Ma è una violazione della privacy?
Scusa Delemme ma è possibile che tener traccia del domicilio di un disassociato (sempre che questo avvenga) costituisca una violazione della privacy?
Il domicilio di una persona non è certo di per sè un dato sensibile e lo status di disassociato è un dato "storico" che rimane a disposizione dell'organizzazione tutta (sappiamo che la congregazione ha diritto per legge a tener traccia del suo passato), tuttavia vorrei capire se le direttive esistenti rappresentino o meno un rischio per la privacy dei disassociati/dissociati - accusa che tra l'altro non è mia ma è stata fatta pubblicamente nel sito di disinformazione sui tdg - mi farebbe piacere avere una tua risposta competente visto il tipo di allarme sociale che volutamente certi finti "amici" dei TdG stanno creando e vista anche la totale impreparazione sull'argomento riscontrabile in altri forum di TdG in rete.
Ti rispondo pubblicando parte della risposta che a suo tempo diede Christian ad un utente che desiderava la cancellazione del proprio nominativo dai registri di un Ente Religioso. Evidenzio in rosso quello che ritengo importante ed esaustivo alla tua domanda.
"Il Garante per la Privacy ha osservato che gli enti religiosi "non possono cancellare la traccia di un avvenimento che storicamente l'ha riguardata se non a costo di modificare la stessa rappresentazione della propria realtà".
La decisione del Garante per la Privacy nasceva dalla richiesta di "sbattezzo" e di eventuali liste di battezzati che contengono oltre ai dati personali anche dati sensibili in materia di preferenze religiose. (legge n. 675/1996)
La cancellazione dai registri di un Ente Religioso non riguarda né dati non aggiornati, né dati inesatti o incompleti, essendo piuttosto riferita a dati che si intenderebbe eliminare sotto il profilo della loro materiale esistenza". Questo, pertanto, è al di fuori della previsione dell'art. 13, comma 1, lett. c), n. 3, della legge n. 675/1996.
Il presidente dell'Autorità Garante delineò nelle motivazioni alcuni aspetti di principio:
"...i dati relativi all'avvenuto battesimo del ricorrente non risultano trattati in violazione di legge e rientrano nelle pertinenti attività della confessione religiosa, un eventuale fondamento giuridico della pretesa del ricorrente potrebbe semmai risiedere nelle motivazioni che sono alla base della loro conservazione".
"Il battesimo non è solo un atto di carattere confessionale, ma anche un atto giuridico costitutivo che segna l'ingresso di una persona nella Comunità Religiosa", il Garante osservò che l'Ente Religioso «non può cancellare la traccia di un avvenimento che storicamente l'ha riguardata se non a costo di modificare la stessa rappresentazione della propria realtà».
Del resto, l'ordinamento delle Organizzazioni religiose è "indipendente e sovrano" rispetto a quello dello Stato italiano, così come previsto dall'art. 7 della Costituzione.
Pertanto, trasmettere un indirizzo di una persona battezzata che si sia dissociata o sia stata disassociata all'interno della stessa Confessione ai fini dello stesso ordinamento, è legittimo e rientra nelle attività della medesima Confessione.[Modificato da F.Delemme 01/06/2011 12:31]