La storia secolare offre ampie prove che i primi cristiani rimanevano politicamente neutrali e non andavano in guerra. il libro "The Beginnings of Christianity" dice: “I fondatori del cristianesimo evitavano con estrema cura di coltivare qualsiasi tendenza a interferire direttamente nell’ordinamento politico vigente”.
On the Road to Civilization osserva: “Il cristianesimo primitivo fu poco compreso e fu considerato con scarso favore da quelli che governavano il mondo pagano. . . . I cristiani si rifiutavano di assolvere certi doveri dei cittadini romani. . . . Non ricoprivano cariche politiche”.
Parlando dei primi cristiani e del servizio militare, il teologo tedesco Peter Meinhold disse: “Essere cristiano e soldato era considerato inconciliabile”. E Jonathan Dymond, nel suo saggio “Indagine sulla compatibilità della guerra con i princìpi del cristianesimo”, scrisse che dopo la morte di Gesù per qualche tempo i suoi seguaci “rifiutarono di andare in guerra, quali che fossero le conseguenze, vuoi disonore, vuoi imprigionamento o morte”. Dymond aggiunse: “Questi fatti sono incontestabili”.
“Solo quando il cristianesimo si corruppe i cristiani diventarono soldati”.