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  20/06/2013 12:06 | |
Mi arriva una mail su un argomento a cui gli studiosi di un ramo dell’imbecillità, ora si stanno dedicando:la “corona di spine” che i romani hanno messo sulla testa di Gesù.
Non è la prima volta che questi conoscitori del nulla parlano dell’argomento, e come le altre volte, emergono le banalità, la loro superficialità, l’ignoranza degli avvenimenti e l’odio verso i testimoni di Geova.
Esaminiamo da vicino l’avvenimento secondo la descrizione evangelica.
Secondo gli evangelisti Marco (15:17), Giovanni (19:2) e Matteo (27:28), i soldati fecero indossare a Gesù un mantello di porpora o scarlatto come precisa Matteo. Gli misero sulla testa una corona di spine e gli diedero un bastone.
Questo faceva parte della vestizione del prigioniero; i simboli regali erano appunto il mantello rosso (quello di una guardia), la corona di spine e lo scettro sostituito dal bastone.
Tutto questo avveniva mentre era trattenuto in carcere per una notte e le guardie romane si divertivano con lui al gioco del basileos, ovvero del re.
Gli evangelisti ci fanno sapere che il mantello che precedentemente gli misero addosso, finita la pantomima o il gioco del basileos, glielo tolsero e gli rimisero le sue vesti. Così ci descrive l’avvenimento san Matteo: “E gli sputarono addosso e, presa la canna, gli percuotevano la testa. Infine, dopo averlo schernito, gli tolsero il manto, lo rivestirono con le sue vesti e lo condussero via per metterlo al palo”. Quindi è logico pensare che gli tolsero anche la corona di spine e il bastone alla luce anche di quello che segue dopo.
Che non avesse la corona di spine sulla testa è confermato dalla pittura bizantina che la ignora totalmente. Non a caso pittori come Giotto e Pietro Lorenzetti non mettono nulla sul capo di Cristo.
E allora perché l’iconografia della cristianità raffigura SEMPRE Gesù con la corona di spine? Semplice, per soddisfare la devozione dei loro fedeli che si lasciano influenzare facilmente dall’estetica e dalla scenografia tragica. A partire dal sec. XV questa corona di spine s'è imposta ed è rimasta sino ai nostri giorni. E poi c’è sempre un altro tipo di devozione: l’idolatria nella sua forma più comune: l'amuleto. Infatti, molte spine della corona furono distribuite nel corso dei secoli in tutto il mondo, e come per magia, da allora si hanno notizie delle proprietà di MIGLIAIA DI SPINE terapeutiche e salvifiche. Come del resto sono migliaia anche i chiodi che servirono a inchiodare il Cristo sul palo di tortura.
Tornando alle cose serie, riconosciamo perciò che le raffigurazioni della morte di Gesù contenute nelle nostre pubblicazioni sono soltanto ragionevoli rappresentazioni artistiche della scena. Non è necessario che queste raffigurazioni si adeguino alle mutevoli e contrastanti opinioni degli studiosi, né rispondono alle esigenze devozionali dei 7 milioni di testimoni di Geova nel mondo, i quali non sono interessati a questa forma di idolatria e decerebrazione cerebrale di massa.
Infine, le lievi differenze fra una figura e l’altra della morte di Cristo, rivelano l’individualità dei disegnatori. [Modificato da F.Delemme 20/06/2013 15:41] |
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