| | | OFFLINE | Post: 7.191 Post: 4.407 | Età: 68 | Sesso: Maschile | |
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18/09/2013 19:53 | |
"Gesù predicò il perdono non la condanna"
Ben volentieri i nostri detrattori, espulsi dalla nostra Confessione, affermano che Gesù perdona tutti perché predicò il perdono e non la condanna. Così autogiustificano i loro atteggiamenti, spesso lontani dalla morale cristiana.
Cosa dice la Bibbia?
Con la venuta del Figlio di Dio, il Redentore promesso, si instaurò una nuova condizione su cui Dio poteva basare i rapporti con i suoi servitori umani. I seguaci di Gesù Cristo chiamati a essere suoi fratelli spirituali, con la prospettiva di essere coeredi con lui nel Regno celeste (Ro 8:17), vengono prima dichiarati giusti da Dio in base alla loro fede in Gesù Cristo. (Ro 3:24, 28)
Per quanto Geova perdoni i loro peccati dovuti all’imperfezione e alla debolezza della carne, nondimeno in questi cristiani esiste un conflitto, come è illustrato nella lettera di Paolo ai Romani (7:21-25). È un conflitto fra la legge della loro mente rinnovata (Ro 12:2; Ef 4:23), o “legge di Dio”, e la “legge del peccato” che è nelle loro membra. Questo perché il loro corpo carnale non è perfetto, benché essi siano considerati giusti e i loro peccati siano perdonati. Questo conflitto contribuisce a mettere alla prova la loro integrità verso Dio. Possono vincere grazie all’aiuto dello spirito di Dio e con l’assistenza del loro misericordioso Sommo Sacerdote, Cristo Gesù. (Ro 7:25; Eb 2:17, 18) Per vincere, però, devono costantemente esercitare fede nel sacrificio di riscatto di Cristo e seguire lui, conservando così la propria giustizia agli occhi di Dio. (Cfr. Ri 22:11). In tal modo ‘rendono sicura la loro chiamata ed elezione’. (2Pt 1:10; Ro 5:1, 9; 8:23-34; Tit 3:6, 7) Se, viceversa, cadono in una pratica di peccato, abbandonando la fede, perdono la posizione di favore che godevano dinanzi a Dio come persone giuste perché “mettono di nuovo al palo il Figlio di Dio per loro conto e lo espongono a pubblica vergogna”. (Eb 6:4-8) In questo caso li aspetta la distruzione. (Eb 10:26-31, 38, 39) Perciò Gesù parlò del peccato imperdonabile, e l’apostolo Giovanni fece una distinzione fra il peccato “che non incorre nella morte” e il peccato “che incorre nella morte”. — Mt 12:31, 32; 1Gv 5:16, 17.
Alla luce di ciò, non è affatto vero quello che affermano gli apostati. La realtà e l'ipocrisia di questa gente è sempre la stessa: vivere lontani da Cristo con le loro false convinzioni. |
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