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Testimoni di Geova: Risposte a Domande
 
 
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Luca 10:1-7

Ultimo Aggiornamento: 02/08/2015 11:35
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25/01/2012 10:25

Re:
mlp-plp, 21/09/2008 22.01:

Saluto tutti con la mia....

strettina di mano..

In un altro 3D avevo lasciato in sospeso l'argomento "predicazione" prefiggendomi di rispondere a chi mi chiedeva conferma biblica su ciò che avevo detto riguardo la predicazione.
Noto con piacere questo 3D e preferisco quindi dire la mia in questo spazio invece che in quello e per farlo riprendo il post iniziale di questa discussione:

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Perché i testimoni di Geova predicano di casa in casa?

Gesù predisse quest’opera per i nostri giorni: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. Ai suoi seguaci diede anche queste istruzioni: “Andate dunque e fate discepoli di persone di tutte le nazioni”. Matt. 24:14; 28:19.
Quando Gesù mandò i primi discepoli, disse loro di andare a casa delle persone. (Matt. 10:11-13)

La casa citata da Gesù era la casa che avrebbe ospitato i discepoli che sarebbero arrivati in quel paese, se i padroni di casa erano meritevoli, vi sarebbero rimasti ospiti per tutto il tempo necessario per predicare agli abitanti del paese stesso, ma non di porta in porta, bensì nei luoghi pubblici. (non c’è scritto da nessuna parte che bussassero tutte le porte), se invece il padrone di casa non era meritevole, loro avrebbero scrollato la polvere dai loro piedi e avrebbero trovato qualche altro meritevole che li avrebbe ospitati per il tempo necessario.

L'apostolo Paolo scrivendo ai Romani (10:11-15) evidenzia significativi interrogativi a cui si può rispondere solo con una predicazione capillare.

Gli apostoli predicavano nelle piazze, nelle vie, nel Tempio, nelle sinagoghe… e poi, semmai, continuavano la loro predicazione nelle case degli interessati (visite ulteriori?), ma il loro metodo di predicazione principale non era di porta in porta e di casa in casa. Vi chiedo un favore, che non gioverà però me, bensì voi: leggetevi, tutto d’un fiato, il libro degli Atti degli Apostoli e poi, essendo sinceri con voi stessi, chiedetevi se, obiettivamente, gli apostoli predicavano di casa in casa.

Il messaggio che i Testimoni proclamano riguarda la vita delle persone; stanno attenti a non tralasciare nessuno. (Sof. 2:2, 3) Le loro visite sono motivate dall’amore, innanzi tutto per Dio e poi per il prossimo.

L’invito di Sofonia è rivolto a TUTTI coloro che lo vogliono ascoltare, anche a chi predica (magari razzolando male)

I testimoni di Geova predicano dove c’è gente. Di casa in casa; nei mercati e nelle nelle piazze.
Luca 10: 7 va compreso alla luce del contesto. Luca 10:1-7 indica che Gesù mandò i suoi discepoli a predicare ai connazionali ebrei. Non avrebbero dovuto portare con se né borsa né bisaccia da cibo. Avrebbero usufruito della tradizionale ospitalità ebraica verso i propri connazionali forestieri. Gesù ricordò loro che non dovevano cercare le comodità materiali e che Dio avrebbe provveduto alle loro necessità. Infatti lo stesso versetto sette di Luca cap. 10 dice:" E restate in quella casa, mangiando e bevendo le cose che provvedono, poiché l'operaio è degno del suo salario". (Vedi anche Marco 6:10) Non avrebbero dovuto trasferirsi di casa in casa approfittando dell'ospitalità dei loro connazionali.

Appunto, questo conferma quel che ho detto all’inizio, ma non conferma ciò che voi affermate che predicavano di casa in casa

Poco prima di morire Gesù indicò che le circostanze sarebbero mutate in seguito all'opposizione ufficiale, perciò disse ai discepoli di portare con sé sia la borsa che la bisaccia con i viveri.

Infatti, proprio perché Gesù sarebbe stato considerato un “delinquente”(“annoverato fra gli illegali”) loro, suoi seguaci, difficilmente avrebbero trovato ospitalità come prima. Rimane il fatto che non andavano di casa in casa e di porta in porta.

Comunque, dovevano cercare prima il Regno di Dio e non essere ansiosi per le necessità materiali; cosi avrebbero dato prova di confidare che Dio avrebbe avuto cura di loro nel ministero. - Luca 22:35, 36; Matteo 6:25-34.

Matteo 6,25-34 è rivolta a tutti coloro che hanno fede in Dio, non vedo il nesso con la predicazione.

In qualunque casa entriate, prima dite: "Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi." Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi.

Anche questo conferma ciò che ho detto all’inizio

E' ovvio che i discepoli passassero di casa in casa a predicare la buona notizia altrimenti come facevano a trovare, come dice la Scrittura, un "figlio della pace" correndo pure il rischio, come afferma Gesù, di trovare invece qualcuno che non era "figlio della pace" ? Se qualcuno dava loro ospitalità come era usanza presso gli ebrei dovevano fermarsi da Lui senza ricercare ospitalità da altri.

Come detto all’inizio, il “figlio della pace” era colui che li avrebbe ospitati gradevolmente e non se ne sarebbero andati dalla sua casa finchè non avrebbero completato la predicazione nelle piazze e nelle vie di quel paese.

I TdG si limitano a fare visite ai loro vicini al solo scopo di predicare ed insegnare la Buona Notizia del Regno.

Questo metodo è la scelta del vostro Corpo direttivo, apprezzabile o meno, ma non dovete dire che è riscontrabile nella Bibbia


Il passo di Luca si deve leggere tenendo conto del contesto, se infatti leggiamo il versetto 4 (che dice "non salutate nessuno lungo la strada") non possiamo dedurne che Cristo invitasse i suoi discepoli ad essere "maleducati" durante la loro opera missionaria.
In realtà l'invito a "non passare di casa in casa" cosi come il non perdersi nei lunghi saluti che caratterizzavano i paesi orientali indicava solo che Gesù stava sottolineando l'esigenza di dare la priorità alla proclamazione.

Gesù quindi metteva in risalto la proclamazione pubblica, non passando di casa in casa, che avrebbe causato perdita di tempo (quanto tempo perdete nelle case di molti, dove vi trattenete piacevolmente a parlare del più e del meno bevendo magari anche un caffè per poi segnare servizio solo per aver lasciato una o due riviste prima di congedarvi?)

La nota della JOB (Traduzione Ecumenica della Bibbia, Elledici, 1992) a questo versetto dice chiaramente che: "L'intenzione di Gesù è che i missionari non si preoccupino di trovare una ospitalità più confortevole ma che si consacrino interamente alla loro missione".

Pertanto, non ha nulla a che fare con una presunta "proibizione" di predicare la Buona Notizia a domicilio o in ogni altro luogo dove si incontrono delle persone. D'altronde la stessa parola greca usata per descrivere il "fare discepoli" indica non l'insegnamento collettivo ma quello individuale che implica il rapporto personale discepolo-maestro, proprio quello che fanno i TdG contattando individualmente coloro che sono desiderosi di apprendere le verità bibliche.

Bene, ma questo (l’insegnamento individuale discepolo-maestro) si fa a chi ha mostrato interesse durante la predicazione pubblica – questo è ciò che facevano gli apostoli

Che la visita domiciliare facesse parte della metodologia apostolica nel predicare il vangelo o buona notizia del regno è chiaramente indicato da Atti 5:42.

Come già detto, la visita domiciliare era la “continuazione” dell’insegnamento verso gli interessati, da notare la traduzione di questo versetto nelle altre Bibbie:

CEI: “e ogni giorno, nel tempio e a casa, non cessavamo di insegnare..

NUOVA RIVEDUTA: “E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare”

NUOVA DIODATI: “E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare”

INTERLINEARE DA NR.: E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare

RIVEDUTA (LUZZI): “E ogni giorno, nel tempio e per le case, non ristavano d'insegnare”

VULGATA: “omni autem die in templo et circa domos non cessabant docentes et evangelizantes”


Si predica dove c'è gente. E la gente, normalmente, vive in casa.- Matteo 28:19,20.

Ma gli apostoli avevano tutt’altro metodo..


A una conferenza di esponenti religiosi in Spagna è stato detto: “Forse [le chiese] trascurano proprio quello che costituisce la maggiore preoccupazione dei Testimoni: la visita domiciliare, che rientra nella metodologia apostolica della chiesa primitiva. Mentre le chiese si limitano non poche volte a costruire templi, suonare le campane per attrarvi la gente e a predicare dentro i propri luoghi di adunanza, [i Testimoni] seguono il metodo apostolico di andare di casa in casa e di cogliere ogni occasione per testimoniare”. El Catolicismo, Bogotá (Colombia), 14 settembre 1975, p. 14.

Ognuno è libero di pensarla come vuole, qui stiamo cercando di capire il metodo degli apostoli.


I detrattori, come sempre, invece di fare critica costruttiva ed operare per il bene, sviluppano concetti atti a denigrare quest’opera dicendo che Cristo la vietava.

Spero che quanto ho scritto sia ritenuto costruttivo e che operi per il bene. Nessuno dice che Cristo vietava la predicazione DA PARTE DEGLI APOSTOLI, cioè quelli mandati apposta (Efesini 4:11), si dice solo che il metodo usato dai TdG di andare di porta in porta e indiscriminatamente, di casa in casa, non è confermato dalle scritture. Poi, ognuno è libero di predicare come vuole, ma non si faccia credere che quel metodo sia biblico.

Questo ci fa capire quanto di cristiano abbiano queste affermazioni e lo scopo di questi sobillatori.

Lo scopo è solo quello di far meditare, e questo non è anti-cristiano.

Buona serata e…

Una strettina di mano….

Dal Pierino
[SM=g7348]








Il sig. Pierino, in questa discussione non ha dimostrato nulla, anzi ha evidenziato una particolare arroganza finalizzata a screditare il corpo direttivo della nostra organizzazione religiosa.
Infatti scrive:
Questo metodo è la scelta del vostro Corpo direttivo, apprezzabile o meno, ma non dovete dire che è riscontrabile nella Bibbia


Ebbene, sig. Pierino, quello che afferma lei sono delle supposizioni.
Filippo ha ben evidenziato il significato delle parole greche, facendo presente che letteralmente l'accusativo plurale è da leggere in senso distributivo (il verso originale Gr. kai kat’ òikous è: “e secondo case”) e non in senso avverbiale "a casa"...
Quello che afferma Filippo è ben documentato perché condiviso da filologi e studiosi di greco antico.


Già l'aver dato "la sua benedizione" all'utente lovelove che riporta un assunto pescato chissà dove, dimostra quanta conoscenza ha del greco antico. La signora scrive perfino che sono "parole sue" [SM=g27996].

Ora veniamo al nocciolo della discussione.
I testimoni di Geova si impegnano ad andare dove c'è gente: dalle fermate degli autobus alle strade affollate; dai mercati rionali agli slarghi dei grandi supermercati; con gazebi e tavolinetti e di casa in casa.
Tutto il resto è speculazione gratuita di gente che vorrebbe realizzare una parrucca da un filo di capello tagliuzzandolo in mille pezzi.
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