La Francia e il pagamento di tasse con effetto retroattivo
In Francia una legge del 9 dicembre 1905, voluta per iniziativa dei protestanti evangelici, impose la separazione tra chiesa e stato, con essa la repubblica non riconosceva e non finanziava nessuna religione, dimostrando così che stato e chiesa sono due fratelli siamesi che, se esiste la volontà politica, possono essere staccati.
Per tre secoli, gallicani, ugonotti e giansenisti si erano battuti per la libertà di culto e per l’emancipazione da Roma, questa libertà di culto, con l’emancipazione degli ebrei, fu raggiunta nel 1789 poi, nella seconda metà dell’ottocento, si prese a teorizzare la separazione tra stato e chiesa.
La dichiarazione dei diritti dell’uomo del 26.8.1789 difendeva la libertà d’opinione, fu la prima tappa della laicità francese, la seconda tappa venne nel 1881 con l’imposizione di una scuola laica, la terza tappa si ebbe nel 1905 con la separazione tra chiesa e stato, dal 1968 iniziò la quarta tappa della laicità, con l’attuale abolizione dei simboli religiosi.
In Francia, le attività religiose possono organizzarsi a norma di legge istituendo libere associazioni in base a due leggi datate inizio secolo: la prima risale al 1° luglio 1901 (una legge generale che regola tutte le associazioni qualunque sia il loro fine); la seconda legge è datata invece 9 dicembre 1905 (specificamente ideata per le associazioni religiose e i relativi edifici di culto). Quindi le religioni principali della Francia si organizzano in base alle leggi appena citate, godendo inoltre di determinate agevolazioni fiscali, come l'esenzione dall'ICI (come la chiameremmo in Italia) sugli edifici di culto e dalla tassa sui lasciti. Finora però, nessuna delle associazioni religiose principali della Francia è stata mai sottoposta ad una tassa sulle offerte o contribuzioni volontarie dei propri adepti.
L'Associazione dei Testimoni di Geova della Francia gode delle agevolazioni fiscali spettanti ad ogni religione riconosciuta, però nonostante questo, qualcosa sta cambiando dal punto di vista fiscale in merito alle contribuzioni volontarie che come religione ricevono.
Si sta verificando una situazione senza precedenti in Francia.
Il 5 ottobre 2004 la Corte di Cassazione, ovvero la più alta corte della Francia, ha deciso sul caso Association Les Témoins de Jéhovah v. Direction des Services Fiscaux (Associazione dei Testimoni di Geova contro Direzione dei Servizi Fiscali). Tema della discussione è stata la legittimità dell'Associazione dei Testimoni di Geova, legalmente riconosciuta, di ricevere e registrare le contribuzioni donate volontariamente dai propri membri e dai simpatizzanti, senza che queste contribuzioni vengano successivamente tassate.
Sebbene le autorità fiscali riconoscano espressamente la natura onesta e senza scopo di lucro dell'Associazione dei Testimoni di Geova e con la scarsa possibilità di trovare in essa irregolarità, hanno comunque legiferato una tassa di imposta valutata sul 60 per cento del valore delle contribuzioni. Dato l'effetto retroattivo della legge, questa aliquota dovrà essere applicata anche sulle spese sostenute a favore dell'enorme sforzo umanitario compiuto in Ruanda nel 1994.
Non si può pertanto parlare di evasione in modo scandalistico come se ci si fosse sottratti volutamente al pagamento delle tasse, bensì di un cambiamento di interpretazione da parte del Ministero delle Finanze che ha determinato l’imposizione fiscale su alcuni anni di attività, che in precedenza e in buona fede erano ritenute esenti e che, a nostro avviso lo sono ancora a tutti gli effetti.
Sulla questione dell’esenzione dalla tassa sugli immobili per le Sale del Regno, negli ultimi anni, i testimoni di Geova hanno ottenuto 921 sentenze favorevoli nei tribunali di primo grado e 65 nelle corti d’appello. Poiché il fisco francese ha adottato inflessibilmente la politica di appellarsi contro tali decisioni, la questione è finita davanti al Consiglio di Stato, la più alta corte amministrativa francese. Il 23 giugno 2000 il Consiglio di Stato ha sentenziato che i testimoni di Geova hanno tutti i requisiti per essere una religione secondo la legislazione francese e che quindi le loro Sale del Regno hanno diritto all’esenzione dalla tassa sugli immobili. Cosa più importante, la corte ha sostenuto che le attività svolte all’interno delle Sale del Regno “non costituiscono alcuna minaccia per l’ordine pubblico”. Tuttavia solo 11 giorni dopo, in un’altra causa a sostegno dell’imposizione da parte del fisco di una tassa del 60 per cento sulle offerte fatte per le attività religiose dei testimoni di Geova in Francia, il tribunale di primo grado di Nanterre ha emesso una sentenza secondo cui i testimoni di Geova non possono pretendere l’esenzione fiscale perché in Francia non sarebbero una religione riconosciuta.
I fratelli hanno fatto ricorso alla Corte d’Appello di Versailles. Nel frattempo l’Assemblea Nazionale francese ha approvato in prima lettura una proposta di legge che facilita lo scioglimento di qualsiasi “gruppo a carattere settario” se esso o i suoi dirigenti hanno riportato almeno due condanne penali definitive.
In data 25 febbraio 2005 fu presentato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo per denunciare l'ingiusta tassazione a carico dell'Ass... Più di 874.000 persone in tutta la Francia hanno firmato una petizione per protestare contro tali ingiustizie, e il documento è stato inviato alla Corte. A dispetto di ciò, nel 2006 l'erario ha intimato ai fratelli di pagare la tassa in questione.
I testimoni di Geova hanno subito messo al corrente degli sviluppi la Corte europea, la quale ha immediatamente iniziato un esame preliminare del ricorso e il 4 maggio ha chiesto al governo francese di presentare i fatti per iscritto.
L'obiettivo è stabilire se è stata violata la libertà religiosa dei testimoni di Geova e se si tratta di un caso di discriminazione.
Non è la prima volta che la Francia discrimina i Testimoni di Geova.
Ultimo in ordine di tempo successo nella regione dell'Aquitania:
“T.A. Bordeaux, 12 aprile 2007- Il comune di Agen è stato condannato per "abuso di potere" perché aveva esercitato il diritto di prelazione di un terreno che voleva acquistare l' associazione locale dei testimoni di Geova per costruirci un luogo di culto. Secondo l'ordinanza del tribunale amministrativo di Bordeaux, in data 12 aprile 2007 "il sindaco di Agen ha agito al solo scopo di ostacolare la cessione del terreno all'associazione locale per il culto dei testimoni di Geova di Agen". Il diritto di prelazione è stato dunque annullato, perché non aveva nessuna base legale. Il comune sosteneva di avere un progetto di costruzione di alloggi popolari. Ma, il tribunale ha considerato non solo che la motivazione non rispondeva al progetto urbanistico, ma che "non risultava dalla documentazione presentata, alla data della decisione impugnata, nessun progetto relativo alla costruzione di alloggi popolari".
C'é da dire, che il giudice, il 17 agosto 2005, aveva già sospeso, per direttissima, il diritto di prelazione.”
Testo originale:
- TA Bordeaux, 12 avril 2007 - La municipalité d'Agen a été condamnée pour " excès de pouvoir " en exerçant son droit de préemption sur un terrain que souhaitent acquérir l'association locale des Témoins de Jéhovah pour y construire un lieu de culte. Selon l'ordonnance du 12 avril 2007 du Tribunal administratif de Bordeaux, " le maire d'Agen a agi dans le seul but de faire obstacle à la cession à l'association locale pour le culte des témoins de Jehovah d'Agen de ce bien immobilier ". Le droit de préemption a donc été annulé, car il manquait de fondement légal. En effet, la municipalité prétendait qu'elle avait un projet de construction de logements sociaux. Or, le tribunal a considéré non seulement que la motivation ne répondait pas au code de l'urbanisme mais encore qu'il " ne ressortait pas des éléments versés au dossier de l'existence, à la date de la décision attaquée, des projets d'action ou d'aménagement suffisamment précis et certains ". Le juge des référés avait déjà suspendu le droit de préemption le 17 août 2005.
[Modificato da F.Delemme 10/11/2007 08:56]