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Testimoni di Geova: Risposte a Domande
 
 
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Genesi 3:22

Ultimo Aggiornamento: 23/02/2013 19:08
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28/05/2009 21:54


Delemme

Se il peccato e la morte sono una conseguenza del peccato adamico e se Maria era esente da questo peccato, perché concepita immacolata, la sua morte, non contraddice questo dogma?



Su questo sarebbe più discreto non pronunciarsi.
Infatti leggi Genesi 3:22

"Ecco l'uomo è diventato simile a uno di noi..(ladro) conoscendo il bene e il male (da poterlo attuare o ad averlo già attuato) ora onde non stenda la mano ed effettivamente prenda dell'albero della vita e mangi e viva a tempo indefinito"

E strano ma sembra che per una questione di coerenza alle leggi, Adamo poteva ottenere la vita eterna, come ce l'ha Satana da persona ribelle.

Ovvio che questo non ne impedisce la sua distruzione non essendo immortale.

Non è da tutti capire che avere vita eterna può significare solo non morire di vecchiaia e malattia.

Ciao


[Modificato da dispensa. 28/05/2009 21:56]
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29/05/2009 09:23

Re:
dispensa., 28/05/2009 21.54 Delemme

Se il peccato e la morte sono una conseguenza del peccato adamico e se Maria era esente da questo peccato, perché concepita immacolata, la sua morte non contraddice questo dogma?



Su questo sarebbe più discreto non pronunciarsi.
Infatti leggi Genesi 3:22

"Ecco l'uomo è diventato simile a uno di noi..(ladro) conoscendo il bene e il male (da poterlo attuare o ad averlo già attuato) ora onde non stenda la mano ed effettivamente prenda dell'albero della vita e mangi e viva a tempo indefinito"

Non ho capito il passaggio e la parola ladro fra parentesi.
Il versette evidenzia che Dio e Gesù conoscevano “il bene e il male” e con la disubbidienza, i nostri progenitori furono in grado di fare la stessa cosa.


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    29/05/2009 15:01


    Non ho capito il passaggio e la parola ladro fra parentesi.
    Il versette evidenzia che Dio e Gesù conoscevano “il bene e il male” e con la disubbidienza, i nostri progenitori furono in grado di fare la stessa cosa.


    Adamo il male e il bene lo conosceva anche prima di peccare tanto che non fu ingannato, perchè aveva chiaro l'errore.
    Anche la moglie comunque sapeva, era stata informata riguardo a quello che era male.

    Poi conobbero il male nel senso di averlo praticato, il male per loro era quello di essersi ribellati alla volontà di Dio.
    L'albero rappresentava proprio quello di conoscere il male nel senso di praticarlo...come ribelli, determinando per se cosa era il bene.
    Il bene per Adamo era stato quello di seguire e non perdere la moglie.

    Il bene per Adamo a questo punto da ribelle poteva essere quello di prendere anche quello a cui non aveva diritto, come aveva già fatto, cioè prendendosi anche dell'albero della vita.

    Non ti dice nulla che Adamo peccatore, ribelle alla verità, e all'amore di Dio divenne simile "a uno di loro" conoscendo il bene e il male come ribelle, e che quindi poteva fare il furbo?

    A chi era divenuto simile Adamo ribelle, a Dio ? A Gesù? O "a uno" della famiglia celeste che conosceva il male come lo aveva conosciuto Adamo peccando?

    Ciao
    [Modificato da dispensa. 29/05/2009 15:09]
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    Re:
    94302697=dispensa., 29/05/2009 15.01

    ..............Non ti dice nulla che Adamo peccatore, ribelle alla verità, e all'amore di Dio divenne simile "a uno di loro" conoscendo il bene e il male come ribelle, e che quindi poteva fare il furbo?

    A chi era divenuto simile Adamo ribelle, a Dio ? A Gesù? O "a uno" della famiglia celeste che conosceva il male come lo aveva conosciuto Adamo peccando?

    Ciao


    Non mi pare accettabile questo ragionamento. Geova qui usò l’espressione “uno di noi”. Satana non faceva più parte della schiera dei suoi fedeli angeli, per cui non poteva essere incluso fra coloro che stavano dalla parte di Dio.

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    29/05/2009 15:25


    Non mi pare accettabile questo ragionamento. Geova qui usò l’espressione “uno di noi”. Satana non faceva più parte della schiera dei suoi fedeli angeli, per cui non poteva essere incluso fra coloro che stavano dalla parte di Dio.



    Mettiti nei miei panni, io non trovo accettabile che Adamo non facente più parte come figlio fedele, sia diventato come persona infedele simile a uno di noi Gesù o Dio.

    Quindi uno di noi non poteva essere riferito a Gesù o a Dio, ma solamente all'angelo ribelle, uno di noi solo come stato di natura.

    Ribadisco perciò l'accostamento di somiglianza a uno degli spiriti,in questo caso somiglianza immorale con la possibilità che Adamo andava a rubare dell'altro frutto .
    [Modificato da dispensa. 29/05/2009 15:33]
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    29/05/2009 15:43

    Re:
    dispensa., 29/05/2009 15.25]

    Non mi pare accettabile questo ragionamento. Geova qui usò l’espressione “uno di noi”. Satana non faceva più parte della schiera dei suoi fedeli angeli, per cui non poteva essere incluso fra coloro che stavano dalla parte di Dio.



    Mettiti nei miei panni, io non trovo accettabile che Adamo non facente più parte come figlio fedele, sia diventato come persona infedele simile a uno di noi Gesù o Dio.


    Non è stato dato un premio ad Adamo, ma si è trovato in una condizione tale da "divenire uno di noi".

    Quindi uno di noi non va riferito in senso morale, ma semplicemente come uno della famiglia celeste..cioè uno dallo stato di natura non umana

    Se fosse stato così, Adamo avrebbe dovuto trovarsi in cielo; o perlomeno, dopo il peccato, trasformarsi avendo libero accesso al cielo. Ma la Bibbia non dice questo.
    La Bibbia ci informa che i nostri progenitori non ebbero più accesso nel Giardino di Eden ma rimasero sulla terra.


    Ribadisco perciò l'accostamento di somiglianza a uno degli spiriti,in questo caso somiglianza immorale con la possibilità che Adamo andava a rubare dell'altro frutto.

    Su questo, possiamo dire che con l'azione di disubbidienza, Adamo ed Eva si comportarono come Satana.
    [Modificato da F.Delemme 23/02/2013 19:08]
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    29/05/2009 16:09


    Se fosse stato così, Adamo avrebbe dovuto trovarsi in cielo; o perlomeno, dopo il peccato, trasformarsi avendo libero accesso al cielo. Ma la Bibbia non dice questo.
    La Bibbia ci informa che i nostri progenitori non ebbero più accesso nel Giardino di Eden ma rimasero sulla terra.



    Non sto andando ot

    Consigliavo che non si può sostenere che Maria sia senza peccato sostenendo che è morta. Spiego dopo.

    L'avevo già prevista questa obiezione, e approfondisco al momento correggendomi.
    Io posso essere immoralmente simile a uno della famiglia degli spiriti, ma non per questo essere io pure uno spirito.
    Si dice solamente che Adamo è diventato simile all'angelo ribelle, e non si basa la somiglianza tra Adamo e satana, di stato di natura, perchè è espresso chiaramente che Adamo "è simile" a costui in senso di "conoscere" una condizione di bene e di male da ribelle. Perciò l'aspetto di somiglianza non riguarda affatto uno stato di natura tra Adamo e costui, ma di immoralità.


    Resta la domanda, ma uno di noi...chi?
    Ora per capire chi è questo qua, basta risalire alla fonte di chi fa la citazione, e che appartiene al reame celeste, perchè satana vi appartiene di certo...si può dunque annoverare tra questi di questo reame.
    Uno di noi rispetto a chi parla non può essere in senso morale, ne vi è alcuna cosa che lo faccia pensare, quindi l'espressione può far risalire solo alla categoria o famiglia a cui appartiene costui come spirito.
    29/05/2009 17:38

    X Delemme


    Uno di noi rispetto a chi parla non può essere in senso morale, ne vi è alcuna cosa che lo faccia pensare, quindi l'espressione può far risalire solo alla categoria o famiglia a cui appartiene costui come spirito.



    Questo non toglie la somiglianza che ha tale spirito con Adamo rispetto alla condizione di autodeterminare e applicare per se cosa e bene e cosa e male.
    Aspetto che toccherebbe solo al vero Dio deciderlo per le sue creature come per se stesso..e a nessun altro.

    Quindi anche volendo venire incontro alla tua idea, nel senso che quel noi rappresenti Dio e Gesù e i suoi angeli, questo sarebbe improprio

    Questo perchè Gesù Cristo in quanto a conoscere il bene e il male,era simile con Adamo solo fino a quando quest'ultimo non aveva ancora peccato.
    Cristo non si era mai preso l'autodeterminazione di ciò che era bene o male per lui, non conobbe mai questo bene e male gestito indipendentemente dalla volontà di Dio, e che divenne invece poi la condizione dell'Adamo ribelle, e ladro, e di sua moglie, e degli angeli ribelli.

    Solo nel caso che credessimo a un Dio trino potresti avere ragione, nel senso che il Figlio come il Padre determinano per se il male e il bene...ciò giustificando la espressione al plurale.

    Però "uno di noi" è scritto minuscolo...

    Ringrazio per aver messo la discussione in un altra posizione.
    [Modificato da dispensa. 29/05/2009 17:42]
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    29/05/2009 19:05

    Re:
    dispensa., 29/05/2009 17.38:

    X Delemme


    Uno di noi rispetto a chi parla non può essere in senso morale, ne vi è alcuna cosa che lo faccia pensare, quindi l'espressione può far risalire solo alla categoria o famiglia a cui appartiene costui come spirito.



    Questo non toglie la somiglianza che ha tale spirito con Adamo rispetto alla condizione di autodeterminare e applicare per se cosa e bene e cosa e male.
    Aspetto che toccherebbe solo al vero Dio deciderlo per le sue creature come per se stesso..e a nessun altro.

    Quindi anche volendo venire incontro alla tua idea, nel senso che quel noi rappresenti Dio e Gesù e i suoi angeli, questo sarebbe improprio

    Questo perchè Gesù Cristo in quanto a conoscere il bene e il male,era simile con Adamo solo fino a quando quest'ultimo non aveva ancora peccato.
    Cristo non si era mai preso l'autodeterminazione di ciò che era bene o male per lui, non conobbe mai questo bene e male gestito indipendentemente dalla volontà di Dio, e che divenne invece poi la condizione dell'Adamo ribelle, e ladro, e di sua moglie, e degli angeli ribelli.

    Solo nel caso che credessimo a un Dio trino potresti avere ragione, nel senso che il Figlio come il Padre determinano per se il male e il bene...ciò giustificando la espressione al plurale.

    Però "uno di noi" è scritto minuscolo...

    Ringrazio per aver messo la discussione in un altra posizione.




    Qualsiasi discorso, se non supportato da almeno una scrittura, rientra nel campo delle ipotesi.
    Dopo che Adamo ed Eva ebbero mangiato il frutto proibito (Ge 2:17; 3:5, 6), Dio disse a colui che aveva associato a sé nell’opera creativa (Gv 1:1-3): “Ecco, l’uomo è divenuto simile a uno di noi conoscendo il bene e il male”. (Ge 3:22)
    Questo passaggio risulta chiaro se consideriamo Cristo artefice delle opere creative.
    Alla luce di ciò, qual é il senso delle parole di Genesi 3:22? Dio non si riferiva solo al sapere ciò che era bene e ciò che era male per loro, perché il primo uomo e la prima donna avevano tale conoscenza grazie ai comandi che Dio aveva dato loro.
    Non è malvagio pensare che Adamo ed Eva avevano acquistato conoscenza del bene e del male nel senso particolare di giudicare da sé ciò che era bene e ciò che era male. In sostanza misero il proprio giudizio al di sopra di quello di Dio: disubbidirono divenendo legge a se stessi, per così dire, anziché ubbidire a Geova.
    La conoscenza, penso non può essere il discernimento morale, che l’uomo innocente aveva già e che Dio non poteva rifiutare alla sua creatura ragionevole. Pertanto, escludendo queste possibilità, non resta che la facoltà di decidere da se stessi ciò che è bene e male, e di agire di conseguenza: una rivendicazione di autonomia morale con la quale l’uomo rinnega il suo stato di creatura.
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    “Ecco, l’uomo è divenuto simile a uno di noi conoscendo il bene e il male”. (Ge 3:22)



    Credo di aver letto e riflettuto centinaia di volte questo passaggio della Bibbia.

    Una delle spiegazioni più intuitive che mi hanno permesso di capirne il senso è che si tratti di una esclamazione ironica da parte di Dio.

    Se l'uomo, creatura di Dio, ha il senso dell'umorismo e dell'ironia, non vedo perchè Dio non possa utilizzarla in un simile contesto.

    Penso che questo semplifichi parecchio altre interpretazioni che mi sembrano un po' "frastagliate".

    Mia opinione personale e discutibilissima!

    Saluti
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    Re:
    parliamonepino, 30/05/2009 11.00:


    “Ecco, l’uomo è divenuto simile a uno di noi conoscendo il bene e il male”. (Ge 3:22)



    Credo di aver letto e riflettuto centinaia di volte questo passaggio della Bibbia.

    Una delle spiegazioni più intuitive che mi hanno permesso di capirne il senso è che si tratti di una esclamazione ironica da parte di Dio.

    Se l'uomo, creatura di Dio, ha il senso dell'umorismo e dell'ironia, non vedo perchè Dio non possa utilizzarla in un simile contesto.

    Penso che questo semplifichi parecchio altre interpretazioni che mi sembrano un po' "frastagliate".

    Mia opinione personale e discutibilissima!

    Saluti
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    Il contesto mi pare chiaro: più che di ironia, io parlerei di stizza e di delusione.

    Forse se parlassimo di ironia-psicologica, allora potremmo anche esserci.
    Il testo aramaico che traduce "uno di noi", ha una somiglianza di linguaggio rimarchevole con le espressioni di Genesi 1:26 e 3:22. Forse potremmo parlare di indizi. In Genesi 1:26 leggiamo che Geova disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza”.

    Da ciò deduco che Dio parlasse o stesse con qualcuno.

    Ripeto, non c'è certezza ma qualche indizio che mi porta a questa riflessione, c'è.

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    Re: Re:
    F.Delemme, 30/05/2009 11.41:





    Il contesto mi pare chiaro: più che di ironia, io parlerei di stizza e di delusione.

    Forse se parlassimo di ironia-psicologica, allora potremmo anche esserci.
    Il testo aramaico che traduce "uno di noi", ha una somiglianza di linguaggio rimarchevole con le espressioni di Genesi 1:26 e 3:22. Forse potremmo parlare di indizi. In Genesi 1:26 leggiamo che Geova disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza”.

    Da ciò deduco che Dio parlasse o stesse con qualcuno.

    Ripeto, non c'è certezza ma qualche indizio che mi porta a questa riflessione, c'è.




    Potremmo parlare anche di ironia-divina, ovviamente, non di satira, come tu intelligentemente hai fatto.

    Un tipo di ironia che certamente non fa sorridere, ma riflettere, per sensibilizzare e significare la nuova condizione esistenziale dell'uomo.

    Saluti
    Pino Lupo

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    Re: Re: Re:
    parliamonepino, 30/05/2009 13.24:



    Potremmo parlare anche di ironia-divina, ovviamente, non di satira, come tu intelligentemente hai fatto.

    Un tipo di ironia che certamente non fa sorridere, ma riflettere, per sensibilizzare e significare la nuova condizione esistenziale dell'uomo.

    Saluti
    Pino Lupo

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    Senso dell'umorismo, ironia, stizza o satira, sono figli delle nostre considerazioni. Ci aiutano a capire (purtroppo) che molte cose sono "oscure" e che le nostre congetture sono lntane milioni di anni luce.

    Una cosa è certa, se Dio ha promesso che risolverà i problemi dell'umanità, sono certo che risponderà a tutti i nostri quesiti e stenderà il classico "velo pietoso" sulle molte strumentalizzazioni e sulle molte cose che gli abbiamo attribuito.

    Oggi, godiamoci il lato bello della vita, vivendola degnamente, dignitosamente e secondo i principi divini.
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    Re: Re: Re: Re:
    F.Delemme, 30/05/2009 14.00:




    Senso dell'umorismo, ironia, stizza o satira, sono figli delle nostre considerazioni. Ci aiutano a capire (purtroppo) che molte cose sono "oscure" e che le nostre congetture sono lntane milioni di anni luce.

    Una cosa è certa, se Dio ha promesso che risolverà i problemi dell'umanità, sono certo che risponderà a tutti i nostri quesiti e stenderà il classico "velo pietoso" sulle molte strumentalizzazioni e sulle molte cose che gli abbiamo attribuito.

    Oggi, godiamoci il lato bello della vita, vivendola degnamente, dignitosamente e secondo i principi divini.



    Un'altra cosa è altrettanto certa, nessun uomo è in grado di risolvere i problemi dell'umanità.

    Non siamo in grado di sconfiggere il male.

    Possiamo solo impegnarci sulla solidarietà umana verso il nostro prossimo che sia "samaritano" o "giudeo".

    Le "congetture" sulle varie interpretazioni personali di ogni uomo, sono il dono che Dio ci ha dato sul libero arbitrio.

    Dio non contende con gli uomini, non può ne ridere ne piangere, la sua misericordia trascende il nostro pensiero. Noi abbiamo solo occhi di carne. Giobbe 10:4

    Saluti
    Pino Lupo




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    Re: Re: Re: Re: Re:
    parliamonepino, 30/05/2009 14.15:



    Un'altra cosa è altrettanto certa, nessun uomo è in grado di risolvere i problemi dell'umanità.

    D'accordo. [SM=g28002]

    Non siamo in grado di sconfiggere il male.

    A stento facciamo qualche opera di bene. [SM=g28002]

    Possiamo solo impegnarci sulla solidarietà umana verso il nostro prossimo che sia "samaritano" o "giudeo".

    Giusto. Quando sarò grande vorrei che facessero a me quello che io faccio agli altri. (non voglio essere internata in una casa di riposo).

    Le "congetture" sulle varie interpretazioni personali di ogni uomo, sono il dono che Dio ci ha dato sul libero arbitrio.

    Potremmo usare meglio questo libero arbitrio.

    Dio non contende con gli uomini, non può ne ridere ne piangere, la sua misericordia trascende il nostro pensiero. Noi abbiamo solo occhi di carne. Giobbe 10:4

    Giusto. Però se mostra misericordia, si commuove.


    Saluti
    Pino Lupo


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    Re: Re: Re: Re: Re: Re:
    Amministrazione Forum., 30/05/2009 14.30:

    parliamonepino, 30/05/2009 14.15:



    Un'altra cosa è altrettanto certa, nessun uomo è in grado di risolvere i problemi dell'umanità.

    D'accordo. [SM=g28002]

    Non siamo in grado di sconfiggere il male.

    A stento facciamo qualche opera di bene. [SM=g28002]

    Possiamo solo impegnarci sulla solidarietà umana verso il nostro prossimo che sia "samaritano" o "giudeo".

    Giusto. Quando sarò grande vorrei che facessero a me quello che io faccio agli altri. (non voglio essere internata in una casa di riposo).

    Le "congetture" sulle varie interpretazioni personali di ogni uomo, sono il dono che Dio ci ha dato sul libero arbitrio.

    Potremmo usare meglio questo libero arbitrio.

    Dio non contende con gli uomini, non può ne ridere ne piangere, la sua misericordia trascende il nostro pensiero. Noi abbiamo solo occhi di carne. Giobbe 10:4

    Giusto. Però se mostra misericordia, si commuove.


    Saluti
    Pino Lupo


    Stefania Poirot

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    Infatti, Dio, in risposta a Giobbe, nel capitolo 10, ha mandato suo figlio con gli "occhi di carne", per potersi commuovere al male del mondo. Una misericordia che sfugge alla nostra comprensione. Isaia 49:15

    Saluti
    Pino Lupo

    [SM=g7444]






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    30/05/2009 15:05


    Ho notato che evidenzi Giobbe 10:4 sottolineando "Occhi di carne".
    Il libro di Giobbe confronta l'uomo con Dio. La dicotomia netta distingue "gli occhi umani" da quelli di Dio.
    La traduzione è letterale anche se avrebbero potuto tradurre "occhi umani", ma sarebbe stata una parafrasi.
    Ci sono molte sfumature che a noi umani sfuggono. La traduzione, anche se poco "chiara" per i nostri tempi e il nostro linguaggio, è stata lasciata intatta per trasmettere quel significato che l'autore ha voluto dare.
    Avrebbe potuto scrivere occhi umani, ma ha usato un'espressione idiomatica che a noi non dice molto.
    Perché? Non lo sappiamo.
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    Re:
    F.Delemme, 30/05/2009 15.05:


    Ho notato che evidenzi Giobbe 10:4 sottolineando "Occhi di carne".
    Il libro di Giobbe confronta l'uomo con Dio. La dicotomia netta distingue "gli occhi umani" da quelli di Dio.
    La traduzione è letterale anche se avrebbero potuto tradurre "occhi umani", ma sarebbe stata una parafrasi.
    Ci sono molte sfumature che a noi umani sfuggono. La traduzione, anche se poco "chiara" per i nostri tempi e il nostro linguaggio, è stata lasciata intatta per trasmettere quel significato che l'autore ha voluto dare.
    Avrebbe potuto scrivere occhi umani, ma ha usato un'espressione idiomatica che a noi non dice molto.
    Perché? Non lo sappiamo.



    A me dice molto.

    Giobbe ricorda a Dio la fragilità umana, come motivo per spingerlo a intervenire in suo favore.

    L'intento di Giobbe è di ricordare a Dio che egli è Dio, e che l'uomo è solo una sua creatura.

    Giobbe riconosce in senso forense, la difficoltà dell'uomo di avere una giusta causa con Dio.

    Sono 40 anni che studio la Bibbia. Il libro di Giobbe, insieme a Genesi e Isaia, per le Scritture ebraiche è fra i miei preferiti.

    Non entro di proposito nel "tecnico" esegetico perchè non ritengo il virtuale un luogo adatto.

    Saluti
    Pino Lupo

    [SM=g7310]




    30/05/2009 16:35


    Alla luce di ciò, qual é il senso delle parole di Genesi 3:22? Dio non si riferiva solo al sapere ciò che era bene e ciò che era male per loro, perché il primo uomo e la prima donna avevano tale conoscenza grazie ai comandi che Dio aveva dato loro.
    Non è malvagio pensare che Adamo ed Eva avevano acquistato conoscenza del bene e del male nel senso particolare di giudicare da sé ciò che era bene e ciò che era male. In sostanza misero il proprio giudizio al di sopra di quello di Dio: disubbidirono divenendo legge a se stessi, per così dire, anziché ubbidire a Geova



    X DELEMME

    E quello che avevo già commentato, Adamo e Eva avevano già la conoscenza di ciò che era male e bene, e l'autodeterminazione se ubbidire oppure no.
    Solo che nel momento che hanno voluto determinare per conto proprio ciò che era bene e quindi male a differenza di quello istruito dal Creatore, giustamente divennero legge a se stessi, determinando per conto proprio e diversamente da quanto dichiarato dalla morale divina.
    Intendeva questo il serpente quando disse a Eva diverrete simile all'Altissimo..
    cioè divenendo creatori di regole e morale di bene e di male diverse dalla conoscenza di ciò che è bene e male istruita da Dio.

    Cioè conoscere il bene e il male secondo il proprio punto di vista personale.
    Ma non solo... Dio vi aggiunse: e i loro occhi si aprirono davvero, e si videro nudi.
    In che senso videro,cioè conobbero?

    Si vergognavano l'uno dell'altro..quindi essi conobbero il male nel senso che lo vivettero su se stessi, consapevolmente, consci di aver fatto cosa sporca.

    Quindi per il fatto che Adamo divenne simile a uno di loro conoscendo il bene e il male nei sensi spiegati, poteva benissimo violare le regole di Dio, tentando di prendersi il frutto della vita eterna.

    IL conoscere il bene e il male avente come effetto il tentativo di prendersi illegalmente dal punto di vista di Dio, il frutto di tale albero, mi esclude che il personaggio paragonato ad Adamo simile a lui, sia Dio.

    La conoscenza di Dio non contempla l'ingiustizia, e l'illegalità.
    E tale potenziale effetto ladresco posto di seguito o di complemento alla causa , cioè la nuova conoscenza che aveva Adamo mi esclude pure che sia un ironia di Dio, una battuta fine a se stessa come dice il caro Pino che stimo, e che saluto.

    Dunque riassumendo In che senso Adamo conosceva il bene e il male simile a uno di noi?

    Il conoscere le regole di Dio, avere la sua conoscenza di bene e di male? Adamo l'aveva già da prima, era già simile a Dio in questo, essendo a lui unito nello spirito di ciò che è bene e ciò che è male.

    Conoscitore di nuovi concetto di bene e di male? Si!
    Conoscenza di vivere il peccato di cui vergognarsi? Si!
    Ma su questo Satana sicuramente non ha somiglianza con Adamo


    L'indipendenza di Cristo?

    L'indipendenza di Adamo Non è la stessa cosa di esercitare indipendenza nell'ambito delle stesse regole divine; nel senso che non ho bisogno che Dio mi dica cosa devo fare in ogni occasione, perchè conoscendone la regola determino il modo di eseguirla, che può essere diverso formalmente da un altro.
    Per farla semplice, se qualcuno bussa alla mia porta perchè nel bisogno, ce chi gli darà dei soldi, chi del pane, chi un lavoro.

    Quindi se “uno di noi”, era Gesù, egli non aveva di certo la conoscenza o cognizione di bene e di male che aveva Adamo.


    Cari saluti [SM=g27988]
    [Modificato da dispensa. 30/05/2009 16:52]
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    30/05/2009 23:22


    Dispensa:
    Adamo il male e il bene lo conosceva anche prima di peccare tanto che non fu ingannato, perchè aveva chiaro l'errore.
    Anche la moglie comunque sapeva, era stata informata riguardo a quello che era male.

    Ecco cosa dice la Bibbia delle conoscenze di Adamo ed Eva:
    Comandi relativi al loro compito:
    (1) riempire la terra,
    (2) soggiogarla,
    (3) tenere sottoposte tutte le altre creature viventi sulla terra, nel mare e nell’aria. (Ge 1:28)
    Ricevettero leggi dietetiche che consentivano loro di nutrirsi di frutta e di vegetazione che faceva seme. (Ge 1:29; 2:16)
    Divieti:
    Fu dato un comando che vietava di mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male (Ge 2:17), comando trasmesso anche a Eva. (Ge 3:2, 3)

    In base a quello che esclama Eva: “Il serpente, esso mi ha ingannata”. (Genesi 3:13) si capisce che Adamo ed Eva non ricevettero un intendimento divino del bene e del male. Eva dimostrò di conoscere il comando divino tanto da ripeterlo al serpente, il mezzo di cui Satana si servì per parlarle.
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