00 21/08/2009 12:45
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Jon Konneri, 21/08/2009 12.35:




filippesi 2,5-8
Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,

6il quale, pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio;
7ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana,
8umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce.



Poi non lo so come è stato tradotto dalla TNM





E' stato già trattato questo argomento in questa discussione:
tdgrisposteadomande.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...

Estrapolo parte della discusione che più ci interessa, pregando i nostri iscritti a seguire la discussione in modo cronologico rispettando gli argomenti.
Grazie.


"Due aspetti interessanti emergono dalla lettura di Filippesi 2:6-11.

In questi versetti non solo si dice che l'esaltazione di Gesù viene fatta "alla gloria di Dio Padre" ma anche che "Dio" è colui che l'ha esaltato! Il motivo per cui Dio lo esaltò è una dimostrazione evidente che Gesù non minacciò mai l'unicità o la sovranità di Dio.

Filippesi dimostra che Geova era sia la fonte dell'autorità regale che il Dio di Gesù Cristo.
Ancora la lettera paolina dimostra che Gesù, dopo la risurrezione dei morti, è stato elevato ad una "posizione superiore" essendo diventato "migliore degli angeli", in quanto ha ereditato un nome più eccellente del loro.

Non sarebbe male leggere il contesto dei versetti in questione.
Ai filippesi fu fatta questa esortazione: "Ciascuno con umiltà stimi gli altri come superiori a sé". Paolo menziona quindi Cristo come il massimo esempio di questo atteggiamento mentale: "Abbiate in voi gli stessi sentimenti, che furono in Cristo Gesù". Quali sentimenti? Il non reputare rapina l'essere uguale a Dio? No, questo sarebbe stato l'esatto contrario di ciò che Paolo voleva illustrare! Gesù, invece, considerando il Padre superiore a se stesso, non cercò mai di afferrare l'uguaglianza con Dio, bensì si abbassò, ubbidendo fino alla morte.
Poteva Dio fare una cosa simile? Il passo parla di Gesù Cristo, esempio perfetto di quello che Paolo intendeva illustrare, cioè l'importanza dell'umiltà e dell'ubbidienza a Dio.

Quindi, in filippesi è identificata l'identità di Gesù."

"Il versetto non dice che "Cristo era uguale a Dio". Il verso mette in risalto che Gesù rifiutò di afferrare l'uguaglianza con Dio perché non la possedeva. Se egli fosse stato uguale a Dio, come poteva Dio esaltarlo ad una posizione superiore?

E' interessante confrontare alcune traduzioni bibliche di questo versetto.

1965: “Egli — vera natura divina! — non si fece mai uguale a Dio confidando in se stesso”. Das Neue Testament, ed. riveduta, di Friedrich Pfäfflin.

1968: “il quale, pur essendo in forma di Dio, non ritenne come cosa da far propria avidamente l’essere uguale a Dio”. La Bibbia Concordata.

1985: “Il quale, essendo in forma di Dio, non considerò l’uguaglianza con Dio qualcosa da afferrare”. The New Jerusalem Bible.

"The Expositor’s Greek Testament, Grand Rapids 1967, pp. 436, 437" afferma: “Non troviamo nessun passo in cui ἁρπάζω [harpàzo] o alcuno dei suoi derivati abbia il senso di ‘tenere in possesso’, ‘ritenere’. Sembra invariabilmente significare ‘afferrare’, ‘prendere con violenza’. Non è quindi consentito slittare dal vero significato di ‘afferrare’ a uno totalmente diverso come ‘tenere stretto’”.

I verbi, se considerati nel giusto contesto, spesso ci sono d'aiuto."