Re: Re:
(Mario70)
Esaminiamo le due frasi da un punto di vista grammaticale:
Nel primo caso "Dio da Dio" scopriamo che Gesù è il Dio che proviene dal Dio, non a caso infatti è usata la particella ek che indica uscire da, che proviene da, fuori da;
Cosa centra la grammatica? Questo è un punto di vista trinitario, apologetico e non grammaticale.
Il Frieberg dictionary tra i tanti significati menziona:
"(3) denoting origin as to family, race, city from, out of ('BGT_Luk 2:36') "
Cristo è quindi Dio perchè proviene dal Dio, ovvero il padre che lo ha generato.
Questo "quindi" che vuol dire? Nessuno ha affermato o ha sposato il tuo pensiero. Sarebbe più giusto che tu scrivessi: "Da quello che io ho capito, ecc..."
Torniamo al discorso di natura, la sua deità o divinità ha origine dal padre (come abbiamo visto all'inizio nel sinodo di Toledo), essendo il padre Dio, lo è naturalmente anche lui in quanto ne è il figlio, esattamente come la mia umanità mi è stata trasmessa dai miei genitori che sono uomini, rendendo anche me un uomo.
Questo è il tipico ragionamento "umano" basato sulle supposizioni.
Ecco perchè dal punto di vista trinitario è fondamentale il termine "generato" proprio perchè solo questo termine indica trasmissione di natura e non una mera creazione dal nulla.
Ritorni al mio discorso delle parole vestite e colorate se dici... "dal punto di vista trinitario è fondamentale il termine generato."
Quando il trinitario usa la parola Dio, pensa alla natura delle tre persone divine e non ad una singola ipostasi o persona, anche se poi individualmente ogni ipostasi è Dio, avendo ovviamente la stessa natura delle altre persone, nessuna è più o meno Dio di un'altra, come io non sono più o meno umano di mio padre.
Il trinitario può pensare quello che vuole, quel che conta è il pensiero divino.
Le scritture che attribuiscono il termine Dio a Cristo oche ne designano la deità e l'essenza divina sono diverse e le conosciamo:
Giovanni 1:1,18; tito 2:13; romani 9:5; giovanni 20:28; Giovanni 10:30; colossesi 2:9; 2 pietro 1:1; filippesi 2:6; ebrei 1:8; 1 giovanni 5:19,20.
Naturalmente dal punto di vista trinitario. Diamo ora una chiave di lettura diversa dei vari versetti e secondo i non trinitari.
A colpo d'occhio i niceni pensarono proprio a Giovanni 1:1,18 quando formularono la frase "Dio da Dio"; infatti è scritto che la parola è Dio, ma è specificato anche che essa era presso (pros) il Dio (il padre) quindi distinta come persona da lui, dal quale fu generata (
l'unigenito Dio che è nel seno del padre appunto).
Non mi pare che sia stato così semplice il concilio di Nicea. Nè a colpo d'occhio si pensò a questi versetti, forse i motivi sono da ricercare altrove.
Il secondo aspetto è semplice:
YHWH per gli ebrei era la luce:
IEP salmo 27:1 Di Davide. Il Signore (YHWH) è mia luce e mia salvezza, di chi avrò timore? Il Signore è il baluardo della mia vita, di chi avrò paura?
IEP Isaia 60:19 Non avrai più il sole come luce del giorno, e il fulgore della luna non ti rischiarerà più; ma il Signore sarà per te una luce eterna e il tuo Dio sarà il tuo splendore. 20 Il tuo sole non tramonterà più e la luna non si ritirerà più, ma il Signore sarà per te una luce eterna e i giorni del tuo lutto saranno compiuti.
IEP Michea 7:7 Ma io volgo lo sguardo verso il Signore, confido nel Signore, mio Salvatore, il mio Dio mi ascolterà! 8 Non ti rallegrare, o mia nemica! Se sono caduta, mi rialzerò! Se siedo in mezzo alle tenebre, il Signore è mia luce!
Improvvisamente la luce è personificata in un altra persona:
Giovanni 1:4 In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; 5 e la luce nelle tenebre brilla e le tenebre non la compresero.
IEP Giovanni 1:9 Era la luce vera, che illumina ogni uomo, quella che veniva nel mondo.
IEP Giovanni 8:12 Gesù parlò di nuovo, dicendo: «Io sono la luce del mondo. Chi mi segue non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».
IEP 2 Corinti 4:6 E Dio che disse: Brilli la luce dalle tenebre, è brillato nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo.
IEP Apocalisse 21:23 E la città non ha bisogno della luce del sole o della luna: la gloria di Dio, infatti, la illumina, e l'Agnello ne è la lampada.
Anche in questo caso dal punto di vista grammaticale Cristo è luce che proviene dalla luce (il padre).
Quindi, possiamo dire che le frasi sopramenzionate trovano riscontro nella scrittura e di nuovo vengono armonizzate evitando incongruenze o confusione.
Noi non lo diciamo.
Questa è una libertà che si prendono i trinitari, come ha scritto Barnabino, anche i discepoli erano la luce del mondo. E' troppo semplicistico il discorso e non ha basi oggettive.
Admin-Stefania