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Testimoni di Geova: Risposte a Domande
 
 
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Dissonanza cognitiva

Ultimo Aggiornamento: 27/04/2009 15:53
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23/04/2009 10:46


Questa non è Striscia la notizia e neppure Scherzi a parte.

Dopo aver riempito cristianamente il nostro forum di squallidi improperi e vergognose accuse strumentali, (naturalmente tutti cancellati), il sig. Sonnyp, mi invia una e.mail che riporto in parte:


"E' davvero compassionevole questo vostro modo di agire!

Nonostante tutte le prove mostrate anche sul sito di Lorenzi, voi vi accanite a difendere l'indifendibile!

Questa si chiama dissonanza cognitiva!

Ho davvero pena per voi poverini! Spero che un giorno Dio vi aiuti ad aprire gli occhi!"


Dopo questo delirio, ho chiesto lumi sulle parole "acculturate" di questo signore. Gli occhi mi sono andati su "Dissonanza Cognitiva". Credetemi, non ho potuto continuare l'università per questioni familiari, ma di fronte a questo termine sono rimasta basita. Prima mi sono chiesta se questo signor Sonnyp fosse un membro di qualche accademia o qualche docente universitario, poi leggendo alcuni suoi post, ho capito che l'uso del termine "Dissonanza Cognitiva" l'ha appreso in un ambiente a lui tanto familiare.
Ho lasciato ieri sera alla bacheca un foglio chiedendo lumi su che cosa fosse questa "Dissonanza Cognitiva". Stamattina, ho trovato attaccata alla bacheca un foglio con questo ragionamento:

"Cara Stefania, la "Dissonanza Cognitiva è una teoria presente nell'ambiente della psicologia sociale e in ambiente clinico.
Se una persona attiva due idee o due comportamenti che sono tra loro coerenti, si trova in una situazione emotiva soddisfacente, quindi si trova in uno stato di consonanza cognitiva;
Viceversa, se la persona vive con idee o comportamenti contrapposte o divergenti, si trova in una situazione di dissonanza cognitiva."


Altre cose tecniche le evito. Da ciò ho capito questo:
I testimoni di Geova si trovano in una situazione di consonanza cognitiva perché sono soddisfatti delle loro idee e vivono in armonia ad esse. Mentre i detrattori, vivendo situazioni confuse, si trovano a vivere una situazione di dissonanza cognitiva.

Da questo ho dedotto che il sig. Sonnyp non è un docente universitario ma un povero ignorante che ha trovato in qualche forum (ambiente clinico) queste parole e le usa senza conoscerne il significato.
La psicologia sociale e l'ambiente clinico sono termini usati spesso in psichiatria, ora capisco l'uso che ne fa il sig. Sonnyp.
Capisco sig. Sonnyp e sono solidale con lei, non disperi, ho conosciuto persone che sono guarite, anche se in parte, da certe dissonanze cognitive.

Usando le sue stesse parole, "Ho davvero pena per lei poverino! Spero che un giorno Dio l'aiuti ad aprire gli occhi e a non dire stupidità!"

Admin-Stefania


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23/04/2009 14:37

Stefania è una donna speciale, di poche parole, ma ferme ... insomma, una donna sicuramente affascinante, determinata.
Dubito però che sia coniugata e, soprattutto, che abbia prole, ma potrei sbagliarmi...lei potrà correggermi.

Sulla dissonanza cognitiva:

"La teoria della Dissonanza Cognitiva

Di Henry Gleitman.

Tratto da Basic Psychology, Norton 1983 - "Cognitive Consistency".

Traduzione a cura di Martini.

La gente cerca di dare un senso al mondo che incontra. Ma come? In effetti lo fa cercando qualche paragone tra le proprie esperienze e ricordi, e sottoponendolo all'altra gente per confronto e conferma. Se tutto quadra, allora tutto bene. Ma che cosa succede quando si riscontrano incoerenze?

Lo studio Asch (Solomon Asch, 1956) ha mostrato che cosa succede quando ci sono incoerenze serie tra le proprie esperienze (e le credenze basate su di esse) e quelle raccontate da altri. Ma supponiamo che l'incoerenza sia all'interno delle esperienze, credenze e azioni della stessa persona. Molti psicologi sociali credono che questo scatenerà una qualche tendenza generale a ricostruire una coerenza cognitiva - a reinterpretare la situazione in modo da minimizzare qualsiasi incoerenza incontrata. Secondo Leon Festinger, questo accade perché ogni incoerenza percepita tra i vari aspetti della conoscenza, dei sentimenti e del comportamento instaura uno stato interiore di disagio - dissonanza cognitiva - che la gente cerca di ridurre tutte le volte che le è possibile (Festinger, 1957).

La dissonanza cognitiva non sempre è così facilmente riducibile. Un esempio viene fornito dallo studio su una setta che aspettava la fine del mondo. La fondatrice della setta annunciò di aver ricevuto un messaggio dai "Guardiani" dello spazio profondo. Un certo giorno ci sarebbe stata un'inondazione enorme. Si sarebbero salvati solamente i veri fedeli, che sarebbero stati raccolti a mezzanotte del giorno prefissato da dischi volanti (la tecnologia è avanzata considerevolmente dai giorni dell'Arca di Noè). Il Giorno del Giudizio i membri della setta si riunirono in attesa del cataclisma annunciato. L'orario previsto per l'arrivo del disco volante arrivò e passò, la tensione cresceva con il passare delle ore. Alla fine la leader della setta ricevette un altro messaggio: Il mondo era salvo come premio alla fiducia dei fedeli. Ci furono scoppi di gioia, e i credenti diventarono più fedeli che mai (Festinger, Riecken and chachter, 1956).

Visto il fallimento di una profezia così precisa, ci si sarebbe aspettati l'opposto. Una contraddizione di un evento preannunciato dovrebbe presumibilmente portare all'abbandono delle credenze che hanno condotto a quella previsione. Ma la teoria della dissonanza cognitiva dice altrimenti. Con l'abbandono della convinzione che ci fossero i Guardiani, la persona che una volta l'aveva creduto avrebbe dovuto accettare una dissonanza dolorosa tra lo scetticismo attuale e le sue precedenti credenze e azioni.

La sua precedente fede sarebbe ora apparsa estremamente sciocca. Alcuni membri della setta erano andati così lontano da perdere il lavoro e spendere tutti i loro risparmi; senza la fede nei Guardiani azioni del genere avrebbero in retrospettiva perso tutto il loro significato. Alla luce dei nuovi eventi, la dissonanza sarebbe stata insopportabile. Fu ridotta di significato con il credere nel nuovo messaggio che sosteneva la convinzione originale. Dal momento che altri membri della setta lo accettarono senza indugio, la convinzione venne addirittura rafforzata. Ora potevano pensare a se stessi non come a dei matti, ma come a risoluti e leali membri di una banda piccola e coraggiosa la cui fede aveva salvato il mondo."


Oggi la psicologia tende a dare a certi comportamenti nome e cognome.
Questo della dissonanza cognitiva ne è un esempio.

Freud la definiva "nevrosi" e fu il primo ad evidenziarla.
Quando una persona è presa fra due fuochi entra in conflitto con se stessa e da qui la "nevrosi", che oggi ha assunto una miriadi di nomi, a secondo del comportamento della persona.

In realtà, cara Stefania, nessuno, ma proprio nessuno, è esente da questa cosiddetta dissonanza cognitiva.
Quando un desiderio contrasta con una norma che lo regola e lo vieta
si entra in conflitto, quindi in dissonanza cognitiva.
In particolare le persone religiose hanno mille motivi per entrare in conflitto con la propria coscienza.
Pensa ai sacerdoti in conflitto con il loro voto di castità e la pulsione sessuale che li affligge, giorno e notte, minuto dopo minuto, in un conflitto perenne che finisce per infelicitare queste persone.
Pensa alla nonnina che non si rappacifica con la propria coscienza e, pensando a qualche marachella passata, immagina vive le fiamme dell'inferno, e giù a fare offerte per placare la divinità.
La confessione, se vogliamo, serve a questo: ad eliminare il conflitto con la concessione del perdono, non senza aver prima pronunciato una serie di preghiere e, in alcuni casi, non prima di aver visitato qualche santuario.
Pensa al mercato nato su tutto questo con le simonie.
I vertici religiosi, che in genere, per quanto strano, tendono ad essere miscredenti, consapevoli di questa debolezza umana, inventano il modo per sfruttarla economicamente, con due obiettivi:
1-guadagnare denaro e ricchezze a dismisura.
2-perpetuare la sottomissione delle coscienze, che, sempre schiave, non avrebbero mai mancato di continuare ad offrire per placare i sensi di colpa.

Molte scuole di psicanalisi oggi ritengono che la stragrande maggioranza delle religioni, ma anche di ideologie politiche e sociali, fondano il loro potere sulla paura, ovvero sui sensi di colpa.
Il senso di colpa è il risultato immediato della dissonanza cognitiva.
Diverso è la famosa consonanza cognitiva.
Non è vero però che sia esente da conflitti.
Tende però a tranquillizzare meglio la persona che, fidandosi e riconoscendo un'auctoritas terza, si calma e sente quel senso di tranquillità interiore.
Il problema è che per il tipo di rapporto che si instaura con l'auctoritas terza non sai mai quando metti i piedi su di una mina che, improvvisamente, esplodendo, fra precipitare ogni sicurezza, entrando in quella famosa fase.
Attenzione però: non è detto che sia automatico. C'è chi, in presenza di autonomia di pensiero, non entra in conflitto, e, perciò, non ha motivo di soffrire.

Sta di fatto, cara Stefania, che ogni essere umano rischia ogni giorno di cadere nella trappola della dissonanza (termine di comodo, intendo con essa un certo disagio) e di precipatare nelle conseguenti difficoltà conosciute come (anche qui c'è da divertirsi con i nomi) ansia, depressione, panico etc, e ad altri comportamenti particolari che la psicologia ha tutti classificati, indipendentemente dal credere o meno, dall'essere religioso o meno.

Un salutone

Pyccolo






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Re:
pyccolo, 23/04/2009 14.37:

Stefania è una donna speciale, di poche parole, ma ferme ... insomma, una donna sicuramente affascinante, determinata.
Dubito però che sia coniugata e, soprattutto, che abbia prole, ma potrei sbagliarmi...lei potrà correggermi.

Sulla dissonanza cognitiva:

"La teoria della Dissonanza Cognitiva

Di Henry Gleitman.

Tratto da Basic Psychology, Norton 1983 - "Cognitive Consistency".

Traduzione a cura di Martini.

La gente cerca di dare un senso al mondo che incontra. Ma come? In effetti lo fa cercando qualche paragone tra le proprie esperienze e ricordi, e sottoponendolo all'altra gente per confronto e conferma. Se tutto quadra, allora tutto bene. Ma che cosa succede quando si riscontrano incoerenze?

Lo studio Asch (Solomon Asch, 1956) ha mostrato che cosa succede quando ci sono incoerenze serie tra le proprie esperienze (e le credenze basate su di esse) e quelle raccontate da altri. Ma supponiamo che l'incoerenza sia all'interno delle esperienze, credenze e azioni della stessa persona. Molti psicologi sociali credono che questo scatenerà una qualche tendenza generale a ricostruire una coerenza cognitiva - a reinterpretare la situazione in modo da minimizzare qualsiasi incoerenza incontrata. Secondo Leon Festinger, questo accade perché ogni incoerenza percepita tra i vari aspetti della conoscenza, dei sentimenti e del comportamento instaura uno stato interiore di disagio - dissonanza cognitiva - che la gente cerca di ridurre tutte le volte che le è possibile (Festinger, 1957).

La dissonanza cognitiva non sempre è così facilmente riducibile. Un esempio viene fornito dallo studio su una setta che aspettava la fine del mondo. La fondatrice della setta annunciò di aver ricevuto un messaggio dai "Guardiani" dello spazio profondo. Un certo giorno ci sarebbe stata un'inondazione enorme. Si sarebbero salvati solamente i veri fedeli, che sarebbero stati raccolti a mezzanotte del giorno prefissato da dischi volanti (la tecnologia è avanzata considerevolmente dai giorni dell'Arca di Noè). Il Giorno del Giudizio i membri della setta si riunirono in attesa del cataclisma annunciato. L'orario previsto per l'arrivo del disco volante arrivò e passò, la tensione cresceva con il passare delle ore. Alla fine la leader della setta ricevette un altro messaggio: Il mondo era salvo come premio alla fiducia dei fedeli. Ci furono scoppi di gioia, e i credenti diventarono più fedeli che mai (Festinger, Riecken and chachter, 1956).

Visto il fallimento di una profezia così precisa, ci si sarebbe aspettati l'opposto. Una contraddizione di un evento preannunciato dovrebbe presumibilmente portare all'abbandono delle credenze che hanno condotto a quella previsione. Ma la teoria della dissonanza cognitiva dice altrimenti. Con l'abbandono della convinzione che ci fossero i Guardiani, la persona che una volta l'aveva creduto avrebbe dovuto accettare una dissonanza dolorosa tra lo scetticismo attuale e le sue precedenti credenze e azioni.

La sua precedente fede sarebbe ora apparsa estremamente sciocca. Alcuni membri della setta erano andati così lontano da perdere il lavoro e spendere tutti i loro risparmi; senza la fede nei Guardiani azioni del genere avrebbero in retrospettiva perso tutto il loro significato. Alla luce dei nuovi eventi, la dissonanza sarebbe stata insopportabile. Fu ridotta di significato con il credere nel nuovo messaggio che sosteneva la convinzione originale. Dal momento che altri membri della setta lo accettarono senza indugio, la convinzione venne addirittura rafforzata. Ora potevano pensare a se stessi non come a dei matti, ma come a risoluti e leali membri di una banda piccola e coraggiosa la cui fede aveva salvato il mondo."


Oggi la psicologia tende a dare a certi comportamenti nome e cognome.
Questo della dissonanza cognitiva ne è un esempio.

Freud la definiva "nevrosi" e fu il primo ad evidenziarla.
Quando una persona è presa fra due fuochi entra in conflitto con se stessa e da qui la "nevrosi", che oggi ha assunto una miriadi di nomi, a secondo del comportamento della persona.

In realtà, cara Stefania, nessuno, ma proprio nessuno, è esente da questa cosiddetta dissonanza cognitiva.
Quando un desiderio contrasta con una norma che lo regola e lo vieta
si entra in conflitto, quindi in dissonanza cognitiva.
In particolare le persone religiose hanno mille motivi per entrare in conflitto con la propria coscienza.
Pensa ai sacerdoti in conflitto con il loro voto di castità e la pulsione sessuale che li affligge, giorno e notte, minuto dopo minuto, in un conflitto perenne che finisce per infelicitare queste persone.
Pensa alla nonnina che non si rappacifica con la propria coscienza e, pensando a qualche marachella passata, immagina vive le fiamme dell'inferno, e giù a fare offerte per placare la divinità.
La confessione, se vogliamo, serve a questo: ad eliminare il conflitto con la concessione del perdono, non senza aver prima pronunciato una serie di preghiere e, in alcuni casi, non prima di aver visitato qualche santuario.
Pensa al mercato nato su tutto questo con le simonie.
I vertici religiosi, che in genere, per quanto strano, tendono ad essere miscredenti, consapevoli di questa debolezza umana, inventano il modo per sfruttarla economicamente, con due obiettivi:
1-guadagnare denaro e ricchezze a dismisura.
2-perpetuare la sottomissione delle coscienze, che, sempre schiave, non avrebbero mai mancato di continuare ad offrire per placare i sensi di colpa.

Molte scuole di psicanalisi oggi ritengono che la stragrande maggioranza delle religioni, ma anche di ideologie politiche e sociali, fondano il loro potere sulla paura, ovvero sui sensi di colpa.
Il senso di colpa è il risultato immediato della dissonanza cognitiva.
Diverso è la famosa consonanza cognitiva.
Non è vero però che sia esente da conflitti.
Tende però a tranquillizzare meglio la persona che, fidandosi e riconoscendo un'auctoritas terza, si calma e sente quel senso di tranquillità interiore.
Il problema è che per il tipo di rapporto che si instaura con l'auctoritas terza non sai mai quando metti i piedi su di una mina che, improvvisamente, esplodendo, fra precipitare ogni sicurezza, entrando in quella famosa fase.
Attenzione però: non è detto che sia automatico. C'è chi, in presenza di autonomia di pensiero, non entra in conflitto, e, perciò, non ha motivo di soffrire.

Sta di fatto, cara Stefania, che ogni essere umano rischia ogni giorno di cadere nella trappola della dissonanza (termine di comodo, intendo con essa un certo disagio) e di precipatare nelle conseguenti difficoltà conosciute come (anche qui c'è da divertirsi con i nomi) ansia, depressione, panico etc, e ad altri comportamenti particolari che la psicologia ha tutti classificati, indipendentemente dal credere o meno, dall'essere religioso o meno.

Un salutone

Pyccolo





Caro Pyccolo, ti ringrazio per la tua chiara esposizione e la disquisizione relativa. Stefania non pretendeva affatto esaurire l'argomento con la sua semplice ed efficace spiegazione.
Il suo post voleva evidenziare l'uso a sproposito di certe espressioni presenti in rete.
L'aver concluso con delle smile ironiche, Stefania ha voluto sdrammatizzare non prendendo sul serio Sonny, autore di diversi post denigratori.

Saluti
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    24/04/2009 09:53


    Grazie Pyccolo, in bacheca avevo trovato 10 pagine sull'argomento. Ho voluto fare un breve sunto non per definire il significato di dissonanza cognitiva, ma per far capire ai forumisti che spesse volte alcuni utenti azzardano espressioni più grandi di loro ergendosi a maestri del dire.

    Grazie per le tue espressioni di simpatia nei miei riguardi.

    Admin-Stefania


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    24/04/2009 18:01


    L'utente Pyccolo ha scritto queste parole verso Stefania:
    "Stefania è una donna speciale, di poche parole, ma ferme ... insomma, una donna sicuramente affascinante, determinata.
    Dubito però che sia coniugata e, soprattutto, che abbia prole, ma potrei sbagliarmi...lei potrà correggermi."


    Mai complimenti sono stati più ufficiali. Donna speciale, di poche parole ma ferme.
    Una donna affascinante e determinata.
    Non sposata? Sposata senza prole?

    La cosa mi incuriosisce, anche perché sembriamo tutti dentro una caffettiera e non ci conosciamo neppure.

    Se può interessare, Pyccolo compreso, io ho un pargoletto che chiamo "piccolo" (nessun riferimento all'utente di cui sopra).
    Pertanto sono sposata con prole...

    Gepy [SM=g8093]

    [SM=g7473]
    "...poiché dove andrai tu andrò io, e dove passerai la notte tu passerò la notte io. Il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio il mio Dio. Dove morirai tu morirò io, e là sarò sepolta."
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    24/04/2009 20:36

    Re:
    Gepy84, 24.04.2009 18:01:


    L'utente Pyccolo ha scritto queste parole verso Stefania:
    "Stefania è una donna speciale, di poche parole, ma ferme ... insomma, una donna sicuramente affascinante, determinata.
    Dubito però che sia coniugata e, soprattutto, che abbia prole, ma potrei sbagliarmi...lei potrà correggermi."


    Mai complimenti sono stati più ufficiali. Donna speciale, di poche parole ma ferme.
    Una donna affascinante e determinata.
    Non sposata? Sposata senza prole?

    La cosa mi incuriosisce, anche perché sembriamo tutti dentro una caffettiera e non ci conosciamo neppure.

    Se può interessare, Pyccolo compreso, io ho un pargoletto che chiamo "piccolo" (nessun riferimento all'utente di cui sopra).
    Pertanto sono sposata con prole...

    Gepy [SM=g8093]

    [SM=g7473]



    ma guarda che anche tu sei affascinante! mi piace molto leggerti [SM=g7294]



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    25/04/2009 21:34

    Re:

    Gepy84, 24/04/2009 18.01]
    L'utente Pyccolo ha scritto queste parole verso Stefania:
    "Stefania è una donna speciale, di poche parole, ma ferme ... insomma, una donna sicuramente affascinante, determinata.
    Dubito però che sia coniugata e, soprattutto, che abbia prole, ma potrei sbagliarmi...lei potrà correggermi."


    Mai complimenti sono stati più ufficiali. Donna speciale, di poche parole ma ferme.
    Una donna affascinante e determinata.
    Non sposata? Sposata senza prole?



    Cara Gepy,
    se ti fermi un attimo e pronunci a voce media il nome S T E F A N I A,
    non solo quell'unica parola ti riempirà la bocca, ma il suo suono, napoletanamente ampio in estensione, si diffonderà in ogni angola della casa.
    Invece, per contro, Gepy, sa tanto di mastro falegname, tanto di Collodi.


    La cosa mi incuriosisce, anche perché sembriamo tutti dentro una caffettiera e non ci conosciamo neppure.



    Incuriosisce anche me, ma, come vedi, Stefania è misteriosa persino nell'avatar, ma, abitando l'isola delle donne, non dovremmo attenderci sorprese in negativo.
    Non ci dice però, la nostra cara amica, se è maritata o ha prole.
    Chissà perchè.
    E poi, Gepy, ti dirò: se non fosse che sono tenuto al guinzaglio dalla mia metà, a quest'ora sarei già in aereo dritto verso l'isola delle donne, che è l'isola delle beatitudini e della felicità, e basterebbe gridare STEFANIA e sarei ricevuto con tutti gli onori di un pyccolo principe. [SM=g7256]

    Se poi Stefania fosse maritata, allora dovrei arrendermi, ma resterebbe ugualmente in piedi questo mio messaggio di simpatia per lei come donna che si batte in un forum duro come questo.
    MI piacerebbe vederla più morbida, più piume e linea di cigno... ma forse lo è e noi non lo sappiamo.


    Se può interessare, Pyccolo compreso, io ho un pargoletto che chiamo "piccolo" (nessun riferimento all'utente di cui sopra).
    Pertanto sono sposata con prole...

    Gepy



    Ti dirò, tu sei diversa, sei parallela a queste problematiche e le affronti per amore verso il tuo grande homo. Per te è un hobby, per Stefania è una battaglia che investe tutta la sua isola. Tu sei grintosa per solidarietà con il tuo lui, lei è affascinante e nel frattempo ferma per necessità, per vivere un gioco, il suo, pieno di tematiche che la vogliono eroina, pulsella, giovane Arco dell'isola.

    E poi tu hai abbastanza da strimpellare [SM=g8093] per il tuo piccolo ed abbastanza da [SM=g8074], manca solo la grancassa ... aspetta e giungerà anche quella.

    A quelli del tuo lui aggiungi anche questo mio molto modesto [SM=g7444]

    Stefania, salutami l'isola.

    [SM=g7444]

    Pyccolo

    [Modificato da pyccolo 25/04/2009 22:30]
    OFFLINE
    25/04/2009 22:15

    A proposito di dissonanza cognitiva avevo detto di Freud come di colui che la scoprì.
    In realtà era un fenomeno noto da millenni, Freud fu il primo a darle un senso, un tentativo di spiegazione, a portarla all'attenzione della classe medica ed a tentare di venirne a capo, senza successo pratico per lui, purtroppo .
    Solo successivamente si delineò un nesso, via via più chiaro, fra psiche e corpo.
    Oggi da alcune scuole di pensiero analitico viene ormai esclusa la psiche dal campo della dissonanza cognitiva, tanto da ritenere inadatto il termine stesso di "psicanalisi" a vantaggio di quello più consono di "analista della parola". Non è la "psiche" in discussione, ma la "parola", ovvero il pensiero.

    La stessa Bibbia è piena di esempi di dissonanza cognitiva, partendo dal famoso giordino d'Eden, che vede la prima coppia umana in conflitto fra il volere divino ed il proprio volere.
    Si snodano poi centinaia, se non migliaia di esempi simili, fino al giungere al Cristo e poi agli apostoli. Con Cristo assistiamo al
    conflitto interiore che vede Pietro impegnato nella difesa del Maestro, ma poi cedere dinanzi alla paura e rinnegarlo.
    Vediamo Paolo di Tarso in perenne conflitto interiore fra i desideri del suo corpo e quelli dello spirito.
    Per non parlare poi dei cosiddetti padri della chiesa e di ogni cristiano fino al giorno d'oggi.

    E', difatti, la stessa struttura religiosa che impone e vuole una siffatta continua conflittualità, che si snoda fra il valore del bene contrapposto al male, il bene che si desidera contro il peccato che si frappone con le sue delizie.

    Bisogna prendere atto che da siffatte conflittualità nascono sofferenze non indifferenti, che richiedono impegno e compresione per vincerle e condurle nel sentiero di un sano equilibrio.[SM=g7292]

    Pyccolo

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    Comunicazione del direttivo del nostro Osservatorio.


    Il 16 ottobre del 2007, 19 mesi fa, da una consolidata esperienza in terra francese, abbiamo aperto questo forum. “Testimoni di Geova: Risposte a domande".
    Assumendo come base fondamentale i principi religiosi e socio culturali, ci ponemmo l’obiettivo di studiare in che modo i forum possano essere utilizzati come elementi di informazione corretta, sostenendo la condivisione di principi fondamentali acquisiti e la costruzione di nuove conoscenze.
    Sin dall'inizio abbiamo manifestato il nostro pensiero e la determinazione ad andare avanti e continuare a fare informazione corretta.
    Per raggiungere questo obiettivo abbiamo iniziato dalle discussione o thread e dai suoi contenuti.
    E’ stato così possibile fare un’analisi delle varie discussioni, catalogandole secondo il contenuto dei post e in base ai concetti presentati e alla posizione manifestata (di accordo o di disaccordo) rispetto ai contenuti altrui.

    Abbiamo dedicato molto tempo al forum e non è stato sprecato. Il lavoro di ricerca e di informazione del nostro gruppo si inserisce nel filone di indagini sulle interazioni tra testimoni di Geova e persone bisognose di spiritualità e confronto diretto con ricercatori e studiosi.
    Questa esperienza, escludendo casi sporadici di cui parleremo in seguito, ci induce a considerare i forum di discussione on-line, non degli spazi di informazione corretta ma di disinformazione ed abuso della libertà e della democrazia. Spazi usati ed utilizzati perlopiù per sostenere non un confronto sereno e leale secondo un’esigenza epistemica ma una sorta di fiera della depravazione mentale e morale dove chi la spara più grossa si aspetta il plauso, che immancabilmente in un processo di stupidità e incoscienza collettiva, non si lascia attendere.
    Come Sisifo, molti di questi esseri sono condannati a spingere un masso dalla base alla cima di un monte e una volta raggiunta la cima, il masso rotola nuovamente alla base del monte. Una condanna perenne per gli stupidi e gli arroganti costretti a ricominciare daccapo la scalata.

    Emergono anche alcuni risultati interessanti dalla esperienza di questi 19 mesi. Innanzitutto la constatazione che le discussioni possono evolversi da una non densità ad una densità concettuale se è palese il disaccordo. Risulta evidente che le discussioni originano prevalentemente da affermazioni generiche e prive di senso logico o per semplice provocazione quando si tratta di scelte o problematiche religiose non condivise.
    Dalla superficialità di certe discussioni e dei vari commenti di supporto è nato un concetto ben chiaro nella nostra mente che esula dal disaccordo ideologico che definiremmo pleonastico.
    Questo forum, che raccoglie al suo interno testimoni di Geova esperti e di lunga militanza, è stato caratterizzato da molte discussioni apologetiche e pertanto prettamente legate alla nostra Confessione religiosa. I risultati ottenuti quindi, confermano la nostra lungimiranza e ci offrono indicazioni interessanti sull’orientamento futuro che è poi quello originario, cioè: Risposte a Domande.


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    - - - - . . . . . . . . . . . . . - - -Rispetta i bambini. No alla pedopornografia. - - - . . . . . . . . . . . . . - - - -



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