Perché alcuni vengono disassociati
Domande e risposte
D. Quando si rende necessaria la disassociazione?
R. I servitori di Dio studiano la Bibbia e le pubblicazioni cristiane. Le norme di Geova vengono esaminate alle adunanze e alle assemblee. Perciò i cristiani sanno bene cosa richiede Geova da loro. La disassociazione si rende necessaria solo se un componente della congregazione commette un peccato grave e non si pente.
D. Quale caso di disassociazione viene presentato nelle Scritture, e perché la congregazione fu esortata a riassociare quell’uomo?
R. Consideriamo un caso di disassociazione narrato nelle Scritture. La congregazione di Corinto tollerava una “fornicazione tale che non esiste neanche fra le nazioni”: “un certo uomo [aveva] la moglie del proprio padre”. Paolo esortò i corinti a ‘consegnare tale uomo a Satana per la distruzione della carne, affinché lo spirito fosse salvato’. (1 Corinti 5:1-5) Dopo essere stato disassociato e così “consegnato” a Satana, il peccatore faceva di nuovo parte del mondo del Diavolo. (1 Giovanni 5:19) La sua espulsione eliminò dalla congregazione una perniciosa influenza carnale e fece in modo che lo spirito della congregazione, ovvero il suo atteggiamento dominante, non fosse corrotto. — 2 Timoteo 4:22; 1 Corinti 5:11-13.
Dopo un periodo di tempo non molto lungo Paolo esortò i cristiani di Corinto a riassociare il trasgressore. Perché? Affinché non fossero “sopraffatti da Satana”, disse l’apostolo. Evidentemente il peccatore si era pentito e aveva purificato la sua vita. (2 Corinti 2:8-11) Se i corinti si fossero rifiutati di riassociare l’uomo pentito, Satana li avrebbe sopraffatti nel senso che si sarebbero mostrati duri e non disposti a perdonare, come il Diavolo voleva che fossero. Con tutta probabilità, ben presto i corinti ‘perdonarono e confortarono’ l’uomo pentito. — 2 Corinti 2:5-7.
D. Quali risultati può conseguire la disassociazione?
R. Quali risultati consegue la disassociazione? Mantiene il santo nome di Geova libero da biasimo e salvaguarda la buona reputazione dei suoi servitori. (1 Pietro 1:14-16) L’espulsione di un trasgressore impenitente dalla congregazione sostiene le norme di Dio e protegge la purezza spirituale della congregazione. Può anche far tornare in sé la persona impenitente.[Modificato da F.Delemme 07/10/2014 07:29]