamo darti nessuna risposta, sarebbero tutte incomplete. Gli anziani non sono giudici in questo caso, ma compagni d'opera. L'esperienza e il buon senso insieme alla Parola di Dio, aiuteranno questi fratelli a prendere delle decisioni equilibrate.

Non possiamo generalizzare nè tanto meno essere dogmatici.

Christian E. Maccarone
06/08/2008 23:58

PER csssstrinakria


Per prima cosa grazie, dalla tua esposizione del materiale capisco che l’argomento non lo si può racchiudere in categorie specifiche, rimane sicuramente nella discrezione soggettiva del caso in sé,
tuttavia ci saranno casi che portano inevitabilmente un comitato a dover agire in tal senso.
Forse quando il peccato è o diventerà pubblico? Non so, sto provando a fare delle congetture, credo che debbano comunque esserci dei punti di riferimento che possano portare degli anziani, se non altro a chiedersi: in questa circostanza possono esserci i presupposti nonostante il pentimento di disassociare il peccatore?
Allora formulo diversamente la mia domanda.
Quali potrebbero essere questi punti di riferimento?

Grazie ancora per l’equilibrio con il quale sei riuscito ad esporre il pensiero
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07/08/2008 08:45


E' fuor di dubbio che non sei digiuna del materiale di cui accenni.

Rispondendo alla tua "domanda", nessuno stabilisce in modo arbitrario che la pratica di un determinato peccato richieda la disassociazione. Questa azione è richiesta dalle Scritture soltanto nel caso in cui un componente della congregazione pratichi impenitentemente peccati gravi, come quelli elencati nel 5° capitolo della prima lettera ai Corinti. Pertanto, anche se un cristiano può essere disassociato per aver praticato la fornicazione, ciò avviene soltanto se rifiuta di accettare l’aiuto spirituale di amorevoli pastori.
I testimoni di Geova sono studenti nel senso che studiano la Bibbia. Il programma di istruzione biblica stabilito dal Corpo Direttivo si potrebbe paragonare a un programma scolastico stabilito da un’apposita commissione. La commissione non è l’autrice del materiale di studio, ma stabilisce quali materie si studieranno, fissa i criteri didattici e impartisce le necessarie direttive. Se uno studente si rifiuta apertamente di rispettare le norme dell’istituto, crea problemi agli altri studenti o getta il discredito sulla scuola, può essere espulso. Le autorità scolastiche hanno il diritto di agire per il bene degli studenti nell’insieme.

Naturalmente, chi persiste in una condotta che non si addice a un soldato cristiano può incorrere nel disfavore divino. Come individuo libero di scegliere, il soldato cristiano può decidere di fare quello che vuole, ma deve accettare le conseguenze della sua decisione. Paolo fa questo ragionamento: “Nessuno che presta servizio come soldato si immischia negli affari commerciali della vita, affinché guadagni l’approvazione di chi lo ha arruolato come soldato. Inoltre, se pure qualcuno contende nei giochi, non è coronato se non ha conteso secondo le regole”.

E' chiaro il discorso di Paolo, osservando "le regole" si è approvati.

Gli anziani, attraverso le basi e le regole bibliche, di volta in volta saranno in grado di valutare le varie problematiche. Gli aspetti sono molteplici e una valutazione collegiale darà garanzia di equilibrio e correttezza. Ricordiamoci che non stiamo parlando di logiche matematiche nelle quali si esprime il fatto che un insieme di assiomi è sufficiente a dimostrare tutte le verità di una teoria e quindi a decidere della verità o falsità di qualunque enunciato. Ci troviamo di fronte a realtà diverse.

Come fanno gli anziani a sapere se una persona è pentita? Non è una domanda semplice. Pensa al re Davide. Egli commise adulterio e poi un omicidio. Eppure Geova lo lasciò in vita.
Pensa ad Anania e Saffira. Mentendo, cercarono di ingannare gli apostoli, fingendo ipocritamente di essere stati più generosi di quanto in realtà non fossero stati. Una cosa grave? Sì. Come l’omicidio e l’adulterio? Difficilmente! Eppure Anania e Saffira pagarono il loro peccato con la vita.

Perché questa diversità di giudizio? Davide commise un grave peccato per la debolezza della carne. Messo di fronte ai fatti, si pentì e Geova lo perdonò, anche se fu severamente disciplinato avendo problemi nella sua famiglia. Anania e Saffira peccarono in quanto mentirono ipocritamente, cercando di ingannare la congregazione cristiana, e quindi ‘mentirono allo spirito santo e a Dio’. Manifestarono così un cuore malvagio. Per questo furono giudicati più severamente.

In entrambi i casi fu Geova a emettere il giudizio e il suo giudizio fu giusto perché egli può esaminare il cuore.

Gli anziani, essendo uomini, non possono farlo.

In realtà ogni peccato è malvagio, ma non tutti i peccatori sono malvagi. Peccati analoghi possono essere indice di debolezza in una persona e di malvagità in un’altra. Di solito un peccato implica sia un certo grado di debolezza che un certo grado di malvagità da parte del peccatore. Un fattore determinante è come considera il peccatore ciò che ha fatto e cosa intende fare al riguardo. Dimostra di essere pentito? Gli anziani hanno bisogno di discernimento per capirlo. Come possono avere questo discernimento? L’apostolo Paolo promise a Timoteo: “Presta costante attenzione a ciò che dico; il Signore ti darà realmente discernimento in ogni cosa”. (2 Timoteo 2:7)

Se gli anziani prestano umilmente “costante attenzione” alle ispirate parole di Paolo e degli altri scrittori biblici, avranno il discernimento necessario per valutare correttamente i componenti della congregazione che peccano. Allora le loro decisioni rispecchieranno il pensiero di Geova, non il loro.

Christian E. Maccarone
07/08/2008 16:00

Nuovamente grazie.
Consentimi comunque di dissentire in parte da cio che dici, è fuor di dubbio che ogni caso deve essere considerato singolarmente e nel contesto del soggetto e dell’azione compiuta, e fin qui ci siamo, pero io provo ad ipotizzare un caso e mi chiedo cosa farebbe un comitato in una situazione del genere?
Mettiamo che un fratello abbia guardato materiale pedofilo, le forze dell’ordine lo scoprono e questi viene denunciato, scoppia uno scandalo pubblico nel quale è coinvolta anche la stampa.
Il comitato si raduna e considera il caso, il fratello è sinceramente pentito, tutto lascia trasparire che non lo farà mai più, ora a mio avviso il non prendere provvedimenti nonostante il pentimento darebbe ancor più addito alla stampa e agli oppositori di screditare la congregazione ipotizzando anche nelle persone sincere del territorio che noi condoniamo tale diabolica attitudine nella congregazione.
Dove sta il mio dissenso nei confronti di cio che dici, sta nel dichiarare che come affermi tu: Gli anziani non sono giudici in questo caso, ma compagni d'opera.
Io ritengo che se c’è una circostanza nella quale gli anziani siano giudici è proprio durante un comitato giudiziario sia che esso porti alla disassociazione o no.
E in quanto giudici benché si debbano giustamente fare guidare dalla bibbia e dall’esperienza e dalle pubblicazioni provvedute dallo schiavo essi debbano avere situazioni limite, come quella esposta da me prima, che li possa guidare in una decisione cosi poco semplice, proprio per non portare due comitati ad adottare due giudizi diversi per casi speculari.
Che sia chiaro che sto esprimendo un MIO pensiero, non ho la presunzione che sia quello giusto, sono convinta che se la risposta alla mia domanda fosse cosi semplice l’avrei di già trovata nelle pubblicazioni della società.
Grazie……………..
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07/08/2008 16:52

Gent. Kejeka, scrivi "Consentimi comunque di dissentire" e poi "Che sia chiaro che sto esprimendo un MIO pensiero, non ho la presunzione che sia quello giusto".
La verità sta sempre in mezzo?

Supponiamo che un cristiano abbia guardato di nascosto per anni materiale pornografico ripugnante e sessualmente degradante, facendo tutto il possibile per nascondere questo peccato. Tale materiale pornografico includeva stupri di gruppo, forme di sadomasochismo, brutalità su donne o anche pornografia infantile (pedopornografia).
Quando la sua condotta viene scoperta prova profonda vergogna.

Nota che se il suo peccato è stato scoperto, probabilmente non aveva intenzione di abbandonare quel comportamento degradante.

Si formerebbe quindi un comitato giudiziario perché è stata commessa grave impurità. Se il trasgressore non manifestasse vero pentimento e la determinazione di non guardare mai più materiale pornografico, verrebbe disassociato.

Da ciò non si deduce che "essendo pentito" non subisca la disassociazione, assolutamente. Se ha causato grave danno alla Congregazione, se ha fatto inciampare altri, così come dalla ipotesi realistica, verrebbe disassociato ugualmente.
Però, questo dovrebbe essere, come accennato da Christian, una decisione collegiale.

Anche in questo caso non dobbiamo essere dogmatici ma non possiamo neppure stabilire una regola ben precisa.

Gli anziani valuteranno il da farsi. Naturalmente la decisione degli anziani potrebbe anche non essere quella più gradita, ma nella loro funzione, rappresentano la disposizione teocratica. Se dovessero sbagliare nella loro valutazione, sarà Geova a stabilirlo.
[SM=x1061966] No all'ipocrisia e alla diffamazione. Tolleranza zero.
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  • Rispetta i bambini. No alla pedopornografia.
    07/08/2008 17:16

    Grazie,
    probabilmente hai citato la W 15/07/2006 domanda ai lettori.
    Mi hai aiutata a capire meglio il punto e quella rivista.
    Sono zuccona ma vedo che qui ho degli ottimi insegnanti.
    Riproverò [SM=g7296] con altri argomenti.
    GRAZIE......
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    07/08/2008 23:24

    Re:
    kejeca, 07/08/2008 17.16:

    Grazie,
    probabilmente hai citato la W 15/07/2006 domanda ai lettori.
    Mi hai aiutata a capire meglio il punto e quella rivista.
    Sono zuccona ma vedo che qui ho degli ottimi insegnanti.
    Riproverò [SM=g7296] con altri argomenti.
    GRAZIE......




    Non ho citato "probabilmente" ma "certamente". [SM=g7348]
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  • Rispetta i bambini. No alla pedopornografia.
    08/08/2008 14:07

    AHH!!!!
    Sei un mito......... [SM=g7373]
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    25/08/2008 23:42

    Supponiamo che un cristiano abbia guardato di nascosto per anni materiale pornografico ripugnante e sessualmente degradante, facendo tutto il possibile per nascondere questo peccato. Tale materiale pornografico includeva stupri di gruppo, forme di sadomasochismo, brutalità su donne o anche pornografia infantile (pedopornografia).
    Quando la sua condotta viene scoperta prova profonda vergogna.

    Nota che se il suo peccato è stato scoperto, probabilmente non aveva intenzione di abbandonare quel comportamento degradante.

    Si formerebbe quindi un comitato giudiziario perché è stata commessa grave impurità. Se il trasgressore non manifestasse vero pentimento e la determinazione di non guardare mai più materiale pornografico, verrebbe disassociato.

    Da ciò non si deduce che "essendo pentito" non subisca la disassociazione, assolutamente. Se ha causato grave danno alla Congregazione, se ha fatto inciampare altri, così come dalla ipotesi realistica, verrebbe disassociato ugualmente.
    Però, questo dovrebbe essere, come accennato da Christian, una decisione collegiale.

    Come fate a dire che non si deduce che "essendo pentito" non subisca la disassociazione se è la stessa rivista ha fare capire cosa deve manifestare per non icorrere nella disassociazione allora io seguendo il vostro discorso ptrei dire " da qui SI DEDUCE che se non manifestasse vero pentimento e la determinazine di non guardare mai piu materiale pornografico verrebbe disassociato" e queste sono le uniche condizzioni stop se è pentito non viene disassociato lo dice qui
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    25/08/2008 23:52

    Re:
    @ndre@88, 25/08/2008 23.42:

    Supponiamo che un cristiano abbia guardato di nascosto per anni materiale pornografico ripugnante e sessualmente degradante, facendo tutto il possibile per nascondere questo peccato. Tale materiale pornografico includeva stupri di gruppo, forme di sadomasochismo, brutalità su donne o anche pornografia infantile (pedopornografia).
    Quando la sua condotta viene scoperta prova profonda vergogna.

    Nota che se il suo peccato è stato scoperto, probabilmente non aveva intenzione di abbandonare quel comportamento degradante.

    Si formerebbe quindi un comitato giudiziario perché è stata commessa grave impurità. Se il trasgressore non manifestasse vero pentimento e la determinazione di non guardare mai più materiale pornografico, verrebbe disassociato.

    Da ciò non si deduce che "essendo pentito" non subisca la disassociazione, assolutamente. Se ha causato grave danno alla Congregazione, se ha fatto inciampare altri, così come dalla ipotesi realistica, verrebbe disassociato ugualmente.
    Però, questo dovrebbe essere, come accennato da Christian, una decisione collegiale.

    "Come fate a dire che non si deduce che "essendo pentito" non subisca la disassociazione se è la stessa rivista ha fare capire cosa deve manifestare per non icorrere nella disassociazione allora io seguendo il vostro discorso ptrei dire " da qui SI DEDUCE che se non manifestasse vero pentimento e la determinazine di non guardare mai piu materiale pornografico verrebbe disassociato" e queste sono le uniche condizzioni stop se è pentito non viene disassociato lo dice qui"




    Non ho capito il tuo pensiero. Potresti spiegarmelo in modo diverso?
    Le riviste contengono materiale leggibile. In certi casi si sviluppano dei concetti. Questi ultimi, da un'attento studio sortiranno delle risposte. Queste risposte nascono da una DEDUZIONE.
    Non sei d'accordo su questo?

    Christian E. Maccarone
    [Modificato da csssstrinakria 25/08/2008 23:53]
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    26/08/2008 01:11

    Spiego in altre parole.
    Mentre F.Delemme deduce che anche se pentito può ricevere la disassociazione io deduco che la riceve solo se non mostra vero pentimento e la determinazione di non guardare mai più materiale pornografico
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    18/09/2008 09:49


    Caro @ndre@88, la risposta sta in questa riflessione:

    "Da ciò non si deduce che "essendo pentito" non subisca la disassociazione, assolutamente. Se ha causato grave danno alla Congregazione, se ha fatto inciampare altri, così come dalla ipotesi realistica, verrebbe disassociato ugualmente.
    Però, questo dovrebbe essere, come accennato da Christian, una decisione collegiale."

    E' stato detto che "Gli anziani non sono giudici in questo caso, ma compagni d'opera." Ma, come ha ben replicato Kejeca "gli anziani sono giudici durante un comitato giudiziario sia che esso porti alla disassociazione o no."
    Quindi, essendo essere umani/giudici/compagni d'opera, devono giustamente farsi guidare dalla bibbia e dall’esperienza.

    Dedurre nasce dalla conoscenza, dall'esperienza e dal buon senso, ricordando che la decisione è sempre collegiale.
    Gli anziani hanno una grossa responsabilità nell'esercizio del loro incarico, ritengo che le loro decisioni, in ambito religioso/giudiziario, siano in armonia ai principi divini.

    In dubis abstine.

    Christian E. Maccarone
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    24/09/2008 22:16

    Va bene, grazie.
    Ma questo è il vostro pensiero o il pensiero dell'organizzazione, se è il vostro pensiero io vi dico va bene grazie, ma se ritenete sia il pensiero dell’organizzazione dei testimoni di Geova ci sarà pure una rivista o qualcosa che possa essere presa come prova scritta del pensiero della società.
    Una cosa cosi importante non penso rimanga priva di una direttiva precisa per aiutare degli anziani a valutare al meglio le situazioni che gli si presentano davanti
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    24/09/2008 22:57


    Tutto quello che è stato scritto rispecchia il pensiero della nostra Confessione. Nelle riviste non può essere "presentato" l'atteggiamento di ogni singolo anziano. Si presentano i vari suggerimenti e le indicazioni affinché le decisioni degli anziani siano equilibrate ed in armonia ai sacri principi biblici.

    Gli anziani hanno delle direttive riportate nel "Kingdom School" (KS) che sviluppano le varie situazioni che abbiamo immaginato nei vari post.

    Puoi sempre chiedere informazioni agli anziani locali.
    Diversamente, per uno studio accurato puoi cercare nel WTLibrary.

    Admin-Rosvita
    [SM=g7348]

    [SM=x1061966] Stop à la désinformation
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    25/09/2008 18:17

    Mi dispiace doverlo dire ma la vostra capacità di rimbalzare le domande che vi vengono fatte è imbarazzante.
    Io ho chiesto delle informazioni sulla dissociazione, mi sono state dette delle belle parole e dei bei pensieri, allora ho chiesto se sono idee personali e la possibilità di verificare che non lo siano leggendo articoli che confermassero il punto di vista della società.
    Di tutta risposta mi viene detto:


    Tutto quello che è stato scritto rispecchia il pensiero della nostra Confessione. Nelle riviste non può essere "presentato" l'atteggiamento di ogni singolo anziano. Si presentano i vari suggerimenti e le indicazioni affinché le decisioni degli anziani siano equilibrate ed in armonia ai sacri principi biblici.

    Gli anziani hanno delle direttive riportate nel "Kingdom School" (KS) che sviluppano le varie situazioni che abbiamo immaginato nei vari post.

    Puoi sempre chiedere informazioni agli anziani locali.
    Diversamente, per uno studio accurato puoi cercare nel WTLibrary.

    Admin-Rosvita

    Io non ho chiesto questo!!
    VOI siete in grado di dimostrare quello che dite o no.
    Hai citato il KS ora mi chiedo come qualcuno del sesso femminile ( come afferma il tuo profilo) possa citare un libro che tra l’altro non ha l’ opportunità di leggere essendo esplicitamente un libro a solo uso degli anziani di congregazione e che non devono condividere con altri.

    Se conosci il KS dimmi per favore la pagina dove viene menzionata la direttiva che sto chiedendo poi indipendentemente se io chiederò informazioni ai miei anziani oppure no, voi avrete dato informazioni attendibili altrimenti ci sarà sempre qualcuno che ci dirà che siamo dei creduloni capaci di accettare per oro colato tutto cio che ci viene detto senza usare la nostra testa.
    Riepilogo:
    esiste una pubblicazione della società che esprime con chiarezza, senza dover prendere in questione il singolo caso, l’idea che un trasgressore anche se pentito possa essere ugualmente disassociato, se esiste potete riportare il riferimento della pubblicazione anche se questo dovesse essere una circolare o il KS.
    GRAZIE……….
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    25/09/2008 22:37

    Caro @ndre@88, non mi sono mai piaciute le persone che "sparano sentenze". E' abbastanza grave quello che affermi: "Mi dispiace doverlo dire ma la vostra capacità di rimbalzare le domande che vi vengono fatte è imbarazzante."
    Qui non siamo giocolieri e rispettiamo tutte le persone.

    Sia Christian che Filippo ti hanno spiegato con logica ragionata il punto. Potremmo citarti tutte le riviste che vertono su questo argomento. La redazione mi ha preparato parte di uno studio (W81 15/12 pagg. 25-26)

    È PENTITO?

    13 Uno dei compiti più onerosi per gli anziani che trattano un caso di trasgressione è quello di decidere se il peccatore mostra vero pentimento o no. Non devono giudicare basandosi semplicemente sulle apparenze. Quindi, non essendo in grado di leggere i cuori, devono esercitare grande discernimento, equilibrio e sapienza nel valutare l’errore, la sua relazione con la legge di Dio e ciò che il peccatore dice e fa.

    14 Gli anziani non devono essere frettolosi nel concludere che vi sia pentimento. Perché? Ebbene, se erroneamente giudicassero che il peccatore è pentito, ciò potrebbe avere dannose ripercussioni su tutto il gregge. Per contrasto, vogliate notare un esempio biblico riguardante un trasgressore della congregazione di Corinto. Dopo essere stato espulso per un certo periodo di tempo, egli fu riammesso in quanto effettivamente pentito. In che modo i fratelli avrebbero ora dovuto trattarlo? I corinti, avendo fiducia nel giudizio che lo riconosceva pentito, furono incoraggiati a ‘perdonarlo benignamente e confortarlo’, ‘confermandogli il loro amore’. (II Cor. 2:6-8) Lo stesso avviene oggi quando un comitato decide che il trasgressore è pentito. Ma se si fossero sbagliati a giudicare e avessero restituito alla congregazione un trasgressore che non era veramente pentito, avrebbero messo in pericolo la purezza morale e spirituale dell’intero gregge. — I Cor. 5:6.

    15 Cosa può cercar di notare il comitato per determinare se il trasgressore è veramente pentito? La persona pentita non cerca di minimizzare o giustificare la sua condotta errata. Riconosce nella sua mente l’erroneità di ciò che ha fatto e nel suo cuore prova profondo rammarico per aver peccato contro Dio. (Ger. 3:25; Atti 3:19) Perciò gli anziani che trattano il caso devono accertarsi che tale rammarico o tristezza esista.

    16 Gli anziani possono dover distinguere fra la “tristezza del mondo” e la “tristezza secondo Dio [che] produce il pentimento alla salvezza”. (II Cor. 7:10) Un individuo colpevole di trasgressione potrebbe provare tristezza per un senso di fallimento personale, per la vergogna di essere stato smascherato o per la possibilità di dover affrontare la disciplina. Ma tale “tristezza del mondo” non significa che egli sia triste per aver peccato contro Dio o aver recato biasimo su Dio e sul Suo popolo, cose che indicherebbero una “tristezza secondo Dio”. Sebbene Esaù spargesse lacrime per la perdita del suo diritto di primogenitura, Geova sapeva che Esaù non era veramente pentito di cuore. Perciò se una persona colpevole di un grave peccato scoppia a piangere, gli anziani devono cercare di determinare se lo fa per “tristezza secondo Dio”. Potrebbe darsi. Ai giorni di Esdra il popolo ‘pianse a dirotto’ dopo aver udito la sua fervida preghiera riguardante il loro peccato, e Pietro pianse amaramente dopo aver rinnegato Gesù. — Gen. 25:29-34; 27:34; Esd. 10:1; Luca 22:59-62.

    17 Questi esempi scritturali fanno capire perché gli anziani non possono giudicare semplicemente sulla base di uno sfogo emotivo. Le persone differiscono in quanto a costituzione emotiva e autocontrollo. Perciò, con o senza lacrime, la cosa importante è che il trasgressore sia toccato nel suo cuore, abbia uno spirito di contrizione, provi cioè profondo rammarico per aver offeso Geova e danneggiato la sua relazione con Lui. (Sal. 51:1-4) Di conseguenza gli anziani vorranno probabilmente sapere se il trasgressore ha fatto confessione a Geova in preghiera, chiedendogli perdono come fece Davide. — Sal. 32:3-5; 41:4; Ger. 31:19.

    18 Se la persona ha volontariamente confessato il peccato agli “anziani della congregazione”, questa potrebbe essere un’utile indicazione della sua condizione di cuore. (Giac. 5:14, 16) Ma che dire se non avesse confessato volontariamente e la verità dovesse essere appurata mettendo la persona di fronte alle prove o alle dichiarazioni dei testimoni? La persona potrebbe ancora tornare in sé (lì all’udienza), riconoscendo il suo peccato. (Si noti per esempio il pentimento di Davide per il peccato commesso con Betsabea, in II Samuele 12:1-13). Ma soprattutto quando è stato necessario impartire una lunga riprensione prima che il trasgressore cominciasse a dare qualche segno di pentimento, il comitato dovrebbe esercitare cautela. Devono essere convinti che la condizione di cuore del trasgressore sia cambiata e che egli abbia lo zelo di correggere il torto, e sia assolutamente deciso a non ricadervi in futuro. — II Cor. 7:10, 11; Riv. 3:19.

    19 Il trasgressore dovrebbe provare dolore per il disonore recato sulla congregazione di Dio. Quando Davide peccò effettuando un censimento e si rese conto di ciò che aveva fatto, riconobbe la stoltezza della sua azione. Quando poi ne vide le tragiche conseguenze abbattersi sull’intera nazione, fu spinto a dire: “Ecco, io ho peccato e son io che ho fatto il torto; ma queste pecore, che hanno fatto?” (II Sam. 24:10, 17) Perciò, il trasgressore prova vero rimorso per il biasimo, i problemi e il dolore che può aver arrecato alla congregazione?

    “OPERE DEGNE DI PENTIMENTO”

    20 L’apostolo Paolo esortò le persone a “pentirsi e volgersi a Dio, facendo opere degne di pentimento”. (Atti 26:20) Ai giorni di Neemia, quando gli ebrei si pentirono per aver preso mogli straniere, compirono un’azione concreta che fu indice di pentimento. (Nee. 9:1, 2; confronta Giona 3:5-10). Di conseguenza, trattando un grave caso di peccato, gli anziani si interesseranno di vedere se il trasgressore ha ‘prodotto frutti degni di pentimento’. — Matt. 3:8.

    21 Se ha peccato contro un individuo, gli ha confessato il suo peccato chiedendogli perdono? Per esempio, se ha commesso adulterio, lo ha confessato al suo coniuge innocente, chiedendogli perdono? Qualora il trasgressore sia colpevole di frode, ha fatto qualche passo per compensare la perdita arrecata? Può darsi che in alcune circostanze egli non sia in grado di rimediare a tutto il danno causato, ma dà prova che farà passi ragionevoli per compensare l’eventuale danno? (Luca 19:8) In sintesi, fino a che punto il colpevole ha prodotto ‘frutti degni di pentimento’?

    22 Forse il peccato è da attribuire al fatto che sono stati ignorati i consigli scritturali. Per esempio, la persona può aver frequentato regolarmente a scopo di svago compagni di lavoro mondani, e questa malsana compagnia può averlo condotto all’immoralità. Perciò, ha smesso il trasgressore di frequentare tali compagnie? (Prov. 13:20; I Piet. 4:3, 4) Inoltre, ha fatto lo sforzo di riunirsi regolarmente col popolo di Dio e ha manifestato un sincero desiderio di lodare Dio come puro adoratore? Nessuno di questi ‘frutti’ costituisce l’unico criterio per determinare che il peccatore è pentito. Gli anziani si interesseranno di vedere che egli frequenti compagnie sane, assista alle adunanze cristiane e sia zelante nel servizio di campo, perché accettano il punto di vista di Dio secondo cui devono esserci “opere degne di pentimento”.

    23 Il comitato giudiziario dovrebbe interessarsi seriamente di mantenere pura la congregazione, e dovrebbe stare particolarmente attento nel caso in cui il trasgressore abbia segretamente praticato un grave peccato per un lungo periodo di tempo. Lo stesso varrebbe qualora avessero a che fare con un individuo che ha adottato un comportamento peccaminoso e che poi apparentemente si è pentito. Forse ha peccato diverse volte, ma ogni volta, giacché sembrava pentito, ha ricevuto una riprensione e gli è stato concesso di rimanere nella congregazione. Ora ha peccato di nuovo. In questi casi gli anziani, tenendo presente anche il benessere dell’intero gregge, devono considerare se la sua vita costituisce una vera prova che egli sta producendo ‘frutti degni di pentimento’. Col suo modo di vivere non ha forse mostrato che la sua appartenenza alla congregazione di Dio è molto discutibile? — Sal. 119:104; Rom. 12:9.

    24 A volte il peccatore è incallito o bellicoso, non manifestando vero pentimento nonostante i sinceri e pazienti sforzi degli anziani. (Eccl. 8:11) Essi non sono tenuti a riunirsi ripetutamente con un tale trasgressore come se lo supplicassero o lo implorassero di pentirsi. Ma in alcuni casi potrebbero sentire il bisogno di riunirsi di nuovo col peccatore, se l’evidenza circa i suoi sentimenti, i suoi motivi e il suo pentimento non fosse del tutto chiara. Dopo che egli ha avuto il tempo di pregare e di riflettere sulla precedente considerazione scritturale, la questione del suo pentimento può forse chiarirsi.

    25 La responsabilità degli anziani di determinare se la persona è veramente pentita è gravosa. Devono mostrare misericordia e aiutare i trasgressori che sono veramente pentiti. Nello stesso tempo, però, devono stare in guardia per non mostrare un’immeritata compassione che potrebbe lasciar rimanere un pericoloso “lievito” in seno alla congregazione. — Gal. 5:9.

    Ho evidenziato alcuni aspetti in neretto.

    Dopo la lettura di questo studio, spero tu prenda coscienza che ti sei alterato senza motivo.

    In merito al KS, non ho letto da nessuna parte che le sorelle non possono citarlo (ti ricordo che alcune pubblicazioni spiegano cosa è il KS. Pertanto, citarlo non credo sia peccato).
    Se pensi che le sorelle debbano astenersi dal parlare di KS, ti pregherei di citare una pubblicazione, un Ministero o una circolare della filiale.

    Il libro "Intolleranza Religiosa alle soglie del Duemila" a pag. 108, citando il Ks mette in risalto quanto segue: "Il contenuto di questo libro di testo per la scuola del Regno è stato preparato per addestrare e aiutare i sorveglianti cristiani...".
    Mi pare che io ho precisato la stessa cosa con parole simili. Daltronde la scrittura base è Atti 20:28 "Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge".

    Admin-Rosvita
    [Modificato da Amministrazione Forum. 26/10/2010 17:14]
    [SM=x1061966] Stop à la désinformation
    OFFLINE
    Post: 200
    Post: 44
    Città: IMOLA
    Età: 36
    Sesso: Maschile
    26/09/2008 00:44

    Mi dispiace farti notare che se c’è qualcuno che si è alterato questa sei proprio tu, e lo dimostrano le tue parole iniziali, ti faccio notare che con quell’ ABBIAMO tu ti sei inclusa come colei che e al corrente di queste informazioni.

    Gli anziani hanno delle direttive riportate nel "Kingdom School" (KS) che sviluppano le varie situazioni che abbiamo immaginato nei vari post.

    La tua affermazione indica chiaramente che sei al corrente delle informazioni del KS che sviluppano le varie situazioni

    Allora mi sono, penso anche in maniera lecita, sentito in dovere di chiederti come fai ad essere in possesso di tali informazioni, io ho l’abitudine di citare solo cose delle quali conosco la fonte, evidentemente queste sono virtù rare.

    Per quanto riguarda il KS non ho assolutamente detto che un donna non lo possa citare e mi guarderei bene da dire una cosa del genere, probabilmente non hai mai letto l’articolo del codice della strada che ti impone di essere munita di carta di circolazione del tuo mezzo ma sapendo che nel codice c’è scritto potresti citarlo con libertà di parola, se uno indipendentemente dal suo sesso fa riferimento ad una pubblicazione dovrebbe quantomeno sapere di cosa sta parlando e avere la certezza che in quella pubblicazione esiste veramente l’argomento in questione, come siamo sicuri che da qualche parte c’è scritto che dobbiamo girare muniti di carta di circolazione del proprio mezzo, ( Art.93/1 del codice della strada) il fatto che uno citi pagina e paragrafo di una pubblicazione non vuole necessariamente dire che abbia l’opportunità di leggerlo ma in un post come questo dove presumo alcuni quella pubblicazione l’hanno, gli permetterà di verificare l’attendibilità delle vostre parole.

    Questo non è un “ sparare sentenze” è la prova provata che cio che ho detto nel precedente post corrisponde a verità, in effetti anche la rivista da te citata non dice in maniera chiara che se uno è pentito possa essere disassociato ugualmente, ma da risalto alla responsabilità che gli anziani hanno nel riuscire a cogliere il VERO pentimento, scusami ma da ciò che hai citato da quella rivista dove è che tu capisci che uno VERAMENTE pentito può venire ugualmente espulso dalla congregazione?

    Ripeto:
    esiste una pubblicazione della società che esprime con chiarezza, senza dover prendere in questione il singolo caso, l’idea che un trasgressore anche se pentito possa essere ugualmente disassociato, se esiste potete riportare il riferimento della pubblicazione anche se questo dovesse essere una circolare o il KS.
    GRAZIE……….


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    - - - - . . . . . . . . . . . . . - - -Rispetta i bambini. No alla pedopornografia. - - - . . . . . . . . . . . . . - - - -



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