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Testimoni di Geova: Risposte a Domande
 
 
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Abbiamo ricevuto molte mail sul caso "Le Iene"

Ultimo Aggiornamento: 04/02/2016 13:08
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21/03/2014 13:23

e su Luigi Pelazza

La nostra casella di posta elettronica è stata intasata da moltissime mail con riferimento ad una trasmissione di Italia1 andata in onda mercoledì scorso.
Ero a conoscenza di questa trasmissione ma non mi sono interessato più di tanto. Normalmente in trasmissioni del genere, i nostri detrattori escono fuori dagli armadi tutte le loro manifestazioni psicopatologiche. Alcune esperienze sono senz'altro vere e dimostrano che le loro famiglie e non la nostra Confessione religiosa, erano degli esempi di degrado culturale e sociale. Però fa comodo attribuire delle responsabilità agli altri e in questo caso ai testimoni di Geova. I fuoriusciti con queste caratteristiche devono trovare una spiegazione alle LORO disgrazie familiari, retaggio di un ambiente malsano. La cosa più naturale è appiopparle a qualcuno: al destino, agli spiriti, al governo e... ai testimoni di Geova. Per questa gente è troppo difficile prendersi le proprie responsabilità perché è gente codarda. E una trasmissione del genere cade a fagiolo.


Pubblichiamo una considerazione che ci arriva dal Centro Studi Storico-Sociali Siciliani che riteniamo interessante.

"Il filosofo e saggista statunitense, Ralph W. Emerson ha scritto: “Leggo per trovare delle perle di saggezza”.
Parafrasando il pensiero di questo filosofo, egr. Sig. Pelazza, dopo aver seguito il suo servizio andato in onda ieri in terza serata, ci creda, non ci ha fatto trovare nessuna perla di saggezza.
A parer nostro non è necessario ascoltare e visionare per contraddire e confutare, è solo un andar dietro al vento. Sig. Pelazza, lei, prima di dedicarsi al giornalismo d’assalto con tanto di riprese, tagli e montaggi, avrebbe dovuto soppesare e valutare gli aspetti più elementari del culto professato dai testimoni di Geova.
Il suo servizio riportava la seguente didascalia: Testimoni di Geova e trasfusioni.
Forse da piccolo o da grande non lo sappiamo, sognava di fare una carriera da giornalista, ma probabilmente si è dedicato a fare tutt’altro. Ad esempio non sa che uno degli aspetti più conosciuti dei testimoni di Geova è il loro rifiuto delle trasfusioni di sangue per non disubbidire a un comando divino, accettando essi peraltro possibili terapie alternative. Al riguardo, è necessario spiegarle il perché del rifiuto delle trasfusioni di sangue da parte dei testimoni di Geova. A sostegno delle loro convinzioni essi citano alcuni passi del Vecchio e del nuovo testamento, e a conferma, si rifanno a dichiarazioni dei Padri della Chiesa (Minucio Felice, Origene, Cirillo di Gerusalemme e molti altri fra cui Tertulliano che in apologia del cristianesimo libro IX, 10 scrive:”Parimenti, dove si trovano coloro che, PER GUARIRE DALL'EPILESSIA, succhiano, durante uno spettacolo di gladiatori, con avidità sitibonda, il sangue ancor caldo scorrere dalla gola dei prigionieri sgozzati nel circo”?
I testimoni di Geova interpretano che il divieto biblico di nutrirsi di sangue si applicherebbe anche alle trasfusioni in quanto esse non sarebbero che un metodo più diretto per nutrire l’organismo.
Sia condivisa o meno questa interpretazione, ai fini della questione il problema non è rilevante, il loro diritto di rifiutare la terapia emotrasfusionale è perfettamente lecito in quanto fondato sul diritto positivo (art. 13 e art. 32, 2° comma, della Costituzione; artt.610 e 613 del codice penale; art. 14, ultimo comma, del D.P.R. 27/03/1969, n.128; art. 1 della legge 13 maggio 1978, n. 180; art. 1 e 33 della legge 23 dicembre 1978, n. 833; ecc.), e confermato dalla giurisprudenza (l’art. 32 della Costituzione è la chiave di volta del problema della libertà individuale e della tutela della salute), e dall’etica medica (il nuovo codice deontologico del medico, approvato dal Consiglio Nazionale degli ordini dei Medici Chirurghi e degli odontoiatri il 15 luglio 1989, stabilisce quanto segue: “In ogni caso, la volontà del paziente, liberamente espressa, deve rappresentare per il medico elemento al quale ispirare il proprio comportamento… In ogni caso, in presenza di esplicito rifiuto del paziente capace di intendere e di volere, il medico è tenuto alla desistenza da qualsiasi atto diagnostico e curativo, non essendo consentito alcun trattamento medico contro la volontà del paziente). "
Per i minori il potere di dare o rifiutare il consenso a un determinato trattamento sanitario spetta ai genitori. Quando il medico ritiene che il rifiuto delle trasfusioni sia pregiudizievole per il minore, chiede l’intervento del giudice minorile ai sensi dell’art. 333 del codice civile. Si deve comunque fare rilevare che in queste situazioni prevale sempre il parere dei sanitari in quanto è impensabile che il giudice minorile, sprovvisto di cognizioni mediche, sia in grado di fare una propria valutazione approfondita dei casi presentatigli. Ne discende che la problematica è affidata all’esclusivo arbitrio dei sanitari dando luogo talvolta alla soppressione della libertà religiosa senza che esista realmente conflitto col diritto costituzionale primario della vita. E spesso i magistrati, sulla base dei pareri dei medici, sono stati indotti a commettere gravissimi abusi.
La questione qui affrontata è profonda e complessa, ed è comprensibile che, riguardando la vita degli individui, susciti emozioni atte però anche ad essere strumentalizzate per facili condanne discriminatorie. E a sentire certi detrattori dei testimoni di Geova, ne ricaviamo una conferma.
Prima di liquidare questioni con facili bollature è bene esaminarle a fondo. La liquidazione pura e semplice ha quasi sempre come matrice il pregiudizio e lascia aperte ferite morali che incidono negativamente sullo spirito di tolleranza nel paese.
E allora ci chiediamo, Sig. Pelazza, cosa ha voluto trasmettere a noi semplice umanità se non lo sdegno per aver strumentalizzato un argomento che andava trattato con il dovuto rispetto?
Le altre alchimie del servizio ci asteniamo dal commentarle. Non sappiamo chi segue le sue trasmissioni, ma chiunque sia, se in grado di intendere e di volere, di fronte a questo scempio intellettuale sarà rimasto se non sconvolto almeno molto stupito.
Cordiali Saluti
CSSSS"
Quod nullum est, nullum producit effectum
[Modificato da F.Delemme 21/03/2014 15:44]
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    27/03/2014 09:10


    E così è andato in onda "lo spettacolo" folcloristico delle Iene ( o avvoltoi, non cambia nulla). Il sig. Pelazza, come giornalista e uomo mi ha deluso. Papazian non l'ha manco calcolato perché non rappresenta nulla. Ai giornalisti Rai e a suo tempo, per un documentario per la televisione svizzera, Papazian ha dato un bel benvenuto facendoli accomodare e rispondendo pacatamente ed educatamente a tutte le domande dei giornalisti. Pelazza voleva fare il giornalista ma non c'è riuscito.
    Questi servizi, preparati a tavolino con i nostri detrattori, sono semplicemente lo squallore che impera fra i nostri "ex". Interviste che rasentano il ridicolo e la farsa. Schiere di "anziani" (guide spirituali all'interno delle congregazioni) che vanno a controllare le lenzuola di una improbabile "sorella" piena di pruriti. In questo caso 6 anziani. Siamo abbastanza grandi per capire che bufale raccontano questi avvoltoi alle iene.
    Lo stesso discorso vale per la signora Tinelli che le sue fonti (ma quali sarebbero queste fonti, i cassonetti dell'immondizia?) le hanno suggerito che: "in tutte le congregazioni è stata letta una circolare che invitava a non seguire il programma televisivo delle iene". La signora Tinelli è psicologa? Anche mio nipote di 5 anni avrebbe prima pulito il cassonetto dell'immondizia prima di profferire stupidaggini.
    Come ben sapete, nell'archivio degli imbecilli ho inserito le persone più disparate, volete che non inserisca anche quelle più disperate?


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    27/03/2014 16:44


    Il 1° gennaio del 1986 il quindicinale di attualità e documenti, "Il Regno" edito dalle edizioni dehoniane di Padova (il nome viene dal fondatore della congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, detti comunemente Dehoniani), pubblicò una relazione dell'ormai defunto mons. G. Marinelli, presentata ad un convegno sul geovismo dal titolo: "I testimoni di Geova in Italia: realtà, significato, interrogativi.
    Il Marinelli (fu denunciato davanti alla Sacra Rota, con l'accusa di diffamazione) si distingueva per la forte intolleranza manifestata contro le minoranze religiose in genere, con una forte predilezione per i testimoni di Geova, additandole sempre con connotazioni negative
    Dieci pagine di disinformazione sulla nostra Confessione: "i testimoni di Geova e la politica"; "il disimpegno sociale"; "odio verso chi non è testimone di Geova"; "i testimoni di Geova e la Costituzione"; "i testimoni di Geova e la scuola"; e via discorrendo. Tutti punti estremizzati e alterati da questo paladino dell'informazione errata e parziale. Certo è strana l'accusa di "odio verso chi non è testimone di Geova" e poi vedere questi ultimi bussare alle porte di chi non è testimone di Geova per portare il messaggio evangelico di salvezza.
    Emuli del Marinelli ne abbiamo incontrati tantissimi: uomini politici, laici e religiosi, giornalisti, uomini di spettacolo, psicologi, faccendieri, e come direbbe Filippo, "varia umanità in buona parte proveniente da un ipotetico circo Barnum".

    Sulla pagina FaceBook di Luigi Pelazza, inviato de "Le Iene" un programma alla ricerca di sensazionalismi in salsa provocatoria, si discute dell'argomento "testimoni di Geova".
    Uno dei tanti "Feuilleton" mediatici graditi perlopiù alle ultime generazioni di giovani tatuati. Lo schema fisso di questi programmi è quello di creare scandali e falsi scoop. Quasi sempre presentano da una parte le vittime, "innocenti e indifese" e dall'altra i dominatori, appartenenti alla categoria dei cattivi. L'inviato, il Pelazza di turno interpreta la parte del giustiziere usando metodi propri al limite della decenza e non si cura della società del diritto e dell'etica. Questo giustiziere non va certo in tribunale, assolutamente, ma non esita a fare spettacoli deprimenti per un mesto miserere.
    La migliore risposta è l'indifferenza.
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    04/02/2016 13:08

    Come era prevedibile diverse persone ci hanno scritto per commentare una trasmissione de "le iene" andata in onda in una tv di mediaset.
    Rispondendo a Sabry, rispondiamo a tutti.

    "Cara Sabry, grazie per il tuo scritto. Ho avuto notizia del programma a cui fai riferimento citando il Pelazza. Avevo avuto occasione di seguire un precedente programma di questo pseudogiornalista e sono rimasto alquanto perplesso. Il mio pensiero è quello espresso un anno fa e non lo cambio. Trovi il post a questo indirizzo: freeforumzone.leonardo.it/d/10839420/-/discussione.aspx

    Mi dispiace se altri fratelli hanno e continuano a commentare la trasmissione, ma io, non avendola vista perché da un po' di tempo faccio la spola fra la Spagna e la Sicilia, non ho molto tempo da dedicare alle futilità.
    Da quello che ci hanno scritto, la trasmissione è la fotocopia della precedente. Orripilante la prima, non sarà stato difficile catalogare la seconda.
    Grazie ancora per averci scritto e sentiti libera di contattarci quando vuoi".
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