| | | OFFLINE | Post: 7.191 Post: 4.407 | Età: 68 | Sesso: Maschile | |
|
11/03/2008 15:07 | |
Rivelazioni a confronto e critica qualunquista. Vari critici dell'ultima ora, frequentatori assidui di siti ostili e per niente "critici" obiettivi, denigrano la nostra esposizione interpretativa del libro di Rivelazione.
Beffeggiare, senza per altro un serio confronto, è da stupidi e qualunquisti. Additarci come falsi profeti rende evidente la loro completa ignoranza del contesto in cui certe affermazioni vengono fatte. I testimoni di Geova sono colpevoli (insieme a molti altri) di aver interpretato la Parola profetica. Una cosa è esprimere una profezia e pretendere di essere stati ispirati divinamente a proclamarla, e un'altra cosa è interpretare la Parola di Dio, continuando a manifestare fiducia nella capacità di Dio di aiutare i suoi servitori a comprenderla.
Premettendo che i testimoni di Geova non si sono mai qualificati infallibili, pongo alla vostra attenzione alcune interpretazioni del libro di Rivelazione secondo i testimoni di Geova e secondo la chiesa cattolica.
Riv.17:1 "Poi uno dei sette angeli dalle sette coppe s'avvicinò a me e mi disse: "Orsù, voglio mostrarti il castigo della grande meretrice, che sta assisa su acque copiose[...].
Chi è la grande meretrice? I testimoni di Geova affermano trattarsi di tutta la falsa religione. Da dove esce fuori questa interpretazione? L'interpretazione di profezie prevede necessariamente la speculazione e col passare del tempo la raffinatura. Notate che stiamo parlando di interpretazione legata a fatti ed avvenimenti futuri. C'è differenza fra emettere ed interpretare la profezia. Col tempo, se l'interpretazione non si è dimostrata veritiera, l'interprete onesto, riconsidera la cosa alla luce dei nuovi avvenimenti.
Al riguardo abbiamo dei precedenti in Giovanni, Pietro, Paolo ed altri che non compresero alcuni avvenimenti e fraintesero il senso delle parole. Questi discepoli di Cristo, erano persone false? No, non avevano mete egoistiche e i loro motivi erano buoni. Lo stesso dicasi dei testimoni di Geova moderni.
Ritorniamo al cap. 17:1 secondo l'interpretazione cattolica. La grande meretrice "è Roma, tipo della città di Satana. Le acque copiose, su cui è situata, sono un particolare che si addice alla vera Babilonia, ma non a Roma e sono spiegate simbolicamente nel v. 15" (Rivelazione a cura di mons. Pietro Rossano e dal re.mo P. Carlo Martini. Ed. Paoline).
Pur in presenza di una contraddizione evidente (le acque si addicono alla vera Babilonia, però è Roma), ci troviamo di fronte ad una speculazione esegetica. Qual è la base per determinare che si tratta di Roma e non di Babilonia? È stato considerato il contesto?
Quale che sia la risposta, come mai chi critica di "falsa profezia" i testimoni di Geova, non usa lo stesso metro per la chiesa cattolica?
Forse ci troviamo di fronte a dei critici a senso unico, privi di scelte logiche, prevenzione e intolleranza.
[Modificato da F.Delemme 28/01/2014 14:34] |
|
|
|