Tutta la verità
Tempo addietro, partecipai ad una discussione sul “Caso Oneda”, stimolato da un altro fatto di cronaca, quello di Piergiorgio Welby, 60enne malato di distrofia muscolare che da tempo aveva chiesto al presidente Napolitano il permesso di staccare la spina dal respiratore che lo teneva in vita da anni.
Questa volta, mi si impone parlarne, perché alcuni che fanno disinformazione e terrorismo religioso, scrivono cose non corrispondenti alla realtà.
Cosa è successo realmente? E’ vero che la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova non parlò mai del fatto che i coniugi Oneda furono condannati a 14 anni di reclusione?
La risposta è falsa e chi specula su questo è non solo in malafede, ma anche un infido.
Vi spiego tutto quello che è successo, in due post.
Secondo la Costituzione italiana "nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana". La nostra costituzione per il rispetto della persona umana ha incluso tra le libertà dell'individuo quella di sottoporsi o meno ad un trattamento sanitario. Ha ammesso, però, una sola eccezione, che è quella del trattamento sanitario obbligatorio previsto da una disposizione di legge, in quanto potrebbero entrare in gioco gli interessi della collettività.
In nessun altro caso il superiore principio di libertà fondamentale dell'individuo può essere violato.
A titolo di informazione, ricordo a memoria d'uomo cosa è successo alla famiglia Oneda per aver scelto un trattamento sanitario non obbligatorio per la figlia
(le trasfusioni di sangue rientrano nei trattamenti sanitari NON OBBLIGATORI).
Il Tribunale per i minorenni di Cagliari con una ordinanza...
"...dispone che la Direzione della II Clinica Pediatrica informi il Comune di Sarroch o il Comando della Stazione dei Carabinieri di Sarroch, anche per telefono, circa il giorno in cui la minore dovrà essere portata nella predetta clinica; che il Comune o il Comando della Stazione dei Carabinieri di Sarroch ricevuta l'indicazione della II Clinica ne diano immediatamente comunicazione ad Oneda Giuseppe e Costanzo Consiglia, dando incarico al Comune di provvedere per il trasporto della minore..."
Questo meccanismo che aveva funzionato per molti mesi, anche se a intervalli irregolari, inaspettatamente si inceppò.
I sanitari non avvertirono i carabinieri né i vigili urbani perché effettuassero il trasporto dell'ammalata, nè i genitori si accorsero dell'aggravarsi della condizione della figlia.
Quest'ultima trasportata in clinica, muore NEL CORSO DI UNA TRASFUSIONE DI SANGUE praticata d'urgenza. Subito dopo i coniugi Oneda furono arrestati. I media non si schierarono a favore della famiglia Oneda (se si esclude qualche onesto giornalista), non si fecero manifestazioni o cortei per far valere il diritto ad un TRATTAMENTO SANITARIO NON OBBLIGATORIO - al contrario si fecero manifestazioni e si affissero manifesti discriminatori contro gli Oneda. Un'ultima considerazione. In Sardegna è documentato che molti genitori, cattolici o di altra fede o ideologia, dopo aver sottoposto a trasfusione di sangue i loro figli per un certo tempo, non li portavano più in clinica perché, dato il carattere palliativo delle cure, preferivano addirittura lasciarli morire in pace per non sottoporli alle inaudite torture causate dalle trasfusioni. Nessuno si è scandalizzato. - I documenti relativi sono riportati nel volume "Le malattie croniche e mortali dell'infanzia. L'angoscia di morte." Autori Di Cagno - Rovetto. Roma 1980.
Oltre a ciò si possono fornire centinaia di documenti dell'Istituto di Patologia Speciale Medica e Metodologia Clinica, Istituto di Medicina Legale e delle Assicurazioni dell'Università di Siena, Prof. Dott. Antonio Ritucci incaricato di medicina legale dell'Università di Milano, Scuola di specializzazione in Ematologia Generale dell'Università di Pavia, Prof. Angelo Fiore Direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma... -
Pregiudizio? Ogni commento è superfluo.
I coniugi Oneda chiesero un trattamento sanitario diverso e rifiutarono il trattamento sanitario proposto dall'ospedale. Questo secondo la legge. La figlia degli Oneda
non è morta a causa di una trasfusione non fatta al momento opportuno: "Il quadro anatomopatologico riscontrato dai periti d'ufficio, per quanto concerne la ritenzione di ferro, non poteva costituire il risultato delle mancate trasfusioni degli ultimi tre mesi; la cospicua
epatomegalia e splenomegalia, la ipertrofia cardiaca, le alterazioni
riscontrate a carico dell'apparato scheletrico sicuramente esistevano anche all'epoca dell'ultima trasfusione del 28.3.'80 ed erano indicativi del non favorevole andamento della malattia, che rivestiva aspetti di indubbia gravità.” - Prof. Antonio Ritucci.
"...Quali furono i fattori che determinarono il cedimento acuto del cuore della piccola Oneda? La risposta a siffatto quesito discende logicamente proprio dall'equivoco nel quale, in perfetta buona fede, sono caduti i periti d'ufficio i quali, all'esame autoptico ed ai successivi controlli istologici, hanno rilevato alterazioni generali e dei singoli organi deponenti per una forma di talassemia di particolare gravità e tale da indurli a ricercarne - erroneamente - la causa nella mancata e costante e prolungata terapia trasfusionale." (Relazione di consulenza-medico-legale sulle cause di morte di Oneda Isabella - Dott. Giuseppe Dell'Osso dell'Istituto di Medicina Legale e delle Assicurazioni dell'Università di Siena.)
Ho citato documenti di eminenti professori che hanno smentito le diagnosi che spesso presentano i diffamatori. Per amore della verità, la Procura di Cagliari emetteva comunicazioni giudiziarie a carico dei coniugi Oneda e del prof. Antonio Cao, direttore della 2° clinica pediatrica. Il giorno dopo la stessa Procura emetteva un'ordine di cattura, firmato dal dott. Ettore Angioni, a carico dei soli Oneda, questa volta imputati di omicidio volontario aggravato.
Al contrario, la comunicazione giudiziaria emessa a carico del suddetto sanitario veniva annullata.
Elementi o fatti nuovi per questo cambiamento? Nessuno. La perizia sulla bimba deceduta non era stata ancora fatta, altro non era accaduto. Gregorio Donato, giornalista della RAI così commentò i fatti: "Il 2 luglio del 1980, Isabella moriva.
Il 4 luglio veniva emessa comunicazione giudiziaria per omicidio colposo a carico dei genitori e del direttore della II clinica pediatrica, prof. Cao. Il 5 luglio lo stesso giudice emette ordine di cattura. E' cambiata l'imputazione: non più omicidio colposo, bensì omicidio volontario aggravato.
Inoltre non più tre nomi, ma due: i coniugi Oneda; è improvvisamente scomparso il nome del direttore della II clinica.
Cosa è avvenuto tra il 4 e il 5 luglio dell'80? Sono in grado di affermare che in quelle 24 ore le linee telefoniche di Cagliari che conta erano - per così dire - surriscaldate. Il prof. Cao, certamente un luminare, benemerito nella lotta contro il terribile male della anemia mediterranea, ha in cura 700 bambini microcitemici: figli di operai, di contadini, di pastori, di minatori,di disoccupati, ma anche: di professionisti, di magistrati, di politici, di giornalisti. Conclusione:
hanno rapidamente depennato l'incriminazione e gli hanno anche chiesto scusa. Quest'ultima circostanza mi è stata confidata personalmente dal prof. Cao".
Se notate, da questo avvenimento, si evidenzia un fatto stranissimo, si vollero salvare le strutture pubbliche, i sanitari, i vigili urbani e i carabinieri, ognuno dei quali aveva una precisa responsabilità nell'attuare e nell'affiancare coattivamente la cura della bambina, e
si volle soprattutto criminalizzare, più che gli Oneda, sventurati capri espiatori, il culto da essi praticato.
Da tutto ciò emerge solo un clima di diffuso pregiudizio.
Primo Pregiudizio: il reato ascritto;
Secondo: ignorata deliberatamente la responsabilità degli organismi pubblici;
Terzo: non dimostrato il nesso di causalità materiale;
Quarto: mancato esame dell'incidenza del "fatto bronchiale" e dell'ultima trasfusione;
Quinto: omissione di ogni testimonianza a favore degli imputati; ecc.
Lasciando da parte la medicina e gli aspetti giudiziari del caso Oneda, ricordo che l'aspetto principale è:
I Testimoni di Geova rifiutano le trasfusioni di sangue per non disubbidire a un comando divino, accettano peraltro possibili terapie alternative. I TdG interpretano il divieto biblico di nutrirsi di sangue, trasfusioni comprese perché esse non sarebbero che un metodo più diretto per nutrire l'organismo. Sia condivisa o meno questa interpretazione, il loro diritto a rifiutare la terapia emotrasfusionale è perfettamente lecito, fondato sul diritto, confermato dalla giurisprudenza e
dalla migliore e più recente dottrina e dall'etica medica.
I documenti relativi al caso Oneda e ad altre centinaia di casi, le cartelle cliniche e gli interventi di illustri uomini di medicina, hanno già detto tutto. La dottrina, la giurisprudenza, la medicina e le norme vigenti legali hanno esaurito l'argomento.
Oggi
l'intolleranza si chiama Trasfusione (col tempo non se ne parlerà più, quando la medicina scoprirà che non saranno necessarie). Domani potrebbe essere qualche altra cosa. E’ un fatto incontrovertibile, perché non risulta da nessuna parte e non esistono informazioni sanitarie dove si afferma che la trasfusione di sangue certamente salva la vita! Non può essere scritto da nessuna parte.
Torniamo alla domanda iniziale rispondendo con sdegno agli speculatori senza scrupoli:
"È vero che la Congregazione Centrale abbandonò al proprio destino i coniugi Oneda? È vero che non parlò della condanna?"
Il prossimo post risponderà a queste diffamazioni.
Christian E. Maccarone