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I cristiani e l'omosessualità

Ultimo Aggiornamento: 15/10/2015 10:03
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08/02/2009 20:06

Ecco un trattato di un Pastore della Chiesa Luterana:
Tratto da bollutnet.nemesistemi.it/archivio/Bollut018Omosessualit%C3%A0gruppoecume...

Ho messo in grassetto alcuni frasi per me particolarmente interessati

Omosessualità dal punto di vista delle chiese evangeliche storiche
Pastore Dieter Kampen

Gruppo ecumenico, Trieste 26 febbraio 2008
Parlerò sull'omosessualità dal punto di vista delle chiese evangeliche
storiche dell'Europa occidentale che in maggioranza sono aperte verso le
persone omosessuali. Lo faccio in sostituzione del Pastore Carrari di cui so
che il tema gli stava molto a cuore. Presenterò dunque come esempio il
documento sinodale della Chiesa Valdese.
Devo premettere che la mia posizione non è quella di tutte le chiese
evangeliche, ma quella delle chiese storiche che sono i luterani, i riformati,
che in Italia sarebbero i valdesi, e gli anglicani. Nell'ottocento, nell'ambito
universitario delle chiese evangeliche e soprattutto in Germania, fu
sviluppato il metodo storico-critico. Questo metodo, in armonia con la
filosofia dell'illuminismo esamina la Bibbia con criteri e metodi scientifici.
Questo portò alla luce risultati che non piacevano ai più conservativi, come
p.es. che i Vangeli non sono stati scritti da testimoni oculari, che molti
racconti sono di formazione postpasquale, ecc. Perciò vediamo nascere
nuove chiese che si formano in controtendenza alle idee illuministiche e
sostengono una lettura letteralista. È da sottolineare che ciò che chiamiamo
oggi letteralismo o anche fondamentalismo è un fenomeno che esiste
soltanto dal tempo dell'illuminismo. Lutero pensava naturalmente che la
Bibbia fosse Parola di Dio, ma per lui c'erano passi chiari e oscuri, la Bibbia
aveva un centro e a partire da esso Lutero poteva anche parlare male di certi
passi biblici. Le chiese letteraliste invece prendono ogni singola frase
ugualmente come parola di Dio. Poi nel secolo scorso abbiamo assistito alla
nascita di un nuovo tipo di chiese evangeliche, cioè quelle di tipo
carismatico o pentecostale che seguono anche una lettura letteralista, ma con
la differenza che per loro in fin dei conti lo Spirito è decisivo. Queste chiese
formano oggi la maggioranza numerica delle chiese evangeliche.
Parlerò quindi solo delle chiese evangeliche storiche, ma anche entro il loro
cerchio ci sono delle differenze molto accentuate. Quando nel 2003
nell'USA l'Episcopal Church, cioè la Chiesa anglicana, ha ordinato un
vescovo dichiaratamente gay (Gene Robinson), ciò ha portato ad una forte
frattura nell'unione anglicana. Soprattutto gli Anglicani dell'Africa e
dell'Asia si sono distanziati da questa decisione. Ogni regione del mondo ha
una storia filosofica-teologica-culturale diversa e quindi le chiese nazionali
1
prendono posizioni diverse su questioni come questa che sono
principalmente di carattere culturale. Poi non si deve dimenticare che la
questione dell'omosessualità è un tema relativamente nuovo. Ricordiamoci
come era con l'ordinazione delle donne. All'inizio le proteste erano tante.
Oggi, almeno in Germania, è la cosa più naturale del mondo, e sul piano
globale oltre il 90% delle chiese luterane ordina le donne pastore. D'altronde
è significativo che le chiese che sono aperte verso la condizione
omosessuale sono sempre chiese che sono aperte anche verso le donne.
Comunque, siamo ancora all'inizio di uno sviluppo e numerose chiese hanno
finora evitato di affrontare il problema, perché spesso è collegato a scontri e
divisioni. Comunque nelle chiese riformate, anglicane e luterane dove il
tema è arrivato alla decisione sinodale, nella maggior parte dei casi è stato
concluso con l'apertura verso l'omosessualità, anche se spesso non al 100
per 100. Non al 100%, perché certamente nelle chiese europee ci sono anche
letture diverse. L'anno scorso la Chiesa luterana di Norvegia ha deciso la
benedizione di copie omosessuali e il tema è stato portato al Sinodo dalla
Conferenza dei Vescovi per la differenza di un solo voto.
Negli ultimi anni anche la Chiesa veterocattolica della Germania sta
camminando in questa direzione.
Vorrei adesso in modo molto sintetico dare un'occhiata a ciò che la Bibbia
dice dell'omosessualità. Nell'Antico Testamento vengono nominati
soprattutto due passi. Uno è Genesis 19. Lot accoglie in casa sua due ospiti.
La notte gli abitanti di Sodoma vengono e vogliono violentare i due ospiti.
Di conseguenza Dio distrugge la città. Una lettura attenta e il paragone con
il racconto parallelo in Giudici 19 mostrano che questo racconto ha proprio
niente a che vedere con l'omosessualità. Violentare un altro uomo nell'
antico vicino oriente era un modo per dimostrare la propria superiorità. Il
peccato degli abitanti di Sodoma non era che fossero tutti omosessuali –
cosa che sicuramente non erano – ma il loro peccato era quello di non
rispettare il dovere sacro dell'ospitalità.
Un altro passo, più esattamente due, si trovano in Levitico 18 e 20. Qui
invece si tratta di una legge divieto specifico:
Se uno ha con un uomo relazioni sessuali come si hanno con una donna,
tutti e due hanno commesso una cosa abominevole; dovranno essere
messo a morte (Lev 20,13).
La condanna di morte manca in Levitico 18,22.2
„Ecco“, qualcuno potrebbe dire, „qui abbiamo una legge evidente. Perciò è
chiaro che la chiesa deve vietare l'omosessualità!“ Ma non è così facile.
Questi due passi appartengono alla cosiddetta legge di Santità che va da
Levitico 17 a 26. Essa è stata redatta in seguito all'esilio del popolo, in un
tempo in cui era importante distinguersi dai popoli aggressori. Questa legge
si basa per gran parte delle sue prescrizioni sessuali sul concetto puroimpuro.
Allora, visto che il cristianesimo ha abbandonato questo concetto e
visto che la legge si rivolge agli ebrei esilati, perché questa legge dovrebbe
avere ancora validità per noi oggi? Se si, allora dovremmo anche evitare di
mangiare carne contenente sangue oppure portare vestiti cuciti da due stoffe.
Ma soprattutto dovremmo chiedere la reintroduzione della pena di morte.
Penso che sia abbastanza arbitrario tirare fuori da questa raccolta di leggi
questa sull'omosessualità, toglierne la pena di morte e dichiararla come
unica valida di tutta la raccolta.
Per il resto sia ricordato che la Bibbia parla senza giudizio della storie di
Davide e Gionata che sembra avere qualche carattere omosessuale.
Anche nel Nuovo Testamento troviamo pochissimi accenni
all'omosessualità. Nei Vangeli nessuno. Uno troviamo in Romani 1,24-27.
Qui descrive Paolo il sesso tra persone dello stesso sesso, come uno degli
esempi della natura pervertita dell'uomo sotto il peccato. Gli altri passi si
trovano in due elenchi di vizi, una nella prima lettera di Paolo ai Corinzi 6,9
e una nella prima lettera pseudopaolina a Timoteo 1,10. Ambedue le volte
viene usato lo stesso vocabolo che però è di significato non molto chiaro.
Probabilmente indica un atto omosessuale che ha un carattere di
sfruttamento. Quindi in questi elenchi l'atto omosessuale viene messo allo
steso livello dell'ubriachezza, dell'avarizia, ecc. In nessuno di questi tre testi
l'omosessualità è il tema centrale. Non si tratta neanche di divieti o leggi.
Certamente si può dedurre da questi passi un'opinione negativa
dell'Apostolo Paolo sull'omosessualità, però questo era del tutto normale per
una persona del suo tempo. Era convinzione comune. Quindi non si tratta di
una questione specificamente cristiana, ma sono passi che rispecchiano il
pensare e la cultura del suo tempo. Per lui è semplicemente contro natura se
gli uomini commettono atti omosessuali così come è contro natura che le
donne portino i capelli corti.
3
Penso che questi pochi passi non bastino per permetterci oggi di giudicare
male l'omosessualità. Prima, perché per Paolo era naturale che tutti sono di
natura eterosessuale e che l'atto omosessuale e soltanto un vizio. Oggi
sappiamo che non è così. Sappiamo che l'omosessualità non è una libera
scelta, ma viene determinata da fattori biologici; sappiamo che una certa
percentuale di bambini nasce con attributi sessuali misti, che
l'omosessualità è determinata da fattori psicologici e sociali. A causa di
queste nuove conoscenze non possiamo più vedere l'atto omosessuale come
innaturale o come un vizio. Quindi non possiamo neanche giudicarlo
moralmente male.
L'altra ragione è che la Bibbia non conosce il concetto dell'omosessualità,
che come la comprendiamo oggi, cioè come orientamento sessuale, esiste
soltanto da ben 100 anni. Al tempo della Bibbia era normale che tutti
cercassero di sposarsi e di fare figli. Gli atti omosessuali si facevano lo
stesso. Tanto la donna non era una partner come oggi, ma era la proprietà
del marito e aveva poco valore.
A volte dimentichiamo che la Bibbia è stata scritta molto, molto tempo fa.
Ci vuole conoscenza e intelligenza per interpretarla in modo sensato. La
commissione evangelica italiana si è distanziata dalla dichiarazione di Sibiù
che dice che la nostra etica si basa sulla Bibbia. Penso che la commissione
italiana non voleva negare la Bibbia come base del nostro agire, ma voleva
indicare questa difficoltà della differenza culturale. La Bibbia non è un libro
di ricette da cui possiamo scegliere arbitrariamente ciò che ci piace. Ogni
passo deve essere interpretato nel contesto della Bibbia tutta e nel contesto
della sua cultura e funzione originale. Sarebbe molto grave, se volessimo
adottare l'etica biblica senza interpretazione. Le donne sarebbero
nuovamente sottomesso ai maschi. Dovremmo riintrodure la pena di morte e
tante altre cose. Sarebbe come vivere in un paese islamico fondamentalista.
Non so, se lo volete.
Una volta chiarita la non colpevolezza degli omosessuali, questo gruppo si
presenta come una delle tante minoranze discriminate. Partecipare a questa
discriminazione sta in pieno contrasto del Vangelo d'amore così come l'ha
vissuto Gesù Cristo. La chiesa dovrebbe invece porrsi dalla parte degli
perseguitati e impegnarsi per i loro diritti.
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