Famiglia Cristiana, il settimanale cattolico, muove al ministro Maroni, ai ministri cattolici, al governo Berlusconi, un attacco durissimo, che rivela una fondamentale incomprensione.
Una certa parte dell'establishment cattolico non ha mai veramente accettato di considerare l'immigrazione clandestina per quel serio problema che essa è diventata, da quando si è tramutata in un fenomeno di massa. Né di prendere le distanze da un certo lassismo del passato.
Che in molte comunità di immigrati clandestini siano frequenti lo scambio di identità e lo sfruttamento dei minori, è sotto gli occhi di tutti. La sinergia fra le due pratiche criminose, cioè scambiare le identità dei minori che si sottopongono a sfruttamento, è tanto più odiosa, oltre che difficilissima da contrastare.
Senza "identificazione biometrica", cioè senza impronte digitali, non si riporteranno legalità e sicurezza fra i nomadi clandestini, così come occorre fare in ogni altra realtà marginale o in ogni ghetto dove, sinora, si sono lasciate dilagare clandestinità e illegalità.
Si possono esprimere, legittimamente, riserve e preoccupazioni. Si può chiedere di discutere tempi e modi. Si può esigere di poter controllare e monitorare.
Non si può invece, a nostro modesto parere, impedire agli organi dello stato di operare più capillarmente e di fare, finalmente, ciò che è necessario.
La posta in gioco è troppo alta.
Ogni volta che le forze dell'ordine accettano di essere deboli con i forti, i prepotenti, i furbi, gli abusivi, i clandestini, si avvicina sempre di più il baratro di una società degradata, dove i primi a pagare saranno proprio i più poveri, i più anziani, i più indifesi, gli ultimi.
All'incomprensione, venata di intolleranza e di malcelata supponenza, di Famiglia Cristiana, rispondiamo con la nostra santa impazienza di voler vedere risultati, da una politica più seria, più operosa, fatta con meno parole e contrassegnata dai risultati.
Pescata in Rete.
Stop à la désinformation