Ma i Testimoni di Geova festeggiano?

csssstrinakria
00martedì 1 gennaio 2008 22:19
Ultimo giorno dell'anno e cose simili.

Abbiamo ricevuto diverse e.mail sull'argomento "feste e festeggiamenti"; come si comportano i testimoni di Geova? Possono o no festeggiare?
C'è da dire, che i nostri detrattori, approfittano di queste banalità per denigrare la nostra dottrina e i nostri insegnamenti. Tentano, riuscendo a malapena ad essere credibili solo agli stupidi, di far capire alle persone che noi siamo indottrinati (?!?) e che loro sono liberi (cioè SCHIAVI DI UN SISTEMA) di fare quello che vogliono.

Alla luce dei fatti, mi rivolgo alle persone serie, chi è SCHIAVO, il fuoriuscito o il testimone di Geova?

Esaminate quanto scritto ne "La Torre di Guardia" del 15 dicembre 1968 . Domande dai lettori:

"Sarebbe sbagliato invitare a casa propria alcuni conservi cristiani l'ultima notte dell'anno?"

Non è sbagliato invitare a casa propria i conservi cristiani per godere di edificante associazione e svago. Comunque, se l'occasione coincidesse esattamente con una celebrazione mondana, il cristiano farebbe bene a considerare alcune cose prima di prendere la decisione di tenere tale raduno o di assistervi.

Sebbene le usanze variino da paese a paese, in molti luoghi c'è la tradizione di rimanere alzati fino a mezzanotte il 31 dicembre per "veder finire l'anno vecchio". Quella sera è spesso associata al bere smodato, condotta dissoluta fra i sessi, scambio di doni e promesse di cambiare vita nell'anno nuovo. Le pratiche moderne in molti paesi sono direttamente legate a celebrazioni pagane. World Book Encyclopedia del 1966, Volume 14, pagina 237, riferisce: "Nell'antica Roma, il primo giorno dell'anno era dedicato a onorare Giano, il dio delle porte e degli inizi e delle fini. ... Il Capodanno divenne un giorno sacro per la Chiesa Cristiana nel 487 d.C., quando fu dichiarato Festa della Circoncisione. Dapprima, i ricevimenti non furono permessi in questo giorno perché i pagani avevano seguito tale usanza. Questo cambiò gradualmente e le celebrazioni si poterono tenere di nuovo". (Per ulteriori particolari, si veda Svegliatevi! dell'8 gennaio 1958, pagine 21-23).

Prima di mettere la loro vita in armonia con la Bibbia, alcuni che ora sono cristiani possono aver condotto tale vita sregolata. Ma ora essi osservano l'ispirato consiglio: "Come di giorno camminiamo decentemente non in gozzoviglie e ubriachezze, non in relazioni illecite e condotta dissoluta". (Rom. 13:13) Essi si sforzano diligentemente di corrispondere alla descrizione di Gesù: "Essi non sono parte del mondo". (Giov. 17:16) I cristiani dunque eviterebbero
indubbiamente le celebrazioni dell'ultimo giorno dell'anno legate a pratiche pagane.

Ma significa questo che i cristiani debbano evitare di tenersi compagnia quel giorno perché esso è impiegato male da coloro che fanno le "opere che appartengono alle tenebre"? (Rom. 13:12) No, non devono evitarlo. Un gruppo di cristiani potrebbero disporre di radunarsi insieme quel giorno perché in tale occasione sono liberi dal lavoro secolare e possono riunirsi. I cristiani di Gerusalemme dopo la Pentecoste del 33 E.V. "prendevano i loro pasti nelle case private e partecipavano al cibo con grande allegrezza e sincerità di cuore". (Atti 2:46) L'associazione coi conservi cristiani e le conversazioni spirituali a cui si dedicarono furono indubbiamente molto utili per quei credenti. E oggi un raduno di cristiani ha un effetto simile, se i princìpi biblici regolano quello che si dice e che si fa.

Chi dispone di tenere un raduno il 31 dicembre, o intende assistere ad esso, fa bene a esaminare il suo motivo e anche la situazione. Il raduno è predisposto perché è l'ultimo giorno dell'anno, o c'è speciale entusiasmo per esso dato che cade quel giorno? Le attività a cui ci si dedica, o l'ora a cui il raduno finisce, indicano che si imita ciò che fa il mondo quel giorno? In tal caso, indipendentemente da ciò che può dire, la persona celebra l'ultimo giorno dell'anno e segue il mondo e le sue vie. Quello che fa non è cristiano.

Non c'è dunque bisogno di stabilire nessuna "regola" relativamente a questa occasione. Se i cristiani si riuniscono insieme col giusto motivo e se la loro condotta si addice in ogni modo ai cristiani, certo non devono evitare di tenersi compagnia in alcun giorno semplicemente perché è un giorno che il mondo impiega male. Ciascun cristiano può prendere in considerazione il suo proprio motivo, i princìpi scritturali inerenti e quello che gli dice la sua coscienza addestrata secondo la Bibbia. (1 Giov. 2: 15-17; Rom. 14:13; 1 Tim. 1:19) Quindi può prendere una decisione personale, cercando di dare un esempio di maturità cristiana che avrà l'approvazione di Dio. Paolo ci incoraggiò: "Continuate ad assicurarvi di ciò che è accettevole al Signore". — Efes. 5:10.

Probabilmente avranno ancora da ridire, ma noi, personalmente, essendo LIBERI, proviamo pena per coloro che ritengono un OBBLIGO IMPOSTO.
F.Delemme
00giovedì 19 giugno 2014 19:22

L'abbiamo sempre scritto ma di tanto in tanto qualche imbecille, pensando di fare uno scoop, affoga nel suo stesso fango.
Alcuni nostri detrattori sono perseguitati dalle feste e dai compleanni. Sono solo loro a turbarsi mentre ai testimoni di Geova non interessa il classico fico secco. Viviamo bene con le nostre scelte mentre loro vivono male la loro magra esistenza.


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