barnabino, 07/02/2009 11.13 caro Pyccolo,
Non capisco cosa intendi, io facevo solo delle osservazioni in merito alla tua affermazione rispetto alla decisione di abbandonare un gruppo.
Non parlavo di questo, ma della decisione del gruppo di discriminarti.
Beh, non è sempre così chiaro se non si è riusciti ancora a fare una legge.
Le leggi ci sono, ma vanno fatte rispettare. In un paese come il nostro a conduzione quasi cattolica quelle leggi vengono magistralmente e quotidianamente disattese.
Del fatto ne approfittano anche le altre confessioni religiose.
Per esempio io sono stato discriminato a causa della mia scelta religiosa, costringendomi ad abbandonare la classe durante le lezioni di religione cattolica. Era una violazione dei miei diritti e della mia dignità?
Le cose non stanno così. Tu eri libero di scegliere fra restare in classe o uscire. Nessuno può averti
costretto ad uscire. Se è stato fatto si tratta di un'abuso locale che andava denunciato.
Un prete che non può sposarsi se non abbandona la sua posizione è violato nel suo diritto e nella sua dignità?
Un prete è libero di non sposarsi, così come dovrebbe essere libero di sposarsi. Nessuno può IMPORRE ad un essere umano di non sposarsi, perchè sarebbe una grave violazione dei suoi diritti.
Il prete non si sposa perchè in fase iniziale accetta di stare a quelle condizioni, supponendo che possa essere così a vita.
Il problema nasce quando sente la necessità di sposarsi e GLI VIENE IMPEDITO DI FATTO.
Significa che i suoi diritti alla vita sono stati ipotecati.
Se invece sciolgono l'impegno e lo lasciano libero la confessione non potrebbe essere perseguibile.
Questo non accade, mentre accade che il prete che vuol far valere i suoi diritti di persona libera viene espulso dalla comunità e gravemente discriminato e pesantemente danneggiato.
Sono atti illiberali, totalitari, dispotici, lesivi della dignità umana.
Insomma, il diritto di libertà e dignità va tutelato, ma richiede dei paletti ben precisi per evitare gli eccessi in senso repressivo, infatti sappiamo quanto le Chiese di maggioranza siano impegnate (vedi il GRIS in Italia) per limitare i diritti di certe confessioni, compresi i TdG, che da da oltre cento anni rappresentano una realtà e non possono certo essere accusati di manipolazione mentale. E' ovvio che i gruppi anti-tdg cerchino invece di mettere l'accento sul presunto fattore dissuasivo della scomunica, che è appunto dissuasivo e non manipolatorio.
Il fatto che il GRIS persegua intenti repressivi nei confronti dei TdG non significa che questo avvenga di fatto.
Lo stato tutela in egual modo i diritti di tutte le confessioni.
Il provvedimento di scomunica, invece, familiare al cattolicesimo, è un grave provvedimento antiumanitario oltre che lesivo della dignità umana, di forte e dimostrabile connotazione discriminatoria e socialmente repressivo dell'essere umano.
Con questo provvedimento il singolo credente è impotente dinanzi alla prepotenza ed all'autoritarismo religioso.
La questione della manipolazione mentale, nella sola misura in cui può essere vera, è vera nella stessa misura per i credenti di ogni confessione religiosa.
Se non esistesse condizionamento avremmo da molto tempo risolto il problema della discriminazione sociale dei credenti, anzi, sarebbero stati gli stessi credenti ad averlo risolto.
La lotta contro la "manipolazione mentale" deve avvenire in modo da tutelare anche il diritto di culto e la libertà di religione, con regole ben precise.
Il diritto di culto e di libertà di religione dovrebbe essere riconosciuto solo ai credenti in quanto persone fisiche e TRASFERITO. PER ESTENSIONE, ALLE RELIGIONI IN QUANTO PERSONE GIURIDICHE.
UNA PERSONA GIURIDICA NON DOVREBBE GODERE DEGLI STESSI DIRITTI DELLE PERSONE FISICHE, ma dovrebbe essere persona subalterna a quella fisica, dato che nasce a servizio della persona fisica. Una persona giuridica che si pone al di sopra della persona fisica non può che essere una forma di potere e ciò non è consentito dalle leggi vigenti.
Non a caso, se guardi il rapporto della comissioni francese, quello che tu invochi, stranamente, come punto principale è solo una dei diversi fattori, che solo complessivamente permettono di determinare l'aspetto manipolatorio di un dato gruppo.
Potrebbe anche essere come dici tu, ma credo, a sentir mille e una voce, che l'aspetto determinante è quello che pone in conflitto il credente che resta con quello che viene allontanato.
Per me, poi ognuno può pensarla come vuole, repressa la scomunica, si esorcizzerebbe la stragrande maggioranza dei problemi connessi alla dura conflittualità fra fedeli ed ex.
Dici così perché tu non l'hai vissute, quindi mi chiedo di cosa stai parlando. Le pressioni per restare cattolico, frequentare le istituzioni cattoliche, sono più grandi di quanto pensi in un paese a maggioranza cattolica, e spesso chi non vi si adegua perde amici e stima degli altri, come minimo è considerato "strano" ed emarginato dalla comunità, può perfino perdere opportunità di lavoro.
Dico così perchè stiamo parlando del presente, che è quello che ci interessa.
Il resto del tuo commento serve a mostrare come in ogni confessione, in primis cattolica, emergano emarginazione e discriminazione.
E' contro queste prese di posizioni antiumaninatarie che bisogna impegnarsi, è contro la discriminazione dei singoli che bisogna prendere posizione.
Personalmente ho sentito spesso la mia dignità ferita ed i miei diritti limitati, ma questa non è certo "manipolazione mentale".
Shalom
Guarda, Barnabino, che non ho parlato, volutamene, di "manipolazione mentale", per una serie di ragioni importanti e non perchè non abbia un suo campo di applicazione.
In campo religioso se non c'è manipolazione, ho i miei grossi dubbi che non ci sia condizionamento, sia indotto che voluto nella totale inconsapevolezza.
Pyccolo
[Modificato da pyccolo 07/02/2009 18:01]