Vi posso raccontare la mia infanzia?

Spero di costringervi, amici lettori di questo forum, alla lettura di un post di una presunta operatrice scolastica presente in una discarica e dei miei dolori gastroenterici.
Naturalmente l’espressione “operatrice scolastica” la rende orgogliosa e la fa diventare tronfia come un tacchino.
Chiedo scusa ai VERI OPERATORI SCOLASTICI, ma c’è gente che se non racconta favole, non si sente realizzata.

Rendetevi conto leggendo il post:

"ciao a tutti ,riguardo a questo argomento son sempre piu convinta che ai bambini non faccia per gnente bene frequentare le adunanze e ne ho avuto una conferma da poco.Io faccio l operatrice scolastica in una scuola elementare della mia citta,una maestra mi parla dello strano comportamento di un bimbo , violento sia con altri bimbi che nel modo di giocare ,mi dice che era rimasta scioccata da alcuni disegni che aveva fatto il bambino,vedendoli anche io rimango scioccata ....scene racapriccianti,quasi da film disegnati nei minimi particolari,scene di sevizie su corpi e vari modi di uccidere con tanto di sangue ecc ....in altri disegni non poteva che mancare il diavolo!!!Poi la maestra mi diceva che il bambino parla spesso ad altri bambini di diavolo e demoni ecc ,e che la cosa la preoccupa molto e ha deciso di parlare coi genitori...bhe alla fine del discorso non solo i genitori erano in fase di separazione ma mi diceva sono anche tg!!!sono rimasta senza parole!!!"


Io, invece le parole le ho e le uso.

Ora permettetemi una semplice considerazione: “Un post del genere, oltre che a trasmettermi poche sensazioni, mi dimostra quanta IGNORANZA e complicata intolleranza contiene il forum che lo propone.” Io da bambino ho convissuto con le favole. Mia nonna mi raccontava spesso quella di Cappuccetto rosso. Certo il lupo aveva divorato una povera vecchietta e si apprestava a divorare la povera cappuccetto rosso (ma come si chiamava ‘sta ragazzina?). Non ho mai dimenticato queste lapidarie parole che le fertili penne dei fratelli Grimm hanno scolpito a duratura memoria (non come i nomi dei 250 pellegrini scolpiti sulla piramide e poi erosi dal tempo e dall’intemperie) nei miei nitidi ricordi: “E come ebbe detto queste parole, il lupo balzò dal letto e ingoiò la povera Cappuccetto Rosso”. Storie di ordinaria violenza e di cannibalismo che questa operatrice scolastica consiglierebbe ben volentieri ai bambini senza sconvolgimenti e col sorriso sulla bocca.
Ancora con i pantaloncini corti, a dire il vero anche in questo momento sto con i pantaloncini corti ma per mia comodità e perché sto godendo di alcuni giorni di ferie, vissi quella esperienza cappuccettorossina in modo traumatico.
Solo dopo varie sedute dallo psicologo e qualcuna dallo psichiatra e un non indifferente esborso di denaro dei miei genitori, riuscii a prendere sonno la notte. Mia nonna non si accorse mai di niente.

Non capì mai perché la notte “guerreggiavo” contro i mulini a vento” e la mattina seguente raccontavo lorenzate (?). Lei, quanto era dolce mia nonna, cambiò libro e cambiò storia. Tutta contenta ricominciò a nutrirmi di latte e fiabe.
Dopo la tragica morte di Cappuccetto Rosso (sarà risuscitata?) mia nonna materializzò, con la sua vocina stridula e traballante a causa di un collante per dentiere scaduto, la favola di Hansel e Gretel.

Ho ancora davanti agli occhi i due fratellini e la strega che li vuole mangiare. Li attira in una trappola che rischia di diventare mortale. Aiutati dalla razionalità Hansel e Gretel scoprono il pericolo e nel forno finisce la strega. Credetemi, mi sentivo tutto accaldato, forse mi immedesimavo troppo, e spesse volte avevo l’impressione di far puzza di bruciato. Meno male che mia nonna non conosceva la Divina Commedia, pensate un po’, gli veniva in mente di raccontarmi l’inferno dantesco, sarei arrostito in un batter di ciglio. Ma a proposito, quei poveri bambini che si approcciano alla chiesa ed incominciano a gustare le fiamme dell’inferno con persone/anime/spiriti/nani/mangiafuoco che patiscono le pene, scusate la ripetizione, dell’inferno, avranno subito qualche trauma o gli operatori scolastico-religiosi avranno fatto capire che all’inferno non si sta mica tanto male.
Sì, c’è un po’ di caldo, ma anche in Africa c’è caldo e gli africani ridono e ballano sempre. Al limite, basta accendere un buon climatizzatore.
E mia madre a spalmare argilla, ad attaccare Cerotti antinfiammatori, bendaggi occlusivi con pomate antinfiammatorie, bagni in acqua con soluzioni saline ecc.
Sono arrivato perfino alla crioterapia.

Ritornando alle cose più serie, pensate faccia male ai nostri figli sapere che Qui, Quo, Qua sono figli senza genitori, magari figli di due disgraziati che dopo un rapporto sessuale li hanno abbandonati al loro destino?
E chi non ha avuto un aumento dell'emissione della quantità giornaliera di feci con diminuzione della loro consistenza e da un aumento della frequenza di scarica dell'alvo sapendo che Tip e Tap sono il frutto (o i frutti) di un rapporto fra la misteriosa signora Topolonia che li affida in custodia al cognato/fratello "per qualche tempo", perché deve intraprendere un viaggio alla ricerca del loro padre?
Che famiglia esemplare, sicuramente due adulteri.
Poi, da fanciullo, seppi che il povero Pollicino fu abbandonato da un ingrato genitore nella foresta, ma di questa storia vi racconterò alla prossima immondizia che scaricheranno in quel forum di operatori ecologici.
Sì, lo confesso, ho avuto una crescita sofferta e travagliata. Sono cresciuto con tante fisime, mi è rimasta solo una piccola traccia di sensibilità e di lucentezza (si può dire?), quel poco che mi da la possibilità di dire a questa millantatrice che si VERGOGNI.

Chiedo scusa alle operatrici scolastiche e a tutti coloro che per l’infanzia si spendono, con sacrificio ed abnegazione.

Non avevo letto questa discussione.
Le tue riflessioni, oltre ad essere gradevoli sono anche profonde.
Complimenti!