Solo per internauti siciliani
Negli anni 50/60 del secolo scorso, nelle chiese parrocchiali, alle funzioni religiose partecipavano assiduamente molti fedeli analfabeti, solitamente vecchiette (faceunu casa e chiesa).
Allora anche la messa era in latino e queste povere vecchiette, alcune erano maiocca, ripetevano senza capirne il significato o dandogliene uno proprio, a seconda se la parola appresa si avvicinava ad una di quelle dialettali che conoscevano.
Una deformazione del latino e spesso sconfinava in uno stravolgimento ortopeico e semantico della lingua.
Il Tantum Ergo sacramentum diventava "Tantu megghiu 'nsaccu a ventu" e et antiquum documentum il più eufonico "e cchi è anticu stu cummentu".
Questo succedeva anche per il Requiem aeternam che diventava "'u re da materna". Turris Eburnea si trasformava in "Turi sapuni" e Janua coeli si deformava in Jana Miceli. L'Ora pronobis era uno sbigottito "Ora ppi l'orvi" (che invitava a intrecciare un orlo "E quannu pi chiddi ca cci virunu?"). Ave Maria, gratia plena finiva per diventare "Maria Grazia era prena".
I tempi sono cambiati e sono rimasti solo i ricordi...
[Modificato da F.Delemme 01/06/2013 18:22]