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23/07/2013 07:39 | |
Frantumato quando ne fecero un idolo
Il serpente di rame non ha nulla a che vedere con l'idolatria.
Quello fatto da Mosè era una rappresentazione in rame di un serpente, durante la peregrinazione di Israele nel deserto. Giunto al confine di Edom il popolo mostrò uno spirito ribelle, lamentandosi della manna miracolosamente provveduta e della scarsità d’acqua. Geova perciò punì gli israeliti mandando fra loro serpenti velenosi e molti morirono per il morso dei serpenti. Quando il popolo si mostrò pentito, Geova disse a Mosè, che aveva interceduto per loro, di fare una figura a forma di serpente e di appenderla a un’asta. Mosè ubbidì, e “avvenne che se un serpente aveva morso un uomo ed egli guardava fisso il serpente di rame, allora rimaneva in vita”. — Nu 21:4-9; 1Co 10:9.
Gli israeliti conservarono il serpente di rame e in seguito cominciarono erroneamente ad adorarlo, offrendogli fumo sacrificale. Perciò, come parte delle sue riforme religiose, Ezechia re di Giuda (745-717 a.E.V.) fece ridurre in frantumi il serpente di rame, vecchio di oltre 700 anni, perché il popolo ne aveva fatto un idolo. Secondo il testo ebraico, 2 Re 18:4 dice alla lettera: “egli (uno) lo chiamava Nehushtan”. Alcune traduzioni lasciano intradotto il termine “Nehushtan”. (ATE, CEI, VR) In un lessico, i significati proposti per il termine ebraico nechushtàn sono “serpente di bronzo” e “idolo del serpente di bronzo”. (L. Koehler e W. Baumgartner, Hebräisches und Aramäisches Lexikon zum Alten Testament, Leida, 1983, p. 653) La Traduzione del Nuovo Mondo dice appropriatamente che il serpente di rame “era chiamato l’idolo del serpente di rame”.
Gesù Cristo rese chiaro il significato profetico dell’episodio del serpente di rame accaduto nel deserto quando disse a Nicodemo: “Inoltre, nessun uomo è asceso al cielo se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così il Figlio dell’uomo dev’essere innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna”. (Gv 3:13-15) Come il serpente di rame che Mosè appese a un’asta nel deserto, il Figlio di Dio venne messo al palo, così da apparire a molti un malfattore e un peccatore, un essere maledetto, simile a un serpente. (De 21:22, 23; Gal 3:13; 1Pt 2:24) Nel deserto chi era stato morso da uno dei serpenti velenosi che Geova aveva mandato fra gli israeliti doveva guardare il serpente di rame con fede. Similmente, per avere la vita eterna mediante Cristo, è necessario esercitare fede in lui.
La giustificazione di coloro che usano immagini nel loro culto, è priva di riscontri oggettivi. Ezechia diede l’esempio frantumando il serpente di rame fatto da Mosè, perché il popolo ne aveva fatto un idolo a cui offriva il fumo dei sacrifici. |
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