(Mario70), 17/04/2009 7.04:
Se fosse come pensi tu (sono contento che esprimi solo un punto di vista e non un dogma) perchè Giovanni avrebbe specificato che si stava rivolgendo agli anticristi ovvero a coloro che non credevano nella carnalità del figlio?
Se avesse voluto generalizzare, perchè puntualizzare quella specifica eresia?
Infine anche se per assurdo si stesse riferendo a tutte le eresie in generale, cosa c'entrano i peccati morali?
ciao
In questo contesto, sia il nostro che il tuo sono dei punti di vista personali.
Quello che pensava Giovanni non lo sappiamo, ma siamo sicuri che, conoscendo il suo carattere focoso, consigliando i destinatari della lettera, abbia voluto ricordare, come aveva fatto nella sua prima lettera, che "chi non si attiene all'insegnamento del Cristo non ha Dio e di conseguenza è un anticristo". Giovanni si rivolgeva non solo agli gnostici (cosa che non viene specificata nella lettera) ma a TUTTI COLORO CHE NON SI SAREBBEREO ATTENUTI ALL'INSEGNAMENO DI CRISTO.
Lo evinci tu che si rivolgeva agli gnostici perche questa corrente non riconosceva la venuta di Cristo. Ragionando così siamo indotti a credere che tutti quelli che non votano sono testimoni di Geova e lo stesso dicasi per tutti quelli che rifiutano una trasfusione di sangue. Mi pare uno strano modo di far dire alla Bibbia quello che la Bibbia non dice.
L'altro aspetto, quello dei peccati morali io non lo escluderei assolutamente. Io non leggo da nessuna parte che il peccato morale sia diverso da quello dottrinale.
Il peccato è un atto religiosamente illecito, una condotta riprovevole, in contrasto con i principi e le norme morali riconosciute nell'ambito della religione. Pertanto, il peccato morale è equiparato ad una forma di illegalità.
Mi pare di aver letto nella Bibbia che il peccato morale, richiedesse una qualche sorta di espiazione affinché l'equilibrio turbato fosse ristabilito non trascurando il fatto che potesse avere anche delle ripercussioni sociali.