Per dare la possibilità ai nostri visitatori di capirne lo spirito, traduco l'informazione pubblicata da Filippo.
"Dal 2007 e fino a poco tempo fa, il tribunale amministrativo ha sempre confermato la decisione dell’amministrazione penitenziaria rifiutandosi di dare l’autorizzazione ai testimoni di Geova di svolgere l’opera di volontariato nei penitenziari francesi.
Ancora una volta c’è stata una risposta negativa o nessuna risposta. Questa amministrazione chiede ogni volta al giudice di verificare se esistono motivazioni fondate per il rilascio dell’autorizzazione ogni qualvolta se ne faccia richiesta. Ecc….
Nel primo numero della rivista Società, Diritto & Religione pubblicata nel 2010 dal CNRS, Jean-Marie Woehrling ha espresso rammarico per questi giudizi sommari: "L'amministrazione perde tempo inutilmente rifiutando di nuovo l'approvazione ritardando di alcuni anni la concessione di quello che oggi è visto come un diritto acquisito. "
Secondo quanto precisato dal Presidente Onorario del Tribunale amministrativo, i giudici potrebbero usare il loro potere di ingiunzione di cui all'articolo L 911-1 del Codice di Giustizia Amministrativa: “Sentite le ragioni dell’amministrazione che dimostrino la correttezza del rifiuto… “ . Alla fine, riscontrando l’inconsistenza delle ragioni, accogliere le richieste dei testimoni di Geova così come prescrive la legge.
Per la prima volta, il Tribunale amministrativo di Parigi, ha agito in questo modo con la sentenza del 17 maggio 2013, in cui ha ordinato al ministro della giustizia "di rilasciare all’ Associazione religiosa dei testimoni di Geova di Francia l’autorizzazione necessaria e riconoscere il servizio di volontariato quali cappellani nelle carceri, entro un periodo di un mese da questa sentenza, sotto pena di 500 euro per ogni giorno di ritardo.
In un'altra sentenza dello stesso giorno, il Tribunale amministrativo di Parigi ha emesso la stessa ingiunzione al direttore interregionale dei servizi penitenziari di Parigi a seguito di una richiesta per l'assistenza spirituale, espressa da un detenuto."