00 26/08/2009 17:53
Lo Status del Vaticano all'ONU


La diplomazia pontificia lì siede e lì vuole restare, afferma "The Economist"
"Rinunciare al suo speciale stato diplomatico e definirsi per quello che è, la più grande organizzazione non governativa del mondo". Alla stregua di Oxfam o Medici senza Frontiere.

Risponde il ministro degli esteri vaticano, Dominique Mamberti:

"Certamente non è un invito ricevibile!"

Vogliamo ricordare che la Santa Sede, l’organo di governo della Chiesa cattolica mondiale, gode dello status di “membro osservatore permanente” presso le Nazioni Unite.
Questo privilegio le consente, a differenza delle altre religioni e delle concezioni del mondo non religiose, di poter partecipare insieme agli Stati sovrani alle conferenze internazionali organizzate all’ONU. In altre parole, alle gerarchie ecclesiastiche è concesso un potere decisionale paragonabile ai capi di Stato delle principali potenze mondiali.
Il Vaticano ha utilizzato questa prerogativa per cercare di frenare le politiche di controllo demografico e le scelte di pianificazione familiare, per limitare la diffusione della pratica della contraccezione anche nelle zone dove l’AIDS miete più vittime, per ridurre la libertà delle donne di poter gestire la propria sessualità, per introdurre restrizioni alle interruzioni di gravidanza, per ostacolare il riconoscimento dei diritti degli omosessuali e delle unioni civili.
[...] La Chiesa deve essere considerata né più e né meno che come le altre organizzazioni non governative: deve poter far sentire la propria voce, ma non deve esserle consentito di poter influire sulla vita di miliardi di non cattolici.

Il ministro degli esteri vaticano afferma che non è possibile "alzarsi da quella poltrona", mentre molte associazioni cattoliche affermano che lo Status all'ONU del Vaticano è ambiguo e privilegiato.

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