Le assemblee a cosa servono?

Amministrazione Forum.
00lunedì 9 agosto 2010 12:51
Il popolo di Dio si riuniva in assemblea?

Se ne sentono tante su questo argomento, allora è necessario che chiariamo il perché teniamo periodicamente delle assemblee e perché ci riuniamo nelle sale del Regno.

Dalle nostre pubblicazioni:

Il termine ebraico moh‛èdh deriva dalla stessa radice di ‛edhàh e significa “tempo fissato” o “luogo fissato”. (1Sa 13:8; 20:35) Ricorre 223 volte nelle Scritture Ebraiche, per esempio nell’espressione “tenda di adunanza”. (Eso 27:21) Moh‛èdh è usato a proposito delle feste periodiche. (Le 23:2, 4, 37, 44) Compare in Isaia 33:20, dove Sion è chiamata “la città delle nostre occasioni festive”.
Il sostantivo ebraico miqrà’, che significa “congresso”, deriva dal verbo qarà’ (chiamare). Ricorre in Isaia 4:5, a proposito del “luogo di congresso” sul monte Sion. Frequente è l’uso di questo sostantivo nell’espressione “santo congresso” (Eso 12:16; Le 23:2, 3); durante un santo congresso non si doveva svolgere nessun lavoro di natura secolare.
Un altro termine ebraico usato per indicare riunioni è qahàl, affine a un verbo che significa “convocare; congregare”. (Eso 35:1; Le 8:4) Spesso è usato per indicare una congregazione come gruppo organizzato. A volte qahàl (congregazione) viene usato insieme a ‛edhàh (assemblea). (Le 4:13; Nu 20:8, 10) Entrambi i termini compaiono nell’espressione “congregazione dell’assemblea d’Israele [ebr. qehàl ‛adhath-Yisra’èl]”. — Eso 12:6.
Un altro ancora è il termine ebraico ‛atsaràh, reso “assemblea solenne”. Viene usato in relazione alla festa delle capanne e alla Pasqua. — Le 23:36; De 16:8.
Riunioni intime di vario genere sono indicate dal termine ebraico sohdh, che significa “discorsi confidenziali; intimità”. (Sl 83:3; Gb 29:4) È reso “intimo gruppo” in Salmo 89:7, dove si legge: “Dio è da temere rispettosamente fra l’intimo gruppo dei santi; egli è grande e tremendo su tutti quelli che gli sono intorno”.
Il sostantivo greco ekklesìa (da ek, “fuori”, e klèsis, “chiamata”) viene usato di solito nella Settanta per tradurre l’ebraico qahàl (congregazione) e a volte ‛edhàh (assemblea), anche se quest’ultimo di solito viene reso pure col termine greco synagogè (che significa “riunione”, da syn, “insieme”, e àgo, “portare”).
Nelle Scritture Greche Cristiane ekklesìa generalmente viene tradotto “congregazione”. In Atti 7:38 è usato a proposito della congregazione d’Israele. Il sostantivo greco synagogè è usato in Atti 13:43 (“assemblea della sinagoga” e in Giacomo 2:2 (“adunanza”). Un altro sostantivo greco, panègyris (da pan, “tutto”, e agorà, che indica qualunque tipo di assemblea), è reso “generale assemblea” in Ebrei 12:23.
Le Scritture parlano molto di assemblee spiritualmente edificanti, ma menzionano anche assemblee di carattere malvagio o iniquo. I
sostenitori del ribelle Cora sono chiamati la “sua intera assemblea”. (Nu 16:5) Davide disse in preghiera a Geova: “La medesima assemblea dei tiranni ha cercato la mia anima”. (Sl 86:14) Inoltre, quando a Efeso l’argentiere Demetrio fomentò l’opposizione contro Paolo e si radunò una folla, “alcuni gridavano una cosa e altri un’altra; poiché l’assemblea era in confusione, e la maggioranza d’essi non sapeva la ragione per cui si erano radunati”. — At 19:24-29, 32.
Si noti che durante le riunioni del popolo di Geova regnava l’ordine; molti partecipavano a quelle assemblee, da cui traevano benefìci spirituali e che spesso erano occasioni molto gioiose.
In armonia con la volontà divina, in Egitto Mosè e Aaronne radunarono tutti gli anziani di Israele. Vennero riferite le parole di Geova, si compirono segni, e il popolo credette. (Eso 4:27-31) In seguito, come Dio aveva ordinato, gli israeliti si radunarono ai piedi del monte Sinai (Horeb), videro uno spettacolo emozionante e assisterono quando venne data la Legge. — Eso 19:10-19; De 4:9, 10.
Mentre gli israeliti erano nel deserto, Geova ordinò a Mosè di fare due trombe d’argento che si dovevano suonare per radunare l’assemblea e per levare il campo. Se venivano suonate entrambe, tutta l’assemblea doveva presentarsi a Mosè; se ne veniva suonata una sola, erano convocati solo i capi principali. Nel deserto fu specificato che le assemblee si dovevano tenere “all’ingresso della tenda di adunanza”. (Nu 10:1-4; Eso 29:42) In seguito fu volontà di Geova che gli israeliti si radunassero regolarmente presso il tempio a Gerusalemme, per le tre principali feste annuali. — Eso 34:23, 24; 2Cr 6:4-6.
Assemblee di rappresentanti. A volte in queste riunioni il popolo d’Israele era rappresentato dai “capi principali dell’assemblea” (Eso 16:22; Nu 4:34; 31:13; 32:2; Gsè 9:15, 18; 22:30) o dagli “anziani”. (Eso 12:21; 17:5; 24:1) Quando si dovevano prendere in esame questioni giudiziarie, un certo numero di persone poteva radunarsi alla porta della città. Tuttavia, sia che fossero radunati lì o altrove, non esprimevano tutti il proprio voto in maniera democratica. Anziani rispettati soppesavano teocraticamente la cosa alla luce della legge di Dio e poi annunciavano la loro decisione. (De 16:18; 17:8-13) In modo simile, la primitiva congregazione cristiana era rappresentata in questioni del genere da coloro che avevano ricevuto incarichi di responsabilità dallo spirito santo. (At 20:28) In Israele, se la trasgressione comportava la pena di morte, l’intera assemblea poteva partecipare all’esecuzione. — Le 24:14; Nu 15:32-36; De 21:18-21.
Assemblee generali. In Israele le assemblee generali includevano feste religiose, assemblee solenni (2Cr 34:29, 30; Gle 2:15) o avvenimenti di grande importanza nazionale; a volte corrieri convocavano la popolazione. (1Sa 10:17-19; 2Cr 30:6, 13) Il sabato settimanale, un giorno di “completo riposo, un santo congresso” (Le 23:3), era un tempo per esaminare la Parola di Dio, come avveniva in seguito nelle sinagoghe dove ‘si leggeva ad alta voce Mosè ogni sabato’. (At 15:21) C’erano anche l’osservanza della luna nuova (Nu 28:11-15), il giorno dello squillo di tromba (Nu 29:1-6), l’annuale giorno di espiazione (Le 16), la Pasqua (che commemorava la liberazione di Israele dall’Egitto; Eso 12:14) e, più tardi, la festa di Purim (che commemorava la liberazione degli ebrei dalla minaccia di sterminio nell’impero persiano; Est 9:20-24) e anche la festa della dedicazione (a ricordo della ridedicazione del tempio il 25 chislev del 165 a.E.V.; Gv 10:22, 23). Inoltre c’erano le tre annuali “feste periodiche di Geova”: la festa dei pani non fermentati, la festa delle settimane (chiamata poi Pentecoste) e la festa delle capanne (Le 23), feste rispetto alle quali Dio aveva decretato: “In tre occasioni l’anno ogni tuo maschio si presenterà dinanzi alla faccia del vero Signore, Geova”. (Eso 23:14-17) Riconoscendo l’alto valore spirituale di queste feste, molti uomini facevano in modo che l’intera famiglia vi assistesse. (Lu 2:41-45) Inoltre Mosè disse espressamente che ogni sette anni, durante la festa delle capanne, uomini, donne, bambini e residenti forestieri d’Israele dovevano congregarsi nel luogo scelto da Geova “affinché ascoltino e affinché imparino, poiché devono temere Geova vostro Dio e aver cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge”. (De 31:10-12) Quindi era previsto che gli israeliti si radunassero molto spesso per esaminare la Parola e i propositi di Geova.
Una volta ultimata la costruzione del tempio, Salomone convocò una grande assemblea a Gerusalemme in occasione della dedicazione di quello splendido edificio religioso. Quell’assemblea durò molti giorni e, quando venne mandato a casa, il popolo era “gioioso e lieto di cuore per la bontà che Geova aveva usato verso Davide e verso Salomone e verso Israele suo popolo”. — 2Cr 5:1–7:10.

Le folle che si radunavano presso il tempio durante le feste annuali provavano grande gioia e ne traevano beneficio spirituale, come alla celebrazione della Pasqua all’epoca del re Ezechia, quando “ci fu a Gerusalemme una grande allegrezza”. (2Cr 30:26) Ai giorni di Neemia fu convocata un’assemblea che si dimostrò occasione di “grandissima allegrezza”. (Ne 8:17) Esdra lesse dal libro della Legge di Mosè al popolo radunato a Gerusalemme, cioè a “tutti quelli abbastanza intelligenti da ascoltare”, ed essi stavano attenti. (Ne 8:2, 3) Il risultato dell’istruzione impartita allora da Esdra e da altri leviti fu che tutto il popolo si rallegrò, “poiché avevano compreso le parole che erano state loro rese note”. (Ne 8:12) Quindi celebrarono la festa delle capanne, e l’ottavo giorno “ci fu un’assemblea solenne, secondo la regola”. — Ne 8:18; Le 23:33-36.

Sinagoghe come luoghi di assemblea.

Durante l’esilio in Babilonia, o poco dopo, entrarono nell’uso le sinagoghe, edifici che servivano agli ebrei come luoghi di assemblea. Col tempo ne sorsero in vari luoghi, e nelle città grandi ce n’era più di una. Le sinagoghe erano soprattutto scuole dove si leggevano e si insegnavano le Scritture. Erano pure luoghi di preghiera e in cui rendere lode a Dio. Gesù Cristo e i suoi discepoli avevano la consuetudine di andarvi per ammaestrare e incoraggiare i presenti. (Mt 4:23; Lu 4:16; At 13:14, 15; 17:1, 2; 18:4) Poiché nelle sinagoghe si leggevano regolarmente le Scritture, Giacomo poté dire al corpo direttivo cristiano a Gerusalemme: “Dai tempi antichi Mosè ha avuto di città in città quelli che lo predicano, perché è letto ad alta voce ogni sabato nelle sinagoghe”. (At 15:21) Gli aspetti fondamentali dell’adorazione praticata nella sinagoga continuarono nei luoghi di assemblea cristiani, dove si leggevano e si spiegavano le Scritture, ci si incoraggiava, si pregava e si rendeva lode. — 1Co 14:26-33, 40; Col 4:16;

Assemblee cristiane. In varie occasioni, grandi folle si radunarono davanti a Gesù, traendone molto beneficio, come quando egli pronunciò il Sermone del Monte. (Mt 5:1–7:29) Anche se non erano assemblee specialmente predisposte, a volte duravano abbastanza a lungo da rendere necessario sfamare le moltitudini congregate, problema che Gesù risolse moltiplicando miracolosamente il cibo. (Mt 14:14-21; 15:29-38) Spesso Cristo radunava i discepoli e impartiva loro istruzione spirituale; dopo la sua morte i suoi seguaci si radunavano insieme, come avvenne il giorno di Pentecoste del 33 E.V., quando i radunati ricevettero lo spirito santo. — At 2:1-4.
I primi cristiani avevano l’abitudine di radunarsi, generalmente in piccoli gruppi. Tuttavia a volte in queste assemblee si radunava “una grande folla”. (At 11:26) Giacomo fratellastro di Gesù ritenne necessario esortare gli israeliti spirituali a non mostrare favoritismo ai ricchi nelle adunanze pubbliche (gr. synagogè) della congregazione. — Gc 2:1-9.

Importanza delle adunanze.

L’importanza di trarre pienamente profitto dai provvedimenti di Geova per radunarsi insieme ottenendone benefìci spirituali è messa in risalto da alcuni aspetti che riguardavano l’osservanza annuale della Pasqua. Qualunque maschio che fosse puro e non fosse in viaggio ma trascurasse di osservare la Pasqua doveva essere stroncato nella morte. (Nu 9:9-14) Quando il re Ezechia invitò gli abitanti di Giuda e di Israele a Gerusalemme per celebrare la Pasqua, il suo messaggio in parte diceva: “Figli d’Israele, tornate a Geova . . . non indurite il vostro collo come fecero i vostri antenati. Fate posto a Geova e venite al suo santuario che egli ha santificato a tempo indefinito e servite Geova vostro Dio, affinché la sua ira ardente si ritiri da voi. . . . Geova vostro Dio è clemente e misericordioso, e non distoglierà la faccia da voi se voi tornate a lui”. (2Cr 30:6-9) Il trascurare volontariamente di assistervi sarebbe stata certamente un’indicazione di allontanamento da Dio. E, anche se i cristiani non osservano feste del genere come la Pasqua, Paolo appropriatamente li esortò a non abbandonare le regolari assemblee del popolo di Dio: “Consideriamoci a vicenda per incitarci all’amore e alle opere eccellenti, non abbandonando la nostra comune adunanza, come alcuni ne hanno l’abitudine, ma incoraggiandoci l’un l’altro e tanto più mentre vedete avvicinarsi il giorno”. — Eb 10:24, 25;


Nota Bene. In quasi tutte le assemblee dei testimoni di Geova, nell'intervallo fra una sessione e l'altra, veniva messo a disposizione del cibo e delle bibite per i congressisti.
I nostri "cristiani" oppositori e fuoriusciti, in un momento di allegria, fecero delle denunce alla "Guardia di Finanza" affermando che "vendevamo" derrate alimentari evadendo il fisco.
Abbiamo affermato che il cibo serviva solo ed esclusivamente ai congressisti e pertanto non si configurava nessun reato.
Grazie a questi "cristiani" delatori ex testimoni di Geova, oggi non è più possibile ricevere "cibo solido" alle nostre assemblee.
Per lenire alle necessità primarie della disidratazione, mettemmo a disposizione solo le bottiglie di acqua imbottigliata. Anche questa volta, la Guardia di Finanza fu allertata dai nostri detrattori ex testimoni di Geova; non potevamo distribuire neppure le bottigliette d'acqua GRATIS, si poteva fare solo ed esclusivamente emettendo degli scontrini fiscali.
Abbiamo optato per l'installazione di fontanelle refrigerate per l'erogazione GRATUITA dell'acqua.

Morale della favola, dobbiamo ringraziare i nostri detrattori se oggi alle nostre assemblee non distribuiamo più cibo e neppure una semplicissima bottiglietta d'acqua.

Naturalmente c'è sempre qualche imbecille che trova da ridire anche su questo. Poveri di spirito e .....

Admin-Stefania
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