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2.600 decessi per trasfusioni di sangue infetto

Sangue e lacrime è lo slogan della campagna che Periplo Familiare, Associazione che tutela a livello nazionale le vittime degli errori in sanità, lancerà nei prossimi giorni per sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sul tema delle “trasfusioni con sangue infetto” che continuano a colpire ogni anno numerosi pazienti di strutture ospedaliere.

“Continuano ad arrivarci ogni settimana nuove segnalazioni di vittime di infezioni da sangue infetto”, spiegano dall’Associazione, ”ovvero contratte a seguito di trasfusioni di sangue o altri emoderivati. Si tratta spesso di infezioni asintomatiche, che rimangono latenti nell’organismo e, solo dopo diversi anni, palesano i loro effetti nefasti che portano in diversi casi alla morte del soggetto contagiato (come per quanti hanno contratto in questo modo il virus dell’HIV)”.

Nel nostro Paese oltre 70 mila persone sono state contagiate tra gli anni ’70 e ’90 da trasfusioni, vaccinazioni obbligatorie o emoderivati infetti, contraendo malattie irreversibili quali l'Aids o l'epatite C. Dal 1985 a oggi si sono registrati circa 2.600 decessi, che testimoniano la rilevanza sociale del problema, che ha spinto lo Stato ad intervenire con la predisposizione di norme a tutela dei numerosi soggetti coinvolti.

Oggi l’Italia è all’avanguardia in termini di sicurezza del sangue donato; prima dell’introduzione delle recenti e sofisticate misure di controllo del sangue, però, il numero dei contagi ha registrato per anni proporzioni rilevanti, subendo un significativo aumento alla fine degli anni ‘70 e all’inizio anni degli ’80, quando l’aumento del fabbisogno interno ha reso necessaria l’importazione dai paesi esteri e, principalmente dagli stati meno sviluppati, in cui già proliferavano malattie e virus del tutto sconosciuti nell’esperienza italiana.

Le vittime di contagi che rientrano in questa categoria beneficiano, oggi, di una doppia tutela: il diritto all'“equo indennizzo” (previsto dalla Legge 210/’92) e, se sussistono gli estremi di una responsabilità civile per colpa, il risarcimento del danno provocato.

“Con la nostra campagna intendiamo far conoscere ai soggetti contagiati l’esistenza di strumenti a tutela dei loro diritti. Molte vittime di questo fenomeno ignorano la procedura per richiedere l’indennizzo e il risarcimento del danno o ne vengono a conoscenza solo quando sono già decorsi i termini per la presentazione della richiesta; il che si traduce in una duplice ed inammissibile lesione del diritto alla salute e del diritto di difesa, entrambi garantiti dalla nostra Costituzione”, osserva il Presidente dell’Associazione Periplo Familiare, Dott. Riccardo Fiorani.

Fonte:
www.piusanipiubelli.it
[Modificato da F.Delemme 28/02/2014 16:42]
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