"Il Padre è maggiore di me"
La Bibbia è tutt'altro che silenziosa riguardo alla relazione esistente tra Gesù e Dio. Alcune delle prove sono molto esplicite nell'affermare la subordinazione del Signore Gesù al suo Dio.
Alcuni hanno suggerito che il versetto 28 del capitolo 14 del vangelo di Giovanni si applichi solo alla natura umana di Cristo. Altri evidenziano il modo in cui Gesù voleva che i suoi seguaci comprendessero la sua posizione in relazione a Geova.
Il dott. Ron Rhodes in "Reasoning from the Scriptures Ministries - An Apologetics Ministry Centered on the Bible" (www.ronrhodes.org) tenta di screditare la forza di questa affermazione dicendo che Gesù si stava semplicemente riferendo alla "sua natura umana". Si riallaccia al credo atanasiano secondo cui Cristo è "uguale al Padre per quanto concerne la sua Divinità e inferiore al Padre per quanto concerne la sua umanità".
Se veramente in Giovanni 14:28 Cristo si stava semplicemente riferendo alla propria natura umana, che scopo avrebbe avuto dirlo ai suoi discepoli? Non era forse ovvio che Geova, l'Iddio dei cieli è maggiore di un uomo?
Indubbiamente questo è uno dei motivi per cui Ireneo, Giustino e Origene applicarono Giovanni 14:28 al Logos (il Gesù pre-umano) e non al "Cristo storico". E' anche importante notare che Cristo non limita in nessun modo la sua affermazione alla propria natura umana. Coloro che aggiungono questa restrizione alle parole di Gesù lo fanno per lealtà nei confronti della più tarda dottrina trinitaria.