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Testimoni di Geova: Risposte a Domande
 
 
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Gesù Cristo davanti a Caiafa o Caifa

Ultimo Aggiornamento: 21/06/2012 15:31
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21/06/2012 15:31

AVVENIMENTO


Uno solo era il sommo sacerdote del Tempio in carica, ma chi aveva ricoperto tale carica manteneva il titolo, sia pure con un valore onorifico.
All’epoca di Caiafa il sommo sacerdote era il capo politico della nazione. Anna fu nominato sommo sacerdote da Quirinio, governatore romano della Siria, nel 6 o 7 E.V. Stando alla tradizione rabbinica, tra le famiglie più in vista dell’aristocrazia ebraica erano comuni avidità, nepotismo, oppressione e violenza. Secondo una studiosa, in qualità di sommo sacerdote Anna avrà fatto in modo che suo genero “salisse in fretta i gradini della gerarchia del tempio; dopo tutto, più Caiafa era preminente, più poteva tornare utile ad Anna”.
Valerio Grato, governatore della Giudea, depose Anna verso il 15 E.V. Dopo di lui si susseguirono in rapida successione tre diversi sommi sacerdoti, tra cui un figlio di Anna. Caiafa divenne sommo sacerdote verso il 18 E.V. Ponzio Pilato, che fu nominato governatore della Giudea nel 26 E.V., lo mantenne in carica durante tutti i dieci anni del proprio mandato. Caiafa fu dunque sommo sacerdote durante tutto il ministero di Gesù e quando i discepoli cominciarono a predicare.
La morte di Gesù non segnò la fine del ruolo di Caiafa come uno dei principali persecutori del cristianesimo nascente. Anche gli apostoli furono trascinati davanti a questo capo religioso; fu comandato loro severamente di smettere di predicare, furono minacciati e persino flagellati, ma invano. A dispetto di Caiafa, “ogni giorno, nel tempio e di casa in casa, continuavano senza posa” a predicare. (At 4:5-7; 5:17, 18, 21, 27, 28, 40, 42) Oltre che del sangue di Gesù, Caiafa si macchiò ben presto anche del sangue del giusto Stefano, e diede a Saulo di Tarso lettere di presentazione per estendere la campagna omicida fino a Damasco. (At 7:1, 54-60; 9:1, 2) Poco dopo, però, Vitellio, legato romano, destituì Caiafa.

Luogo dell’avvenimento: Sinedrio di Gerusalemme;
I personaggi: Gesù e il sommo sacerdote Caiafa;
Le fonti: I Vangeli.

VARIANTI


Varia iconografia
Secondo Gerrit Van Honthorst, Cristo davanti a Caifa, 1618 circa, Londra, National Gallery, Caiafa ha davanti a sè il libro con la Legge mosaica. L'accusa principale verso Gesù è quella d'inosservanza dei precetti religiosi.

RIFLESSIONI


Coloro che avevano arrestato Gesù lo condussero poi a casa del sommo sacerdote Caiafa, dove continuò quell’illegale processo notturno. (Luca 22:54; Giovanni 18:24) Lì, a dispetto di tutti i princìpi di giustizia, i sacerdoti cercarono “una falsa testimonianza contro Gesù per metterlo a morte”, ma non trovarono due deposizioni concordi su ciò che Gesù aveva detto. (Matteo 26:59; Marco 14:56-59) Così il sommo sacerdote cercò di indurre Gesù a incriminarsi da solo. “Non rispondi nulla?”, gli chiese. “Che testimoniano questi contro di te?” (Marco 14:60) Questa tattica era del tutto scorretta. “Rivolgere una domanda all’accusato e basare la condanna sulla sua risposta era [una] violazione del diritto procedurale”, osserva il succitato Innes.
Quel consesso riuscì infine a trovare in una dichiarazione di Gesù il pretesto che stava cercando. Alla domanda: “Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?”, Gesù rispose: “Lo sono; e voi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della potenza e venire con le nubi del cielo”. I sacerdoti interpretarono le sue parole come una bestemmia e “tutti lo condannarono come reo di morte”. — Marco 14:61-64.
In base alla Legge mosaica i processi dovevano essere celebrati a porte aperte. (Deuteronomio 16:18; Rut 4:1) Questo, invece, fu un processo segreto. Nessuno tentò di parlare in difesa di Gesù, né ebbe il permesso di farlo. Non fu fatto nulla per verificare se l’affermazione di Gesù — quella di essere il Messia — fosse vera. Gesù non ebbe la possibilità di citare testimoni in sua difesa. I giudici non procedettero a una regolare votazione per stabilirne la colpevolezza o l’innocenza.


COSA DICE LA BIBBIA

Già diverse settimane fa, quando Gesù ha risuscitato Lazzaro, i membri del Sinedrio hanno deciso fra di loro che Gesù deve morire. E solo due giorni fa, mercoledì, i capi religiosi hanno tenuto consiglio per afferrare Gesù con uno stratagemma e ucciderlo. Pensate, Gesù è già stato condannato prima di essere processato!
Ora si cercano dei testimoni che producano false prove per poter incriminare Gesù. Ma non si riesce a trovare testimoni che siano concordi fra loro. Alla fine, si presentano due che sostengono: “Noi lo abbiamo udito dire: ‘Io abbatterò questo tempio che è stato fatto con mani e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto con mani’”.
“Non rispondi nulla?”, chiede Caiafa. “Che testimoniano questi contro di te?” Ma Gesù rimane in silenzio. Anche in questa falsa accusa, a umiliazione del Sinedrio, i testimoni non riescono ad essere concordi. Perciò il sommo sacerdote prova una tattica diversa.
Caiafa sa come sono suscettibili gli ebrei quando qualcuno sostiene di essere il Figlio stesso di Dio. In due precedenti occasioni essi hanno subito accusato Gesù di essere un bestemmiatore meritevole di morte, dopo aver concluso erroneamente che egli sostenesse di essere uguale a Dio. Ora, astutamente, Caiafa esclama: “Per l’Iddio vivente ti pongo sotto giuramento di dirci se sei il Cristo, il Figlio di Dio!”
Checché ne pensino gli ebrei, Gesù è veramente il Figlio di Dio. E se rimanesse zitto qualcuno potrebbe interpretare il suo silenzio come una prova che egli non è il Cristo. Perciò Gesù risponde coraggiosamente: “Lo sono; e voi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della potenza e venire con le nubi del cielo”.
A ciò Caiafa, in maniera teatrale, si strappa le vesti ed esclama: “Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia. Qual è la vostra opinione?”
“È reo di morte”, decreta il Sinedrio. Poi cominciano a schernire Gesù e a dire molte cose bestemmiando contro di lui. Lo schiaffeggiano e gli sputano in faccia. Altri gli coprono tutta la faccia e lo colpiscono con i pugni, chiedendo sarcasticamente: “Profetizzaci, Cristo. Chi ti ha colpito?” Questo trattamento ingiurioso e illegale ha luogo durante il processo notturno.


CONCLUSIONI


Secondo uno studioso, i sommi sacerdoti erano uomini “duri, astuti, che sapevano il fatto loro... e molto probabilmente arroganti”. L’arroganza impedì a Caiafa di accettare il Messia. Non dovremmo quindi sorprenderci se oggi molti respingono il messaggio della Bibbia. Alcuni non amano la verità biblica abbastanza da abbandonare opinioni a cui sono affezionati. Altri forse pensano che diventare umili predicatori della buona notizia non sia consono alla loro dignità. E chi è disonesto o avido non è certo attratto dalle norme cristiane.
In qualità di sommo sacerdote, Caiafa avrebbe potuto aiutare i suoi connazionali ad accettare il Messia, ma la brama di potere lo portò a condannare Gesù. Con tutta probabilità continuò a combattere il cristianesimo fino a quando non fu deposto nella tomba. La sua vita dimostra che le ossa non sono l’unica cosa che rimane di noi dopo la morte. Con la nostra condotta ci facciamo presso Dio una reputazione che dura nel tempo, e che può essere cattiva o buona.

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