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Testimoni di Geova: Risposte a Domande
 
 
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La Signora Eleonora ci chiede:

Ultimo Aggiornamento: 04/03/2014 12:07
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01/03/2014 12:57

Perché non festeggiate il Carnevale?

La Signora Eleonora ci chiede perché, contrariamente a quanto fanno tutti o quasi, voi testimoni di Geova non festeggiate il carnevale?


Gent.le Signora Eleonora, non lo festeggiamo semplicemente perché è una festa religiosa.
Alcuni fanno questo errore cioè, che il Carnevale non sia una festa legata alla religione. Il Carnevale, infatti, è collegato direttamente alla Pasqua della cristianità.
Così come non festeggiamo le feste di altre religioni, non vedo perché dovremmo fare un'eccezione per il Carnevale.
Che poi siano implicate altre cose in questa festa, è un surplus che giustifica maggiormente la nostra scelta.
Per maggiori informazioni, contatterò Christian che su questa festa ha dedicato un capitolo nel suo libro "Il sentimento religioso dei siciliani". Infatti, in Sicilia questa festa è particolarmente sentita. Come tutte le feste religiose ha incorporato in se pratiche per nulla religiose.


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    Età: 68
    Sesso: Maschile
    01/03/2014 17:56


    Riporto in parte alcune parti del capitolo a cui ho fatto precedentemente riferimento, dal volume "Il sentimento religioso dei siciliani".
    "Il Carnevale è una delle festività più sentite in tutto il mondo, e in particolar modo in Sicilia. Esso è legato profondamente alle ritualità della Chiesa cattolica e della cristianità, anche se le sue origini risalgono all’epoca pagana. Il Carnevale si celebra, in un calendario liturgico complesso, prima delle cinque settimane della Quaresima. La Quaresima, secondo il rito romano dura quarantaquattro giorni, mentre secondo il rito ambrosiano, ne dura quaranta. C’è da dire che il rito romano inizia il mercoledì delle ceneri, mentre quello di rito ambrosiano inizia alla fine del Carnevale, il martedì grasso. La tradizione di buona parte della cristianità voleva infatti che in questa giornata venissero consumati tutti i cibi più prelibati rimasti in casa, che durante la quaresima non potevano essere mangiati: carne, pesce, uova e latticini. E proprio per il fatto che si consumavano cibi grassi divenne "martedì grasso". Naturalmente esistono delle varianti come in USA che il martedì grasso diventa la giornata del pancake cioè il giorno della frittella.
    Altra curiosità, il Carnevale non termina ovunque il martedì grasso, in molte città ha un'appendice a causa delle manifestazioni ad esso legate come i carri allegorici e spesso "trionfa" con la “morte” di re carnevale a cui viene dato fuoco.

    C’è da dire che i caratteri della celebrazione del Carnevale hanno origini in festività ben più antiche, come per esempio le dionisiache greche (le antesterie) o i saturnali romani. Durante le feste dionisiache e i saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente.

    In Sicilia il Carnevale nasce in età tarda. Si sa di un carnevale datato 1848 che si celebrava a Termini Imerese in prov. di Palermo. I promotori di questa “carnevalata” furono alcune famiglie napoletane che si erano rifugiate nell’Isola. La data è certificata da una ricevuta attestante l’esistenza già nel 1876 di una “Società del Carnovale” termitano. Prima dell’avvento della cristianità, continuarono a permanere alcuni cruenti riti attribuiti agli adepti dei misteri di Dioniso. In Grecia, nei pressi di Salonicco, ancora oggi, nella ricorrenza dei santi, Costantino ed Elena, si svolge un rito, proibito dalla chiesa Ortodossa, che trae origine dai riti di iniziazione dionisiaci: alcune persone in delirio eseguono delle danze sui carboni ardenti, agitando croci e libri di preghiere.
    Nell’Isola, fino a qualche anno fa, in alcune feste religiose potevano scorgersi residui delle forme baccanali. Famosa era la calata d'imbriachi dove i reduci della festa di sant'Alfio di Trecastagni, dopo aver mangiato, per devozione al santo, carne di pecora al forno accompagnata da abbondante vino, davano spettacolo durante il viaggio di ritorno nei vari comuni dell'Etna da dove erano partiti. L’antropologo e letterato siciliano, Giuseppe Pitrè, a proposito della calata degli ubriachi raccontava: “Vedete quanti ce n'entra in un carro tirato da un povero asinello o da un mulo bolso! Vedete come suonano, cantano, gridano, picchiando cembali, urtando piattini di latta, straziando violini e chitarre, soffiando contro fischietti e orciucoli! Gli uomini si sdilinquiscono dal vino e dal sonno; le loro donne più di loro: e tutti con certi visi di spiritati, cascanti e moventisi solo per annaspare in aria o per strascicar parole senza costrutto e senza significato”.
    Questi stessi riti si ripetono in tutta la Sicilia.
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    Sesso: Maschile
    04/03/2014 12:07


    È chiaro l'intento speculativo della domanda. Spesso i nostri detrattori "si sbigottiscono" con una ipocrisia davvero straordinaria partorendo domande del genere. Naturalmente si stracciano le vesti e si cospargono le teste di cenere perché non festeggiamo la loro Pasqua e il loro Natale. Io personalmente mi meraviglio delle loro scelte senza significato.
    Ma si sa che i nostri detrattori, pur di parlar male di noi testimoni di Geova, trovano da ridire su tutto, perfino delle nostre scelte organizzative. Sono sempre pronti a scrivere cose che un alcolista arrivato al più alto grado di elevazione e di avvicinamento alla gioia celeste non si chiederebbe mai.
    La nostra casella e.mail è piena zeppa di queste domande: perché il discorso della domenica dura mezz'ora; perché avete cinque adunanze; perché cantate; perché ora congresso e prima assemblea. Tutti perché di una stupidità epocale, non mi risulta che in altri periodi della storia umana ci fosse una stupidità così radicata.
    C'è da dire poi che chi ci scrive, spesso non cerca risposte ma cerca la lite o cerca di offenderci.
    Una delle ultime è stata una certa Jessica, che mi dicono presente in facebook con diversi nomi, la quale si è porta in modo offensivo. Quando abbiamo cercato di farla ragionare ci ha mandato a "quel paese" usando un linguaggio scurrile.
    Non capisco veramente il perché di questi atteggiamenti che rasentano uno stato di schizofrenia. E il caso di Jessica non è un caso isolato.
    Spesso Filippo pubblica le invettive di questa gente e mi meraviglio che qualcuno possa condividerle.
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