Arroganze e giochi perversamente scorretti

La Confessione dei testimoni di Geova è portatrice di ideologie assolutamente totalizzanti e spersonalizzanti? Questo è quello che i detrattori, sostenuti da alcuni sacerdoti e individui che hanno frequentato le scuole serali e si assurgono a critici competenti e studiosi di fenomeni (?!).

Sorprende che questa accusa venga mossa da sacerdoti i quali per vocazione lasciano tutto, compresa una vita normale, si obbligano al celibato perenne e seguono la "chiamata" ricordando le parole del Signore "Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me".

Dimenticano forse la vita monacale di clausura o gli ordini dei Trappisti o dei Francescani o altri ordini religiosi, con vari voti di isolamento, di celibato perenne, di povertà assoluta, di obbedienza assoluta perinde ac cadaver? Ordini che talvolta impongono una vita del tutto al di fuori del contesto sociale e sanitario notevolmente diversa da quella normale.

Ma quando mai la normalità, così come intesa in una società a cui il clero addebita il distacco, affettivo ed effettivo, dalla Chiesa, può essere il metro per giudicare il comportamento altrui?

Come mai il fervente impegno religioso del cattolico è considerato un segno di santità mentre quello manifestato dai testimoni di Geova, la loro intensa esperienza religiosa, viene considerato fanatismo, vera e propria spersonalizzazione, separazione dalla famiglia? Questi signori non hanno mai visto una ripresa televisiva dei nostri congressi estivi che mostrano famiglie pacifiche con figli, ben vestite, ben disciplinate, e ben curate?

Ci accusano di praticare veri e propri lavaggi del cervello sottoponendo gli aderenti a pressioni psicologiche.
Senza ricorrere al luogo comune delle conversioni forzate di massa al tempo dei conquistadores spagnoli, che fortunatamente appartengono al passato, non è insolito che missioni cattoliche nel Terzo Mondo convertano gli affamati e i malati trasformandoli in cristiani del riso, quelli che in Cina si convertivano per un po' di riso.

Troppo superficiali sono le accuse da parte di chi appartiene ad una gerarchia che per secoli ha praticato l'intolleranza.