Ho letto in un sito ostile ai testimoni di Geova, un'altra esperienza "strappalacrime" di un certo Robenz (all'anagrafe Roberto C. di Catania. Enz è in parte il nome della moglie Enza). Anche in questo caso, ci troviamo di fronte ad una strumentalizzazione. Quello che dice è artatamente preparato. Conosco personalmente Robenz per dire che ha vissuto sempre da "tiepido" e non ha mai avuto incarichi di responsabilità all'interno della congregazione nè tanto meno in qualche assemblea. Fa capire che pronunciava discorsi (la scuola di ministero insegna a fare discorsi, anche mio nipote di sette anni pronuncia discorsi perché iscritto a questa scuola).
Conosco anche i motivi della sua disassociazione e suoi tentativi di convincere altri a lasciare l'organizzazione per "tutte le cose che aveva scoperto" sulla WT. Non è stato preso in considerazione da nessuno, tanto meno dai suoi parenti.
La sorella di sua moglie e il cognato non sono stati interessati ai suoi discorsi. Ha telefonato, da disassociato, a diversi fratelli, ma nessuno lo ha ascoltato.
Ora si presenta come conoscitore ed esegeta. Non mi risulta avesse queste qualità (a dire il vero si tratta di informazioni presenti in rete, copiate e ricopiate all'infinito. Robenz o Roberto le ripropone come "sua" opera intellettuale, e studio esegetico. Si tratta, come era prevedibile, di un semplice copia/incolla).
Questa è la sua esegesi: (tratta da un opuscolo scritto da G. Farina che a sua volta le ha prese in prestito dal libro "Le Messie de la Bible - sa divinitè selon les Escritures di Robert Schoeder e da "Teologia elementare di E. H. Bancrof).
"LA DOTTRINA DELLA TRINITÀ SI TROVA NELLA SCRITTURA
In questo studio abbiamo citato numerosi passi che confermano la Trinità, e ve ne sono molti altri ancora. Il concetto di Trinità è presente non solo nel Nuovo Testamento, ma in tutta la Scrittura, e fin dal primo verso della Genesi, dove leggiamo che "Dio" ("Elohim", nel testo originale ebraico) creò i cieli e la terra.
"Elohim" letteralmente significa "Dii" ma è accompagnato dal verbo al singolare. Il primo verso della Genesi significa letteralmente: "I Dii creò i cieli e la terra" (Gen. 1:1), e non "crearono". Questo nome di Dio al plurale sottintende la Trinità. Dio è una pluralità di Persone (Padre, Figlio, Spirito Santo), ma è e resta un unico e solo Dio, per questo motivo il testo sacro si riferisce a Lui usando il verbo al singolare.
Il concetto è ripetuto in Deuteronomio 6:4. Un'antica esegesi ebraica su questo verso spiega: "Perché è necessario citare tre volte il nome di Dio in questo versetto? Il primo, Jahwe, è il Padre. Il secondo è la discendenza di Iesse, il Messia (il Cristo), che viene dalla famiglia di Iesse, tramite Davide. E il terzo è lo Spirito Santo che ci mostra la via, e questi tre sono Uno." (cit. in: Wie erkennt man den Messias?, pag. 23, Der Òlbaum e.V., Lorrach)."
Questo nuovo esegeta parla al plurale perché il testo incollato è riportato al plurale.
Certo che per considerare Genesi 1:1 un passo trinitario, ci vuole molta fantasia.
Siccome mi trovo a dare una risposta ad un copia/incolla, fra le mie cose ho trovato queste vecchie informazioni:
"In Genesi 1:1 il titolo “Dio” traduce ’Elohìm, (ebr. אלהים ) che in ebraico è un plurale. Qui in ebraico il plurale del nome è un plurale di maestà. (Vedi Enciclopedia della Bibbia, LDC, 1969, Vol. II, col. 1289). Non contiene nessuna idea di una pluralità di persone all’interno della divinità. Il titolo ’Elohìm è un pl. di eccellenza o maestà e non indica una personalità plurima o più dèi. Gr. ο θεός (ho Theòs), sing. per indicare un “Dio” singolo.
Analogamente, quando in Giudici 16:23 si parla del falso dio Dagon, viene usata una forma del titolo ’elohìm; il relativo verbo è al singolare, a indicare che si riferisce a quell’unico dio soltanto. In Genesi 42:30, Giuseppe è chiamato “signore” (’adhonèh, plurale di maestà) d’Egitto.
Il greco non ha un plurale di maestà. Perciò in Genesi 1:1 i traduttori della LXX usarono ho Theòs (Dio, singolare) come equivalente di ’Elohìm. In Marco 12:29, che riporta una risposta di Gesù in cui egli cita Deuteronomio 6:4, è similmente usato il singolare greco ho Theòs."
I sostenitori della Trinità interpretano questa forma plurale come una prova della Trinità, come se in Dio ci fossero più persone.
Il termine non contiene nessuna idea di una pluralità di persone all'interno della divinità. Questa stessa parola è usata anche per gli angeli, Mosè e i falsi "dei". E' chiaro che questi sono plurali in forma ma non in significato.
Quando si presenterà qualcuno "padrone" degli argomenti proposti, allora faremo un contraddittorio.
[Modificato da F.Delemme 03/09/2015 07:38]