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NOMI DI DIO NELLA BIBBIA
Nell'Antico Testamento o Scritture Ebraiche, come fanno dire ai loro seguaci i capi della setta geovista, Dio è chiamato con vari nomi: El, Elhoim, El Shaddai, Adon ecc. Ma questi nomi divini erano generici e usati anche dai pagani per i loro dèi. Il vero Dio - il Dio della Bibbia - ha voluto farci conoscere il suo proprio nome, ossia ha voluto farci conoscere Chi Egli è. Il nome infatti nello stile biblico indica la natura di chi lo porta, la sua volontà ecc., come spiegheremo dopo.

1Il racconto della rivelazione del Nome proprio di Dio si trova in Esodo 3, 13-15:

“Allora Mosè disse a Dio: "Ecco, io vado dai figli di Israele e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi! Ma se essi mi domandano qual è il suo nome, che cosa risponderò?". Dio disse a Mosè: "Sono Colui che sono". E aggiunse: "Ai figli di Israele dirai: 'Io-Sono' mi ha mandato a voi". Dio disse ancora a Mosè: "Ai figli di Israele parlerai così: lahve Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome in eterno, questo è il mio ri- cordo per sempre"” (Garofalo).



Facciamo due osservazioni: 1 - Dio si serve d'una forma o voce verbale per rivelare il suo proprio Nome. Questa forma o voce verbale tradotta in lingua italiana corrisponde a “lo-Sono”, oppure in terza persona “Egli è”, e anche “Colui che è”. Questa è la versione o traduzione o significato del Nome proprio di Dio, non Geova.



2 - Nella lingua ebraica, ossia nella lingua del- l'Antico Testamento, il Nome proprio di Dio era scritto con quattro lettere-consonanti, che trascritte, cioè riportate nel nostro alfabeto, corrispondono a J H V H (in inglese YHWH). E' il sacro tetra- gramma, ossia “quattro lettere” sacre. Diremo dopo, nella Seconda Parte, come vanno pronunciate, ossia qual' è la retta pronuncia del Nome di Dio nell'Antico Testamento.


Nel Nuovo Testamento

Nel Nuovo Testamento o Scritture Greche Cristiane, come dicono i testimoni di Geova (tdG), Dio è chiamato semplicemente Dio (o Theòs), centinaia di volte; oppure Signore (o Kyrios), ed anche Padre (o Patèr) decine di volte, spesso nella forma ebraica Abbà, che sta per Padre o Babbo (cf, Marco 14, 26, Galati 4, 6). Mai Geova!

Eppure, malgrado tanta luminosa evidenza, testimoniata da migliaia di documenti antichissimi, come diremo dopo, il Corpo Direttivo della società geovista ha alterato, ossia corrotto, la Parola di Dio, introducendovi il falso nome Geova ben 237 volte (Cf. l'opuscolo geovista Il Nome Divino che durerà per sempre, pubblicato da La Torre di Guardia nel 1984, p. 27). Tenta poi, con argomenti artificiosi e contraddittori, di giustificare questa manipolazione della Bibbia. Riesce a convincere persone di limi- tata capacità intellettiva, ma non coloro i quali, seguendo, il consiglio di san Paolo, vogliono accertarsi di ogni cosa (cf. 1 Tessalonicesi 5,21).


Il comportamento di Gesù

Come tutti sanno, il Nuovo Testamento è la testimonianza dei fatti e dei detti di Gesù conservata, trasmessa, scritta da coloro che hanno visto le sue opere e ascoltata la sua predicazione. Che cosa dice il Nuovo Testamento circa l'uso che Gesù faceva del Nome divino?

1 tdG sono del parere che Gesù, specie quando leggeva le Scritture ebraiche, si discostava dalla pia pratica degli Israeliti di non pronunciare il Nome di Dio, sostituendolo con Adonai (= Signore). Noi Gesù avrebbe chiamato Dio col suo proprio

nome. Quale? I geovisti non ve lo dicono chiaramente, ma con insinuazioni più o meno velate vorrebbero farvi intendere che Gesù chiamava Dio col nome di Geova.



1 - L'errore:

Hanno scritto: “Gesù avrebbe seguito una simile tradizione non scritturale? (di non nominare Dio). Difficilmente! Egli non si trattenne certo dal compiere opere di guarigione di sabato, anche se questo significava infrangere le regole di origine umana istituite dagli ebrei e mettere addirittura a repentaglio la propria vita (Matteo 12, 9-14). In effetti Gesù definì ipocriti i farisei perché le loro tradizioni andavano oltre l'ispirata Parola di Dio (Matteo 15, 1-9) (Il Nome Divino ecc. p.14)



La verità:

a) Non vi è la minima traccia nei vangeli che Gesù si discostasse dalla pia pratica dei Giudei di non pronunciare il Nome di Dio e sostituirlo con Adonai. Si trattava d'una pia pratica, non di una tradizione contro l'ispirata Parola di Dio. Con tale pia pratica i Giudei volevano mostrare sommo ri- spetto per Jahve - il vero Dio -, non andare contro la Legge, ma osservarla scrupolosamente (cf. Esodo 20, 7).

b) I Giudei hanno accusato Gesù di violare il sabato, di voler distruggere il tempio (cf. Marco 14, 58; -15, 29), di farsi uguale a Dio (cf. Giovanni 5, 18), non di profanare il Nome di Dio. L'avrebbero certamente fatto, se Gesù si fosse macchiato ai loro occhi anche di questo crimine.

c) Gesù definì ipocriti i farisei perché, mediante le loro tradizioni, incoraggiavano di non onorare il padre e la madre (cf. Matteo 15,3-4). Come poteva egli andare contro quelle tradizioni che, al contrario, avevano come scopo un maggiore, onore verso il Padre celeste? Anche gli Ebrei dei nostri giorni non pronunciano quel Nome. Sono forse tutti discepoli degli antichi farisei ?



2 - L'errore:

Hanno scritto: “E' quindi improbabile che Gesù si astenesse dal pronunciare il nome di Dio, soprattutto se si considera che il suo stesso nome, Gesù, signifìcava "Geova è salvezza"”.



La verità:

a) Per le ragioni già dette e per altre che diremo in seguito è sommamente probabile che Gesù pronunciava il sacro tetragramma secondo la pia tradizione dei Giudei. E' poi del tutto certo che egli non leggeva il tetragramma con la falsa forma Geova. Nessuno al tempo di Gesù, neppure il sommo sacerdote, chiamava Dio Geova. Questa forma errata comparirà in una traduzione inglese della Bibbia nell'anno 1530 dopo Cristo.

b) Se il nome stesso Gesù, era un motivo per non seguire la pia tradizione dei Giudei, Gesù avrebbe chiamato Dio “Jahve”, non Geova. Infatti, Gesù significa “Jahve è salvezza”. In effetti, la prima parte del nome Gesù (in ebraico jeshúa, forma tardiva di jehóshúa) è Jah, abbreviazione di Jahve, dove la vocale a, stando a principio di parola, prende il suono di una e, secondo una nota regola della grammatica ebraica.



( Cf. John L. McKerizie, Dizionario Biblico, Cittadella Editrice, Assisi, sotto la voce Gesù Cristo (p. 393). Ne La Sacra Bibbia dei Dr. Giovanni Luzzi, in Matteo 1, 21 è detto che “Gesù vuol dire: Gèova salva”. Non si dimen- tichi che il Dr. G. Luzzi tradusse e commentò la Bibbia prima del 1930. Allora si credeva erroneamente che il Nome divino si pronunciasse “Geova”. In ogni modo, la stessa Bibbia dei Luzzi sa che il Nome divino è Jahveh. Cf. commento a Esodo 3, 15).



3 - L'errore:

“Una volta, mentre si trovava in una sinagoga, Gesù si alzò e lesse un brano del rotolo di Isaia. Quel brano corrispondeva all'attuale Isaia 61: 1, 2, dove il nome di Dio ricorre più d'una volta (Luca 4- 16-21). Si sarebbe egli rifiutato di pronunciare il nome divino che aveva sotto gli occhi, sostituendolo con "Signore" o "Dio"? Ovviamente no. Ciò avrebbe significato seguire la tradizione non scritturale dei capi religiosi ebrei. Leggiamo invece che egli "insegnava loro come una persona che ha autorità i loro scribi" (Matteo 7: 29)”.



La verità:

a) Il brano di Isaia 61, 1-2 conteneva e contiene il sacro tetragramma. Ma ciò non comporta che Gesù abbia letto Geova o anche Jahve (retta pronuncia). San Luca, che riferisce quell'episodio e cita Isaia 61,1-2, ci fa sapere che Gesù disse “Signore” (Adonai). lo credo più alla testimonianza dello scrittore ispirato che alle supposizioni setta- rie dei capi della società geovista.

h) Il fatto che poi Gesù parlava come uno che ha autorità non invalida quanto abbiamo detto. Gesù infatti era ammirato per ciò che diceva (discorso delle beatitudini cf. Matteo 7,29), per il suo insegnamento (cf. Marco 1, 22; Luca 4, 32), non già perché pronunciava una parola in modo diverso dagli altri. Il divino Maestro non si perdeva in questioni di pronuncia, ma mirava alla sostanza delle cose. Egli insegnava Chi è Dio, piuttosto che il modo di chiamarlo. Non imitava i farisei del suo tempo e gli odierni giudei (= i tdG), che filtrano il moscerino e ingoiano il cammello! (cf. Matteo 23,24).



4 - L'errore:

“In effetti, Gesù insegnò ai suoi seguaci a pregare dicendo: "Sia santificato il tuo nome" (Matteo 6: 9). E rivolgendosi in preghiera al Padre suo disse: "Ho reso manifesto il tuo nome agli uomini che mi hai dati dal mondo ... Padre santo, vigila su di loro a motivo del tuo nome che tu mi hai dato" (Giovanni 17: 6, 11)” .



La verità:

a) Chiunque abbia una discreta conoscenza della Bibbia e voglia farne uso onestamente, sa che nome nello stile biblico non è una parola, una etichetta, da appiccicarsi a una persona o a una cosa per distinguerla da un'altra. Nome nella Bibbia indica ciò che una persona o una cosa è: la sua natura, la sua volontà, i suoi propositi.

Stando così le cose, sbagliano volutamente i capi della setta geovista quando insegnano che con le parole “Sia santificato il tuo nome”, Gesù avrebbe insegnato ai suoi seguaci di rivolgersi a Dio chiamandolo Geova. Si tratta di un grossolano errore, di una mostruosa manipolazione della Parola di Dio.

In Matteo 6,9 Gesù istruiva i suoi discepoli affinché pregassero perché tutti conoscessero Chi è Dio, cioè conoscessero il vero Dio, in contrasto con gli dèi pagani. Qui non c'entra affatto il vocabolo o nome con cui Dio deve essere chiamato. La Bibbia interconfessionale in lingua corrente rende Matteo 6,9 in modo molto appropriato. “Padre nostro che sei nei cieli, fa' che tutti ti riconoscano come Dio” .

b) Parimenti in Giovanni 17,6.11.26 le parole di Gesù: “Ho fatto conoscere il tuo nome”, come pure le altre “a motivo del tuo nome”, non significano affatto che Gesù abbia insegnato ai suoi seguaci di chiamare Dio Geova o anche Jahve. 1 Giudei del suo tempo sapevano qual era il Nome di Dio. Gli avrebbero riso in faccia se pretendeva insegnare loro una cosa che già sapevano.

Le parole di Gesù in Giovanni 17,6.26 hanno un solo significato, vale a dire che egli aveva fatto conoscere meglio di Mosè e dei Profeti, meglio degli scribi e dei farisei, Chi è Dio, la sua natura, la sua personalità, i suoi propositi di salvezza.