| | | OFFLINE | Post: 7.191 Post: 4.407 | Età: 68 | Sesso: Maschile | |
|
08/05/2008 15:51 | |
Il Tetragramma è in stretta relazione con lo "eyeh asher eyeh".
Tradurre con l'Eterno, quindi, non è affatto rigettabile per il senso stesso che ha il concetto di "traduzione".
La Chiesa non fa esegesi e dottrina sulle traduzioni, ma sui testi in ligua originale...pertanto è assai difficile che venga perso il significato del Nome, del Tetragramma...
Soprattutto alla luce della Patristica e della Traditio.
Sono paure che può avere la WT, paure giustificate...
Oppure il plurisfaccettato mondo protestante...ma la TRADITIO è nella Chiesa e non viene persa poichè la Chiesa è e sarà sempre la COLONNA E SOSTEGNO DELLA VERITA'.
La posizione del mondo ebraico in tal senso è riassunta in quello che ho citato:
Yahweh deriva probabilmente da una forma ebraica arcaica del verbo essere e potrebbe voler dire: "Colui che è", "Colui che esiste", "Colui che fa esistere", "Colui che mostrerà di esistere", "L'Esistente", "L'Essere", “L’Eterno”.
Alcuni (Targum di Jonathan e Targum di Gerusalemme) sono convinti che YHWH sia una forma causativa imperfetta attiva (hiphil) del verbo essere (hayah): in tal caso la traduzione di Esodo 3,14 sarebbe “Colui che porta all’esistenza”, “Colui che realizza la promessa”, “Colui che fa essere”, “Il Creatore”.
Secondo altri YHWH sarebbe invece una forma semplice imperfetta attiva (qal): la traduzione di Esodo 3,14 dovrebbe allora essere “Io sono quello che sono” (Vulgata), “Io sono colui che è” (Settanta), “Io sarò quello che sarò” (Aquila e Teodozione), “L’Eterno” (Versione Arabica) [2].
Ed anche quella cristiana...
Degna di nota è anche la testimonianza di Clemente Alessandrino (150-215 d. C.): lo scrittore cristiano ricorda infatti come il Santo Nome fosse composto di quattro lettere ebraiche, fosse riprodotto solo nel Sancta Sanctorum del tempio di Gerusalemme, si pronunciasse “Jahoué” e significasse “Colui che è e che sarà” |
|
|
|