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Testimoni di Geova: Risposte a Domande
 
 
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Luca 10:1-7

Ultimo Aggiornamento: 02/08/2015 11:35
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Post: 2.069
Post: 2.067
Città: ISOLA DELLE FEMMINE
Età: 56
Sesso: Femminile
29/08/2008 09:19

Perché i testimoni di Geova predicano di casa in casa?

Gesù predisse quest’opera per i nostri giorni: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. Ai suoi seguaci diede anche queste istruzioni: “Andate dunque e fate discepoli di persone di tutte le nazioni”. Matt. 24:14; 28:19.
Quando Gesù mandò i primi discepoli, disse loro di andare a casa delle persone. (Matt. 10:11-13)
L'apostolo Paolo scrivendo ai Romani (10:11-15) evidenzia significativi interrogativi a cui si può rispondere solo con una predicazione capillare.
Il messaggio che i Testimoni proclamano riguarda la vita delle persone; stanno attenti a non tralasciare nessuno. (Sof. 2:2, 3) Le loro visite sono motivate dall’amore, innanzi tutto per Dio e poi per il prossimo.

I testimoni di Geova predicano dove c’è gente. Di casa in casa; nei mercati e nelle nelle piazze.
Luca 10: 7 va compreso alla luce del contesto. Luca 10:1-7 indica che Gesù mandò i suoi discepoli a predicare ai connazionali ebrei. Non avrebbero dovuto portare con se né borsa né bisaccia da cibo. Avrebbero usufruito della tradizionale ospitalità ebraica verso i propri connazionali forestieri. Gesù ricordò loro che non dovevano cercare le comodità materiali e che Dio avrebbe provveduto alle loro necessità. Infatti lo stesso versetto sette di Luca cap. 10 dice:" E restate in quella casa, mangiando e bevendo le cose che provvedono, poiché l'operaio è degno del suo salario". (Vedi anche Marco 6:10) Non avrebbero dovuto trasferirsi di casa in casa approfittando dell'ospitalità dei loro connazionali.
Poco prima di morire Gesù indicò che le circostanze sarebbero mutate in seguito all'opposizione ufficiale, perciò disse ai discepoli di portare con sé sia la borsa che la bisaccia con i viveri. Comunque, dovevano cercare prima il Regno di Dio e non essere ansiosi per le necessità materiali; cosi avrebbero dato prova di confidare che Dio avrebbe avuto cura di loro nel ministero. - Luca 22:35, 36; Matteo 6:25-34.
In qualunque casa entriate, prima dite: "Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi." Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi.
E' ovvio che i discepoli passassero di casa in casa a predicare la buona notizia altrimenti come facevano a trovare, come dice la Scrittura, un "figlio della pace" correndo pure il rischio, come afferma Gesù, di trovare invece qualcuno che non era "figlio della pace" ? Se qualcuno dava loro ospitalità come era usanza presso gli ebrei dovevano fermarsi da Lui senza ricercare ospitalità da altri.
I TdG si limitano a fare visite ai loro vicini al solo scopo di predicare ed insegnare la Buona Notizia del Regno.
Il passo di Luca si deve leggere tenendo conto del contesto, se infatti leggiamo il versetto 4 (che dice "non salutate nessuno lungo la strada") non possiamo dedurne che Cristo invitasse i suoi discepoli ad essere "maleducati" durante la loro opera missionaria.
In realtà l'invito a "non passare di casa in casa" cosi come il non perdersi nei lunghi saluti che caratterizzavano i paesi orientali indicava solo che Gesù stava sottolineando l'esigenza di dare la priorità alla proclamazione.

La nota della JOB (Traduzione Ecumenica della Bibbia, Elledici, 1992) a questo versetto dice chiaramente che: "L'intenzione di Gesù è che i missionari non si preoccupino di trovare una ospitalità più confortevole ma che si consacrino interamente alla loro missione".

Pertanto, non ha nulla a che fare con una presunta "proibizione" di predicare la Buona Notizia a domicilio o in ogni altro luogo dove si incontrono delle persone. D'altronde la stessa parola greca usata per descrivere il "fare discepoli" indica non l'insegnamento collettivo ma quello individuale che implica il rapporto personale discepolo-maestro, proprio quello che fanno i TdG contattando individualmente coloro che sono desiderosi di apprendere le verità bibliche.

Che la visita domiciliare facesse parte della metodologia apostolica nel predicare il vangelo o buona notizia del regno è chiaramente indicato da Atti 5:42. Si predica dove c'è gente. E la gente, normalmente, vive in casa.- Matteo 28:19,20.

A una conferenza di esponenti religiosi in Spagna è stato detto: “Forse [le chiese] trascurano proprio quello che costituisce la maggiore preoccupazione dei Testimoni: la visita domiciliare, che rientra nella metodologia apostolica della chiesa primitiva. Mentre le chiese si limitano non poche volte a costruire templi, suonare le campane per attrarvi la gente e a predicare dentro i propri luoghi di adunanza, [i Testimoni] seguono il metodo apostolico di andare di casa in casa e di cogliere ogni occasione per testimoniare”. El Catolicismo, Bogotá (Colombia), 14 settembre 1975, p. 14.

I detrattori, come sempre, invece di fare critica costruttiva ed operare per il bene, sviluppano concetti atti a denigrare quest’opera dicendo che Cristo la vietava.
Questo ci fa capire quanto di cristiano abbiano queste affermazioni e lo scopo di questi sobillatori.

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