Proverbi 8:22-31

Una sola persona condivide le stesse descrizioni riferite alla Sapienza in proverbi capitolo 8, e quella persona altri non è che Gesù Cristo.
Consideriamo i parallelismi tra la Sapienza nell'Antico Testamento e Cristo nel Nuovo Testamento.

1- Prov. 8:22; Prima opera di Dio - Si confrontino Colossesi 1:15 e Rivelazione 3:14.

2- Prov. 8:23-29; Esisteva con Dio prima della creazione della Terra -Si confrontino Giovanni 1:1 e 17:5.

3- Prov. 8:30; Coinvolta nel processo creativo - Si confrontino Giovanni 1:3; Ebrei 1:2 e 1° Corinti 8:6.

4- Prov. 8:31; Affetto speciale per l'umanità - Si confrontino Giovanni 3:16; 10:17 e 1° Timoteo 2:5,6.

5- Prov. 8:35; La Sapienza e Cristo vengono collegati in modo particolare alla vita - Si confrontino Giovanni 14:6 e 17:3.

Oltre a ciò, Cristo viene chiamato "Sapienza" in passi diversi da Proverbi capitolo 8. Ad esempio Luca 11:49 che fa riferimento a Matteo 23:34; Altri versetti significativi sono quelli di 1° Corinti 1:24 e 30.

Alcuni sosterranno che queste descrizioni parallele siano semplici coincidenze, ma non sembra essere una conclusione molto probabile.

Non ci sono dubbi: La Sapienza di Proverbi 8:22-31 è riferita a Cristo Gesù.

Secondo Tertulliano, e non solo secondo lui, "la Sapienza di Dio è indicata come frutto di una nascita e di una creazione: affinché noi, all'infuori di Dio solo, non credessimo all'esistenza di qualcosa di innato e di increato…il Verbo di Dio è nato". (Contro Ermogene © 2002, Città Nuova Editrice; pagg. 79, 80)
Qui Gesù è descritto come essere creato da Dio. Si, la traduzione CEI dà il giusto valore alla parola ebraica. Oltre a ciò, il contesto fa capire che si deve rendere "produsse" o "creò", poiché i versetti 24 e 25 del capitolo 8 di Proverbi affermano che la Sapienza fu "data alla luce con dolori di parto" (TNM) o "concepita" (CON) o "partorita" (NVB).
La stessa parola greca usata nella traduzione greca dei LXX in Proverbi 8:22 è pure usata in Ezechiele 28:13 a proposito di Satana, dove nella parte finale di questo versetto è detto: "nel giorno in cui fosti creato" (CEI).