Pag. 28, par. 17 (disassociati/dissociati)
Alcuni nostri detrattori hanno commentato il paragrafo 17 dell'articolo di studio "Lasciamoci modellare dalla disciplina di Geova" presente nella rivista La Torre di Guardia del 15 giugno 2013.
Affermano che la nostra Organizzazione sarebbe ambigua e falsa quando tratta l'argomento disassociazione/dissociazione e non dice la verità.
Aldilà della semplice considerazione, c'è da dire che spesso chi lancia queste accuse arriva a delle conclusioni estreme prive di riscontri oggettivi. L'obiettivo primario di certi nostri detrattori non è quello di presentare le cose in modo onesto ma di estremizzarle facendo dire spesso quello che le nostre pubblicazioni non dicono.
La pagina web
www.jw.org/it/testimoni-di-geova/domande-frequenti/evitare-ogni-cont... chiarisce benissimo, senza ambiguità il nostro punto di vista.
La posizione scritturale nei confronti di quelli che, avendo commesso gravissimi peccati,
scelgono - essendosi mostrati impenitenti e insensibili a qualunque tentativo di indurli a pentirsi e a ravvedersi - di essere espulsi dalla congregazione cristiana è stata spiegata in varie occasioni e si può leggere in parecchie nostre pubblicazioni (La Torre di Guardia, 1° gennaio 1982, pp. 21-32; 15 aprile 1988, pp. 26-31).
Prendiamo ad esempio l'appendice "Come comportarsi con chi è disassociato", pubblicata nel libro
Amore di Dio, pp. 207-209, dove uno dei casi contemplati è per l'appunto "se il disassociato è un parente".
Vi si legge:
"In tal caso gli stretti vincoli familiari possono davvero costituire una prova di lealtà. Come dovremmo comportarci con un parente disassociato?
Non è possibile prendere in considerazione ogni circostanza, ma vediamo due situazioni tipo.
"In certi casi il disassociato fa parte dell’immediata cerchia familiare e vive nella stessa casa. Poiché la disassociazione non pone fine ai vincoli familiari, le attività e i rapporti quotidiani tra i membri della famiglia possono continuare. Tuttavia, con il suo comportamento il disassociato ha scelto di troncare il legame spirituale che lo univa alla famiglia. Pertanto i familiari leali a Dio non hanno più con lui rapporti di natura spirituale. Per esempio, anche se fosse presente quando la famiglia si riunisce per lo studio della Bibbia, non vi prenderebbe parte attiva. Se invece viene disassociato un minorenne, i genitori hanno ancora la responsabilità di istruirlo e disciplinarlo. Perciò i genitori amorevoli
potrebbero disporre di tenere con lui uno studio biblico. — Proverbi 6:20-22; 29:17".
"In altri casi il parente disassociato non fa parte dell’immediata cerchia familiare o vive fuori casa. Anche se in qualche rara occasione dovesse rendersi necessario avere dei contatti per sbrigare questioni familiari, tali contatti dovrebbero essere mantenuti al minimo. I familiari leali non cercano scuse per avere a che fare con un parente disassociato che non vive sotto lo stesso tetto. La lealtà a Geova e alla sua organizzazione li spinge piuttosto ad attenersi alle istruzioni scritturali sulla disassociazione. Con la loro condotta leale dimostrano di avere a cuore i migliori interessi del trasgressore e possono aiutarlo a trarre beneficio dalla disciplina ricevuta. — Ebrei 12:11".
Pertanto, il caso contemplato nel terzo paragrafo dell'articolo web sopra citato è la prima "situazione tipo": si parla infatti di un uomo che viene disassociato, mentre moglie e figli -
che in genere, si può supporre, proseguono la convivenza sotto lo stesso tetto - continuano ad essere testimoni di Geova. Come si legge, la disassociazione, o espulsione, non pone fine ai vincoli familiari, e pertanto le attività e i rapporti quotidiani tra i membri della famiglia possono continuare.
Il caso prospettato dalla rivista La Torre di Guardia del 15 giugno 2013 rientra nella seconda categoria di situazioni tipo: Robert viveva fuori casa - come si evince dal fatto che i suoi familiari dovevano cercare la sua compagnia - e praticava il peccato.
Bisogna anche ricordare che la ricostruzione degli eventi è fatta dallo stesso Robert e non dai suoi familiari. Possiamo tuttavia concludere da quanto dice il paragrafo che i genitori e i fratelli di Robert abbiano semplicemente cercato, come si legge nel libro sopra citato, di attenersi alle istruzioni scritturali sulla disassociazione, nella consapevolezza - poi suffragata in concreto dai fatti - che con la loro condotta leale avrebbero dimostrato di avere a cuore i migliori interessi del trasgressore e avrebbero potuto aiutarlo a trarre beneficio dalla disciplina ricevuta.
I nostri detrattori estremizzando il contenuto della nostra pubblicazione perché accecati dall'odio, arrivano a conclusioni lontane dalle reali situazioni prospettate.
[Modificato da csssstrinakria 11/09/2013 08:13]