Povero Lazzaro e poveretta la sua anima.
Che cos'era e dov'era l'anima di Lazzaro è chiaro, basta leggere alcuni post di persone che si sono assise a dirigire l'orchestra:
"Riprendendo il discorso di
xxxxxxanello credo che l'anima abbia coscienza solo in relazione al corpo, senza il quale si trova in uno stato paragonabile al sonno (si può comunque discutere su cosa possa significare questo,
che conservi la coscienza non lo metto in dubbio, ma credo che sia attiva solo in relazione al corpo) da questo punto di vista quindi Lazzaro non si è accorto di nulla e Cristo non gli ha fatto nessun torto.
Questo è quanto penso io."
Questo ha le idee chiare. Certo, sono un pò annebbiate e farcite di "SECONDO ME", ma in fondo ha tutto chiaro in mente.
Peccato però che l'altro maestro di flauto non la pensa come lui:
E che cosa vorrebbe dire? Nel sonno, per definizione, non c’è coscienza. Coscienza è sempre coscienza di qualcosa, è l’esser desti ed avvertire qualcosa. In che senso si può dire che un’anima “dorme” e che tuttavia ha coscienza?
Questa posizione non ha senso, oltre al fatto che è eretica.
Il primo maestro di tamburello è tacciato di ERESIA dal maestro di flauto. Però hanno le idee chiare.
Leggiamo cosa ha capito un novello suonatore di triangolo che abitualmente prende lezioni dai suddetti maestri:
"
Pian piano capisco, che tutto si può spiegare con l`atemporalità e quindi l`immutabilità divina. Il tempo non trascorre parallelamente nel nostro stesso universo, dove non esiste tempo la differenza è ancora più marcata.
Forse la domanda che segue a questo ragionamento è quindi: Lazzaro era cosciente del suo stato di atemporalità? La formulazione del pensiero ha bisogno di tempo? O forse dove non esiste lo spazio-tempo si è tutt`uno con Dio e quindi il nostro "pensiero" è UNO con Dio?
D'accordo che capisce piano piano, ma credo che NON ABBIA CAPITO NIENTE. Ecco cosa gli dice il maestro di flauto:
"
Non ha senso chiedersi se “mentre” era morto la sua anima era cosciente di qualcosa, perché
tu stai ancora supponendo che esista un tempo nell’atemporalità corrispondente al tempo in cui sulla terra Lazzaro era morto, e che dunque, mentre stava nella tomba, la sua anima stesse in questa atemporalità. No.
A mio avviso, visto che non credo alla teoria tomistica dell’evo, che del resto non è mai stata definita dogmaticamente, ci sono altre vie per salvare l’atemporalità di Dio e al contempo l’immortalità dell’anima.
Quello che sto per scrivere è un mio parere, e se qualcuno mi mostrasse che dà adito in qualche punto all’eresia sarò ben lieto di cambiarlo, giacché come diceva Platone è assai più salutare essere confutati che confutare.
Credo che la mia anima sia presso Dio, ma non ha senso dire che sarà presso Dio, o è già presso Dio, perché la trascendenza non ha corrispondenza con la nostra dimensione."
Poveraccio, è stato preso per le orecchie ed obbligato ad accettare quei fastidiosi "A MIO AVVISO", "E' UN MIO PARERE". Certo ha capito tutto senza tenere conto del pensiero dell'intellettuale che si pone sopra tutto e tutti.
Spostiamoci verso gli strumenti a corda, dove un altro maestro sta accordando una chitarra hawaiana:
"L'anima è immateriale, quindi trascende il dove ed il quando (che sono due accidenti materiali). Al contempo, però, l'anima umana è un'anima incarnata ed è individuata (vale a dire che si distingue dalle altre anime) per essere la forma sostanziale di un determinato corpo (ed il corpo, in sé, è soggetto al tempo ed allo spazio, in quanto trasmutabile).
L'anima, in sé, non è quindi soggetta al mutamento, ma il mutamento gli può essere annesso, a differenza di quanto accade per Dio (che è eterno). Ecco perché gli scolastici dicevano che l'anima (così come tutti gli enti spirituali) non si trova né nel tempo né nell'eternità, ma sussiste in una “dimensione” in qualche modo intermedia tra i due, detta “evo”. Ora, se il tempo è caratterizzato dalla continuità, l'evo è caratterizzato dalla discontinuità.
Per cui, possiamo supporre tranquillamente che l'anima di Lazzaro non abbia avuto alcuna “esperienza” specifica (in senso temporale) di quei quattro giorni in cui il suo corpo giacque morto, pur continuando a sussistere nella dimensione para-temporale propria, vale a dire l'evo (che è, appunto, discontinuo, lì dove il tempo è continuo e l'eternità è simultanea).
Ovviamente, tentare di immaginare in che cosa consista l'eviternità è un esercizio vano, perché noi, finché siamo spiriti incarnati non possiamo averne esperienza diretta e, pertanto, non possiamo nemmeno figurarcela, se non analogicamente, facendo riferimento al tempo.
Comprendo che si tratta di un discorso un po' complicato e (a tratti) contorto... sic...
Il maestro di chiatarra si è accorto che il suo discorso è un pò complicato, ma MOLTO CHIARO.
MORALE DELLA FAVOLA? Lazzaro non si farà più trovare e rifiuterà di farsi risuscitare. Noi, dove le chiare DIMOSTRAZIONI BIBLICHE di questi orchestrali, diciamo in coro:
LASCIATELI PERDERE, SONO GUIDE CIECHE. HANNO CAMBIATO LE SACRE SCRITTURE PER LA PROPRIA VANITA' E PER IL PROPRIO EGO.
Il successo di Gesù Cristo? LA SEMPLICITA'.
Il fallimento dei "solleticatori di orecchi"? LA COMPLICAZIONE.
Stefania
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