Testimoni di Geova: Risposte a domande

Finalmente si prende atto della nostra opera

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    F.Delemme
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    00 23/06/2013 14:33
    nelle carceri francesi

    Depuis 2007 et jusqu’à récemment, le juge administratif annulait à chaque fois la décision de l’administration pénitentiaire refusant de délivrer aux Témoins de Jéhovah un agrément pour leurs aumôniers bénévoles et imposait le réexamen de la demande dans un délai déterminé. Il en résultait donc une nouvelle réponse négative, voire une absence de réponse, qui nécessitait de passer encore devant le juge pour vérifier le bien-fondé des éventuelles motivations. Et ainsi de suite...

    Dans le premier numéro de la revue Société, Droit & Religion publié en 2010 par le CNRS, Jean-Marie Woehrling exprimait le regret que ces jugements n’aillent pas plus loin : « L’administration pourra donc traîner les pieds, refuser une nouvelle fois l’agrément sollicité et retarder de quelques années l’octroi de ce qui aujourd’hui déjà apparaît comme un droit. »

    Selon la chronique de ce président de tribunal administratif honoraire, ces magistrats auraient pu utiliser leur pouvoir d’injonction prévu par l’article L 911-1 du Code de justice administrative : après avoir interrogé l’administration sur d’éventuels arguments supplémentaires qui justifieraient un refus, ils peuvent lui enjoindre finalement de délivrer l’acte demandé s’ils estiment qu’aucun d’entre eux n’est valable au regard du droit.

    Pour la première fois, le Tribunal administratif de Paris a agi dans ce sens par son jugement du 17 mai 2013, dans lequel il a ordonné au ministre de la Justice « de délivrer à l’association cultuelle Les Témoins de Jéhovah de France des agréments d’aumôniers bénévoles des établissements pénitentiaires dans un délai d’un mois à compter du présent jugement, sous astreinte de 500 euros par jour de retard ».

    Dans un autre jugement rendu le même jour, le Tribunal administratif de Paris a fait la même injonction au directeur interrégional des services pénitentiaires de Paris en faveur d’un ministre du culte des Témoins de Jéhovah, à la suite d’une demande d’assistance spirituelle exprimée par un détenu.
    [SM=x1061966] No all'ipocrisia e alla diffamazione. Tolleranza zero.
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    csssstrinakria
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    00 24/06/2013 09:30

    Per dare la possibilità ai nostri visitatori di capirne lo spirito, traduco l'informazione pubblicata da Filippo.

    "Dal 2007 e fino a poco tempo fa, il tribunale amministrativo ha sempre confermato la decisione dell’amministrazione penitenziaria rifiutandosi di dare l’autorizzazione ai testimoni di Geova di svolgere l’opera di volontariato nei penitenziari francesi.
    Ancora una volta c’è stata una risposta negativa o nessuna risposta. Questa amministrazione chiede ogni volta al giudice di verificare se esistono motivazioni fondate per il rilascio dell’autorizzazione ogni qualvolta se ne faccia richiesta. Ecc….
    Nel primo numero della rivista Società, Diritto & Religione pubblicata nel 2010 dal CNRS, Jean-Marie Woehrling ha espresso rammarico per questi giudizi sommari: "L'amministrazione perde tempo inutilmente rifiutando di nuovo l'approvazione ritardando di alcuni anni la concessione di quello che oggi è visto come un diritto acquisito. "
    Secondo quanto precisato dal Presidente Onorario del Tribunale amministrativo, i giudici potrebbero usare il loro potere di ingiunzione di cui all'articolo L 911-1 del Codice di Giustizia Amministrativa: “Sentite le ragioni dell’amministrazione che dimostrino la correttezza del rifiuto… “ . Alla fine, riscontrando l’inconsistenza delle ragioni, accogliere le richieste dei testimoni di Geova così come prescrive la legge.

    Per la prima volta, il Tribunale amministrativo di Parigi, ha agito in questo modo con la sentenza del 17 maggio 2013, in cui ha ordinato al ministro della giustizia "di rilasciare all’ Associazione religiosa dei testimoni di Geova di Francia l’autorizzazione necessaria e riconoscere il servizio di volontariato quali cappellani nelle carceri, entro un periodo di un mese da questa sentenza, sotto pena di 500 euro per ogni giorno di ritardo.

    In un'altra sentenza dello stesso giorno, il Tribunale amministrativo di Parigi ha emesso la stessa ingiunzione al direttore interregionale dei servizi penitenziari di Parigi a seguito di una richiesta per l'assistenza spirituale, espressa da un detenuto."
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