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Testimoni di Geova: Risposte a Domande
 
 
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Trinità: concetto biblico o pagano?

Ultimo Aggiornamento: 15/10/2014 14:18
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16/10/2007 10:04

Il punto di vista biblico

Anziché combattere guerre di religione o perseguitare i dissidenti, ci fu un paese che adottò una politica radicalmente diversa. Quel paese fu la Transilvania, allora principato autonomo, ora parte della Romania. Lo storico ungherese Katalin Péter spiega che in Transilvania la regina madre Isabella “cercò di rimanere al di fuori dei conflitti religiosi assumendo il ruolo di protettrice di tutte le denominazioni religiose”. Tra il 1544 e il 1574 la dieta (parlamento) della Transilvania promulgò 22 leggi che garantivano la libertà di religione. Ad esempio, dopo la dieta di Torda del 1557 la regina, insieme al figlio, decretò: “Ogni persona [può] professare qualunque fede religiosa desideri, con riti antichi o nuovi, mentre Noi rimettiamo al loro giudizio di fare come desiderano in materia di fede, a condizione tuttavia che non arrechino danno a nessuno”. Questa legge è stata definita “la prima legislazione con cui una nazione abbia garantito la libertà di religione”. La tolleranza religiosa raggiunse l’apice in Transilvania sotto il figlio di Isabella, Giovanni II Sigismondo, che assunse il potere diretto nel 1559. Un’altra figura importante nel movimento antitrinitario in Transilvania fu un medico italiano, Giorgio Biandrata. I suoi dubbi sulla Trinità risalgono probabilmente al periodo che trascorse in Italia e in Svizzera, dove molti antitrinitari erano emigrati per trovare rifugio. Tornato in Polonia, Biandrata ebbe una parte importante nella formazione e nella diffusione della cosiddetta Ecclesia Minor (Chiesa minore), in seguito nota come Fratelli Polacchi. Nel 1563 fu nominato medico e consigliere di Giovanni Sigismondo e si trasferì in Transilvania. Un altro intellettuale che in Transilvania metteva in dubbio la Trinità era Ferenc Dávid, sovrintendente della Chiesa Riformata e predicatore di corte. A proposito dei complessi insegnamenti legati alla Trinità scrisse: “Se queste cose sono necessarie per la salvezza, è sicuro che nessun povero cristiano contadino è salvato, perché in tutta la sua vita non potrebbe mai comprenderle”. Insieme, Dávid e Biandrata pubblicarono un libro che conteneva alcuni degli scritti di Serveto; lo dedicarono a Giovanni Sigismondo. La controversia sulla Trinità cominciò a montare, e di conseguenza si cominciò a richiedere che l’argomento venisse dibattuto pubblicamente. In armonia con il principio del sola Scriptura, Biandrata sostenne che a tali dibattiti si doveva usare solo un linguaggio scritturale, non filosofico. Dopo un dibattito che non approdò a nulla tenuto nel 1566, Giovanni Sigismondo diede agli antitrinitari una macchina da stampa con cui diffondere le loro idee. Biandrata e Dávid si dedicarono con zelo al loro compito, producendo il trattato De falsa et vera unius Dei Patris, Filii, et Spiritus Sancti cognitione (La falsa e la vera conoscenza dell’unico Dio Padre, Figlio e Spirito Santo). Il libro comprendeva una rassegna storica di coloro che si erano rifiutati di credere nella Trinità. Un capitolo conteneva figure che mettevano in ridicolo le rappresentazioni della Trinità che comparivano in varie chiese. Gli oppositori rimasero scandalizzati, dissero che le immagini erano offensive e cercarono di distruggere tutte le copie del libro. Questa pubblicazione controversa fece moltiplicare le discussioni. In risposta, Giovanni Sigismondo organizzò un secondo dibattito.

Vittoria per gli unitariani

Il dibattito ebbe inizio alle cinque del mattino del 3 marzo 1568. Fu tenuto in latino e durò dieci giorni. Il campione dei trinitari era Pietro Melius, capo della Chiesa riformata della Transilvania. Melius e coloro che difendevano la Trinità usarono i credi, i Padri della Chiesa, la teologia ortodossa e la Bibbia. Dávid invece fece appello solo alla Bibbia. Identificò il Padre come Dio, il Figlio come sottoposto al Padre e lo spirito come la forza di Dio. Giovanni Sigismondo, profondamente interessato alle questioni religiose, prese parte al dibattito, convinto che discutere fosse il modo migliore per far emergere la verità. La sua presenza contribuì a garantire una discussione libera e franca, anche se accalorata.

Il dibattito fu considerato una vittoria per gli antitrinitari. Dávid fu accolto come un eroe nella sua città natale di Kolozsvár (l’attuale città romena di Cluj-Napoca). La tradizione vuole che al suo arrivo salisse su un grande masso all’angolo di una strada e parlasse delle sue credenze in maniera così convincente da persuadere tutti ad accettare i suoi insegnamenti.
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16/10/2007 10:05


L'Ades e il "seno di Abramo" nella parabola del ricco e di Lazzaro, significavano qualcosa per gli ascoltatori di Gesù. Questo può costituire il motivo per cui Gesù impiegò tali immagini, ma non necessariamente mostra che egli le approvasse. Il tradizionalista Salmond, sostenitore della dottrina dell'inferno di fuoco, evidenzia, per giustizia verso Gesù: " Il suo insegnamento non si misura con le opinioni del suo tempo. Nella maggior parte dei casi avveniva la correzione di queste opinioni, se non la loro confutazione."
Il Powys riconosce l'uso da parte di Gesù come Ades e Geenna, ma avverte: "Gesù adottò questi termini per intraprendere conversazioni significative con i suoi contemporanei, ma non come fondamento dei suoi insegnamenti sul destino dell'uomo."
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02/11/2007 00:11


Alcune versioni delle Scritture Greche Cristiane presentano un problema quando traducono citazioni delle Scritture Ebraiche in cui il “Signore” cui si fa riferimento è chiaramente Geova Dio. Si confronti ad esempio Luca 4:19 con Isaia 61:2 nella versione di Salvatore Garofalo o in quella di Bonaventura Mariani. Alcuni sostengono che Gesù abbia preso da Geova il titolo di “Signore” e che il Gesù venuto nella carne fosse in realtà Geova, ma questa asserzione non ha nessuna base scritturale. Nelle Scritture Geova Dio e suo Figlio Gesù Cristo sono sempre chiaramente distinti. Gesù fece conoscere il nome del Padre e Lo rappresentò. — Giovanni 5:36, 37. Negli esempi che seguono, notate le citazioni delle Scritture Ebraiche come compaiono nelle Scritture Greche. Geova Dio e il suo Unto, o Messia, sono menzionati insieme in Atti 4:24-27, che cita Salmo 2:1, 2. Il contesto di Romani 11:33, 34 si riferisce chiaramente a Dio, Fonte di ogni sapienza e conoscenza, citando Isaia 40:13, 14. Scrivendo alla congregazione di Corinto, Paolo ripete la citazione “Chi ha conosciuto la mente di Geova?”, e aggiunge: “Ma noi abbiamo la mente di Cristo”. Il Signore Gesù ha rivelato ai suoi seguaci la mente di Geova su molte questioni importanti. — 1 Corinti 2:16. A volte un passo che nelle Scritture Ebraiche si riferisce a Geova si adempie in Gesù Cristo, in virtù del fatto che Geova gli ha delegato potere e autorità. Per esempio, Salmo 34:8 ci invita a ‘gustare e vedere che Geova è buono’. Ma Pietro lo applica al Signore Gesù Cristo quando dice: “Se avete gustato che il Signore è benigno”. (1 Pietro 2:3) Pietro ne estrapola un principio e mostra che vale anche per Gesù Cristo. Acquistando conoscenza sia di Geova Dio che di Gesù Cristo e mettendola in pratica, i cristiani possono ricevere ricche benedizioni sia dal Padre che dal Figlio. (Giovanni 17:3) L’applicazione che ne fa Pietro non identifica il Sovrano Signore Geova con il Signore Gesù Cristo. Le relative posizioni di Geova Dio e di suo Figlio Gesù Cristo sono rese molto chiare dall’apostolo Paolo quando dice: “Effettivamente c’è per noi un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi per lui; e c’è un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale sono tutte le cose e noi per mezzo di lui”. (1 Corinti 8:6; 12:5, 6) Scrivendo alla congregazione cristiana di Efeso, Paolo identificò il “solo Signore”, Gesù Cristo, e lo distinse molto chiaramente dal “solo Dio e Padre di tutti”. — Efesini 4:5, 6. Con la designazione “Padri Apostolici” si intendono generalmente quegli uomini di chiesa che scrissero in merito al cristianesimo verso la fine del I e l’inizio del II secolo dell’era volgare. Fra loro ci furono Clemente Romano, Ignazio, Policarpo, Erma e Papia. Si dice che fossero contemporanei di alcuni apostoli. C’è quindi da ritenere che conoscessero bene gli insegnamenti apostolici. Riguardo ai loro scritti un’enciclopedia dice: “Nell’insieme, da un punto di vista storico, gli scritti dei Padri Apostolici hanno più valore di tutta l’altra letteratura cristiana al di fuori del Nuovo Testamento”. Se gli apostoli avessero insegnato la Trinità, l’avrebbero dovuta insegnare anche i Padri Apostolici. (vedi Trinità: citazioni). Essa avrebbe dovuto costituire un aspetto fondamentale del loro insegnamento, dato che nulla era più importante che definire l’identità di Dio.
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02/11/2007 00:23

CITAZIONI

Clemente Romano

Clemente Romano, ritenuto un “vescovo” di Roma, è un’altra antica fonte di informazioni scritte sul cristianesimo. Si pensa che sia morto verso il 100 E.V. Negli scritti che gli vengono attribuiti non c’è nessuna menzione, né diretta né indiretta, della Trinità. Nella Prima di Clemente ai Corinti si legge: “Siano abbondanti in voi la grazia e la pace di Dio onnipotente mediante Gesú Cristo”. “Gli apostoli predicarono il vangelo da parte del Signore Gesú Cristo che fu mandato da Dio. Cristo da Dio e gli apostoli da Cristo”. “Dio che tutto vede ed è padrone degli spiriti e signore di ogni carne, che ha scelto il Signore Gesú Cristo e noi mediante Lui ad essere suo popolo, conceda ad ogni anima che implora il suo mirabile e santo nome, fede, timore, pace, pazienza e magnanimità”. Clemente non dice che Gesù o lo spirito santo siano uguali a Dio. Presenta l’Iddio Onnipotente (non semplicemente il “Padre”) come un essere distinto dal Figlio. Dio viene considerato superiore, dal momento che Cristo è “mandato” da Dio e Dio “ha scelto” Cristo. Indicando che Dio e Cristo sono due esseri diversi e distinti, Clemente dice: “Chiederemo, con preghiera assidua e supplica, che il creatore dell’universo conservi intatto il numero dei suoi eletti che si conta in tutto il mondo per mezzo dell’amatissimo suo figlio Gesú Cristo Signore nostro . . . perché conoscessimo te [Dio] il solo altissimo nell’altissimo dei cieli . . . il solo benefattore degli spiriti e Dio di ogni carne”. “Conoscano tutte le genti che tu sei l’unico Dio e che Gesú Cristo è tuo figlio”. Clemente chiama Dio (non semplicemente il “Padre”) l’“altissimo”, mentre si riferisce a Gesù come al “figlio” di Dio. Riguardo a Gesù dice pure: “Egli, splendore della maestà divina, di tanto è superiore agli angeli di quanto il nome che ebbe in eredità è piú eccellente”. Gesù riflette lo splendore di Dio, ma non l’uguaglia, come la luna riflette la luce del sole ma non è uguale alla fonte di tale luce, il sole. Se il Figlio di Dio fosse uguale a Dio, che è il Padre celeste, sarebbe stato superfluo che Clemente dicesse che Gesù era superiore agli angeli, poiché ciò sarebbe stato ovvio. E il modo in cui si esprime Clemente mostra che egli riconosceva che il Figlio di Dio, pur essendo superiore agli angeli, è inferiore all’Iddio Onnipotente. Il pensiero di Clemente è abbastanza chiaro: Il Figlio è inferiore al Padre e subordinato a lui. Clemente non pensò mai che Gesù fosse una stessa divinità col Padre. Egli mostra che il Figlio dipende dal Padre, cioè da Dio, e dice chiaramente che il Padre è ‘il solo Dio’, il quale non divide con nessuno la propria posizione. E in nessun luogo Clemente dice che lo spirito santo sia uguale a Dio. Perciò negli scritti di Clemente non c’è nessun accenno alla Trinità.

Ignazio

Ignazio, vescovo di Antiochia, visse circa tra la metà del I secolo e gli inizi del II. Anche ipotizzando che tutti gli scritti attribuiti a lui siano autentici, nessuno d’essi parla di uguaglianza fra Padre, Figlio e spirito santo. Anche se Ignazio avesse detto che il Figlio era uguale al Padre in eternità, potenza, posizione e sapienza, questa non sarebbe stata ancora un’ammissione trinitaria, perché in nessun luogo egli dice che lo spirito santo sia uguale a Dio sotto questi aspetti. Ma Ignazio non disse nemmeno che il Figlio fosse uguale a Dio Padre né sotto questi né sotto altri aspetti. Al contrario, indicò che il Figlio è sottomesso all’Iddio Onnipotente, il Supremo. Ignazio chiama l’Iddio Onnipotente “il solo vero Dio, l’ingenerato e inaccessibile, il Signore di tutti, il Padre e Generatore dell’unigenito Figlio”, mostrando la distinzione fra Dio e Suo Figlio. Egli menziona ‘Dio Padre e il Signore Gesù Cristo’. E dichiara: “Vi è un solo Dio, che si rivelò nel Figlio suo Gesú Cristo”. Ignazio mostra che il Figlio come persona non era eterno, ma che fu creato, perché fa dire al Figlio: “Il Signore [Iddio Onnipotente] Mi creò, il principio delle Sue vie”. Similmente Ignazio disse: “C’è un solo Dio dell’universo, il Padre di Cristo, ‘dal quale sono tutte le cose’; e un solo Signore Gesù Cristo, nostro Signore, ‘mediante il quale sono tutte le cose’”. Egli scrive pure: “Lo Spirito Santo non dice cose proprie, ma quelle di Cristo, . . . così come anche il Signore ci annunciò le cose che aveva ricevute dal Padre. Poiché, dice [il Figlio], ‘la parola che udite non è Mia, ma del Padre, che Mi ha mandato’”. “C’è un solo Dio che si è manifestato per mezzo di Gesú Cristo suo Figlio, che è il suo Verbo uscito dal silenzio e che in ogni cosa è stato di compiacimento a Lui [Dio] che lo ha mandato”. È vero che Ignazio chiama il Figlio ‘Dio il Verbo’. Ma chiamare “Dio” il Figlio non significa necessariamente farne l’Iddio Onnipotente. Anche la Bibbia in Isaia 9:6 chiama il Figlio “Dio”. Giovanni 1:18 chiama il Figlio “l’unigenito dio”. Essendo stato investito di potenza e autorità dal Padre, Geova Dio, il Figlio si può correttamente definire un “potente”, che è il significato basilare della parola “dio”. — Matteo 28:18; 1 Corinti 8:6; Ebrei 1:2. Comunque, sono tutte e 15 le lettere attribuite a Ignazio riconosciute autentiche? Alexander Roberts e James Donaldson, curatori di un testo di patristica (The Ante-Nicene Fathers), affermano: “È ora opinione universalmente accettata dai critici che le prime otto di queste presunte lettere ignaziane siano spurie. Esse contengono elementi i quali dimostrano inequivocabilmente che furono scritte in epoca posteriore . . . e oggi per generale consenso sono scartate come falsificazioni”. “Delle sette Epistole riconosciute da Eusebio . . . possediamo due recensioni greche, una breve e una lunga. . . . Sebbene la breve . . . fosse stata generalmente accettata a preferenza della lunga, fra gli studiosi era ancora notevolmente diffusa l’opinione che anch’essa non potesse considerarsi del tutto esente da interpolazioni o sicuramente autentica”. Se accettiamo come autentica la versione più breve dei suoi scritti, si eliminano alcuni passi (presenti nella versione più lunga) che mostrano che Cristo è sottomesso a Dio, ma anche in questo modo ciò che resta nella versione più breve non sostiene la Trinità. E indipendentemente da quali suoi scritti siano autentici, nella migliore delle ipotesi essi dimostrerebbero che Ignazio credeva in una dualità: Dio e il Figlio. Sicuramente non era una dualità fra uguali, perché il Figlio è sempre presentato come inferiore a Dio e a Lui subordinato. Perciò, a prescindere da ciò che si pensa degli scritti di Ignazio, non vi si trova una dottrina trinitaria.

Policarpo

Policarpo di Smirne nacque nell’ultimo terzo del I secolo e morì verso la metà del II. Si dice che abbia avuto contatti con l’apostolo Giovanni e che abbia scritto ai Filippesi. Negli scritti di Policarpo troviamo forse qualcosa che sostenga la Trinità? No, affatto. Ciò che egli dice è in armonia con l’insegnamento di Gesù e dei suoi discepoli e apostoli. Per esempio, nella sua Epistola Policarpo scrive: “Dio Padre di nostro Signore Gesú Cristo . . . e Gesú Cristo Figlio di Dio vi edifichino nella fede, nella verità”. Si noti che, come Clemente, Policarpo non parla di una relazione trinitaria fra “Padre” e “Figlio”, quali persone coeguali di una stessa divinità. Parla invece di “Dio Padre di nostro Signore Gesú”, non semplicemente del ‘Padre di Gesú’. Pertanto egli distingue Dio da Gesù, cosa che gli scrittori biblici fanno ripetutamente. In 2 Corinti 1:3 Paolo dice: “Benedetto sia l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo”. Non dice soltanto ‘Benedetto sia il Padre di Gesù’, ma “Benedetto sia l’Iddio e Padre” di Gesù. Inoltre Policarpo usa l’espressione: “La misericordia e la pace di Dio onnipotente e di Gesú Cristo salvatore”. Ancora una volta Gesù viene distinto dall’Iddio Onnipotente e non presentato come una delle tre persone coeguali di un Dio trino.

Erma e Papia

Un altro dei Padri Apostolici è Erma, che scrisse nella prima parte del II secolo. La sua opera Il Pastore contiene forse qualche elemento che ci induca a ritenere che egli credesse in un Dio trino? Notate alcune sue espressioni: “Lo Spirito Santo non parla quando l’uomo vuole, ma solo quando Dio vuole che parli. . . . Dio piantò la vigna, cioè creò il popolo e lo diede al figlio suo e il figlio stabilí gli angeli su di loro per custodire ognuno”. “Il figlio di Dio è generato prima di ogni creatura, per essere consigliere del Padre nella creazione”. Qui Erma dice che quando Dio (non semplicemente il Padre) desidera che lo spirito parli, esso parla, e ciò mostra la superiorità di Dio rispetto allo spirito. E dice che Dio diede la vigna al Figlio, il che mostra la superiorità di Dio rispetto al Figlio. Dice pure che il Figlio di Dio è anteriore alle creature, cioè a quelle che il Figlio di Dio stesso creò in qualità di principale Artefice di Dio, “perché per mezzo di lui tutte le altre cose furono create nei cieli e sulla terra”. (Colossesi 1:15, 16) In realtà il Figlio non è sempre esistito. Fu creato come creatura spirituale di alto rango, prima delle altre creature spirituali, come gli angeli, che furono create per mezzo di lui. A proposito di ciò che Erma pensava del Figlio di Dio, John N. D. Kelly scrive: “In alcuni brani leggiamo di un angelo, superiore ai sei angeli che formano il consiglio interno di Dio, regolarmente definito ‘il più venerabile’, ‘santo’ e ‘glorioso’. A questo angelo è dato il nome di Michele ed è difficile sfuggire alla conclusione che Erma vide in lui il Figlio di Dio e lo identificò con l’arcangelo Michele”. “È pure evidente . . . il tentativo di interpretare Cristo come una sorta di angelo supremo . . . Naturalmente non vi è alcun accenno alla dottrina della Trinità in senso stretto”. Anche di Papia si dice che abbia conosciuto l’apostolo Giovanni. Probabilmente scrisse agli inizi del II secolo, ma dei suoi scritti oggi esistono solo frammenti. In essi egli non dice nulla della Trinità.
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17/08/2009 16:40

Prove di incomprensione trinitaria


Per una comprensione trinitaria di Dio e della Bibbia, sono essenziali delle distinzioni e delle definizioni.

Per i trinitari non può esistere la Parola con un riferimento non qualificato a "DIO", dato che essi accettano un solo Dio, cioè la Trinità. Così, ho theos in Giov. 1:1 deve essere reinterpretato alla luce della presunta verità della dottrina trinitaria in modo che ho theos diventi Dio il Padre, la prima Persona della Trinità.
In questo caso, dove c'è un riferimento al Padre o al Figlio come theos, per i trinitari deve FORZATAMENTE significare rispettivamente "Dio il Padre, la prima Persona della Trinità" o "Dio il Figlio, la seconda Persona della Trinità".
Facciamo un esempio: In un passo come Tito 2:13, un trinitario che desideri applicare "il grande Dio" a Gesù deve interpretare la descrizione in modo che Gesù condivida la natura del Dio trino, ma non sia egli stesso Dio (= la Trinità). Anche il termine per "Dio" in Tito 2:11, deve essere preso come riferimento alla Trinità o ad una delle persone della Trinità.

Tutto questo è assurdo come è assurdo per i trinitari spiegare in che senso Gesù è trino e in quali occasioni è evidente che lo spirito santo è trino.
I trinitari dovrebbero chiedersi dove la Bibbia esprime significati diversi delle parole Dio, Cristo e spirito santo.

In questo caso entra in gioco la distinzione dei ruoli. Dopo ciò è necessario, vista la confusione, stabilire il significato dei nomi "Dio", "Gesù" e "spirito santo".
Gli scrittori biblici avevano una comprensione pienamente sviluppata da capire, quando usavano la parola "theos" che stessero pensando al concetto trinitario?

Se la risposta è NO, allora la Trinità è un'invenzione umana.
Se la risposta è SI, allora dove gli scrittori affermano questo se ancora oggi i trinitari affermano che le persone che completarono il canone biblico non comprendevano pienamente questa dottrina?
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17/08/2009 17:12

Nel forum Testimoni di Geova OnLine (gestito da nostri fratelli), Christofer2006 pone un quesito interessante, lo propongo a beneficio dei nostri visitatori.

"Nel catechismo ufficiale della CCR si legge:

254 Le Persone divine sono realmente distinte tra loro. « Dio è unico ma non solitario ». 310 «Padre», «Figlio» e «Spirito Santo» non sono semplicemente nomi che indicano modalità dell'Essere divino; essi infatti sono realmente distinti tra loro: « Il Figlio non è il Padre, il Padre non è il Figlio, e lo Spirito Santo non è il Padre o il Figlio ». 311 Sono distinti tra loro per le loro relazioni di origine: « È il Padre che genera, il Figlio che è generato, lo Spirito Santo che procede ». 312 L'Unità divina è Trina.

Quindi il Figlio non è il padre, perchè tale identificazione ipostatica sarebbe appunto modalismo.

Per salvare capra e cavoli, a questo punto dovete reinterpretare il senso del nome Padre attribuito a Gesù in Isaia 9:5. Ma se fate questo in relazione al Padre, ossia se siete così bravi a capire che chiamare Gesù "Padre" non significa identificarlo ipostaticamente con il Padre appunto, non si capisce perchè non riuscite a fare lo stesso ragionamento quando Gesù è chiamato "Dio", che non significa identificarlo ontologicamente con il Dio appunto. Invece no, nel II caso, qualcosa nel vostro ragionamento si inceppa e in questo modo cercate di salvare l'impalcatura trinitaria, con delle vere e proprie acrobazie teologiche! "

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17/08/2009 22:26


Sono pienamente convinto che alcuni fatti relativi a Dio vanno oltre la nostra comprensione. Il punto in questione è relativo al fatto che i principi del dogma trinitario non vengono espressi nella Bibbia, ma anzi, ciò che essa insegna contraddice quello che la trinità dice riguardo a Dio.
Ad esempio l'uso trinitario del termine persona per la duplice natura di Cristo è ambiguo se si considera il fatto che le altre "due persone" non condividono la natura umana di Cristo.
Questo significa che vi è una distinzione ontologica tra la natura umana di Cristo e gli altri membri della trinità. Naturalmente anche della natura divina dello stesso Cristo.
Ora, se i trinitari affermano che Gesù resta una sola persona, mi viene difficile usare il termine persona divina (uno che condivide pienamente l'essenza dell'essere trino) e persona umana.

Sono pienamente convinto che molti trinitari non hanno le idee chiare e pienamente comprensibili di Dio.

Christian
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17/08/2009 23:27

Trinità = Paganesimo allo stato puro. [SM=g7364]
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
forum Testimoni di Geova




Nella vita non ci sono problemi ma.....soluzioni.
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18/08/2009 17:25


Interessante questa discussione sull'argomento trinità:

tdgrisposteadomande.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...
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19/08/2009 08:43

Diamo uno sguardo alle affermazioni dei trinitari al solo scopo di confrontarle con gli insegnamenti della Bibbia.

Uno di questi scrive:


"Che Cristo sia "Il Figlio di Dio" lo dice tutto il nuovo testamento, egli non è un figlio di Dio, egli è IL, l'unico figlio, quando dopo la resurrezione egli scrisse "io salgo al padre mio e padre vostro" egli fece una distinzione importante tra la relazione che aveva lui col padre e quella che avevano i suoi discepoli, i quali erano figli per adozione, se egli non avesse voluto sottolineare nulla, non avrebbe fatto questa importante distinzione, ma si sarebbe limitato a dire "salgo al padre nostro"."

Chi fa questa osservazione è digiuno di semantica. Avrebbe dovuto studiare la filosofia del linguaggio per capire molte citazioni ed espressioni bibliche. I filosofi avrebbero detto: "aliquid stat pro aliquo".
Quello che pensava Cristo in quel momento, la Bibbia non lo dice (l’autore di questa considerazione invece lo sa e la presenta inficiata della citazione “Iddio nostro”).
Qual è il rapporto fra il senso e il significato dell’espressione del Cristo? Cosa ha voluto comunicare ai discepoli?

Cristo dice:
“Ma va dai miei fratelli e di’ loro: ‘Io ascendo al Padre mio e Padre vostro e all’Iddio mio e Iddio vostro’”.

Tralasciando l’indicazione “miei fratelli” (molte chiese affermano che Gesù non ebbe fratelli), Gesù usa l’espressione più toccante che un figlio possa pronunciare. Era stato risuscitato dal Padre suo e pertanto c’è in queste parole una evidente dossologia, il senso della comunione e della riconoscenza. Precisando, dopo, che questo stesso Padre è, in maniera diversa, anche il loro Padre.
Ma va oltre, e nello stesso stato in cui Tommaso si rivolge a lui, dice che il Padre è il suo Dio, riconoscendo la superiorità del Padre in quanto suo Dio.
Il versetto di Giov. 20:17 contraddice anche la pretesa asserzione “egli è IL, l’unico figlio”, quando c’è l’evidente presenza dei suoi fratelli.
Non è possibile avere una visione trinitaria in questi versetti per il semplice fatto che sia Gesù che Tommaso non avevano alcuna idea di una trinità consustanziale.


DOMANDA: Efesini 1:15-17
“Per questo anch’io, avendo udito della fede che avete nel Signore Gesù e verso tutti i santi, 16 non cesso di rendere grazie per voi. Continuo a menzionarvi nelle mie preghiere, 17 affinché l’Iddio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione nell’accurata conoscenza di lui;”

Perché Paolo cita “L’Iddio del nostro Signore” quando avrebbe potuto dire il NOSTRO DIO? Non si stava rivolgendo ai cristiani di Efeso?
Una lezione di filosofia del linguaggio è necessaria per l’estensore dello scritto riportato sopra.
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Re:
csssstrinakria, 19/08/2009 8.43:

Diamo uno sguardo alle affermazioni dei trinitari al solo scopo di confrontarle con gli insegnamenti della Bibbia.

Uno di questi scrive:


"Che Cristo sia "Il Figlio di Dio" lo dice tutto il nuovo testamento, egli non è un figlio di Dio, egli è IL, l'unico figlio, quando dopo la resurrezione egli scrisse "io salgo al padre mio e padre vostro" egli fece una distinzione importante tra la relazione che aveva lui col padre e quella che avevano i suoi discepoli, i quali erano figli per adozione, se egli non avesse voluto sottolineare nulla, non avrebbe fatto questa importante distinzione, ma si sarebbe limitato a dire "salgo al padre nostro"."

Chi fa questa osservazione è digiuno di semantica. Avrebbe dovuto studiare la filosofia del linguaggio per capire molte citazioni ed espressioni bibliche. I filosofi avrebbero detto: "aliquid stat pro aliquo".
Quello che pensava Cristo in quel momento, la Bibbia non lo dice (l’autore di questa considerazione invece lo sa e la presenta inficiata della citazione “Iddio nostro”).
Qual è il rapporto fra il senso e il significato dell’espressione del Cristo? Cosa ha voluto comunicare ai discepoli?

Cristo dice:
“Ma va dai miei fratelli e di’ loro: ‘Io ascendo al Padre mio e Padre vostro e all’Iddio mio e Iddio vostro’”.

Tralasciando l’indicazione “miei fratelli” (molte chiese affermano che Gesù non ebbe fratelli), Gesù usa l’espressione più toccante che un figlio possa pronunciare. Era stato risuscitato dal Padre suo e pertanto c’è in queste parole una evidente dossologia, il senso della comunione e della riconoscenza. Precisando, dopo, che questo stesso Padre è, in maniera diversa, anche il loro Padre.
Ma va oltre, e nello stesso stato in cui Tommaso si rivolge a lui, dice che il Padre è il suo Dio, riconoscendo la superiorità del Padre in quanto suo Dio.
Il versetto di Giov. 20:17 contraddice anche la pretesa asserzione “egli è IL, l’unico figlio”, quando c’è l’evidente presenza dei suoi fratelli.
Non è possibile avere una visione trinitaria in questi versetti per il semplice fatto che sia Gesù che Tommaso non avevano alcuna idea di una trinità consustanziale.


DOMANDA: Efesini 1:15-17
“Per questo anch’io, avendo udito della fede che avete nel Signore Gesù e verso tutti i santi, 16 non cesso di rendere grazie per voi. Continuo a menzionarvi nelle mie preghiere, 17 affinché l’Iddio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione nell’accurata conoscenza di lui;”

Perché Paolo cita “L’Iddio del nostro Signore” quando avrebbe potuto dire il NOSTRO DIO? Non si stava rivolgendo ai cristiani di Efeso?
Una lezione di filosofia del linguaggio è necessaria per l’estensore dello scritto riportato sopra.




Troppa sicumera. Se non sbaglio questo antitrinitario pensa di aver risolto il problema prendendo informazioni da Wikipedia e accusando i testimoni di Geova di modalismo.
E poi, stabilisce che il modalismo è sbagliato da cosa, dalle informazioni pescate nel web?
Che strano modo di fare gli intellettuali.

Le proprie idee religiose si confrontano con le Sacre Scritture e non con quello che pensano gli altri.

Noi testimoni di Geova crediamo che Dio è l'IDDIO e il PADRE di Gesù Cristo.
Nell'essenza, nella natura, nella forma, IN TUTTO E' il suo DIO.

Lui accusa i testimoni di Geova di modalismo (?!?) e gli antitrinitari l'additano come un trinitario (!).

Gepy [SM=g8306]
"...poiché dove andrai tu andrò io, e dove passerai la notte tu passerò la notte io. Il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio il mio Dio. Dove morirai tu morirò io, e là sarò sepolta."
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19/08/2009 13:43

Re: Re:
Gepy84, 19/08/2009 13.01:




Troppa sicumera. Se non sbaglio questo antitrinitario pensa di aver risolto il problema prendendo informazioni da Wikipedia e accusando i testimoni di Geova di modalismo.
E poi, stabilisce che il modalismo è sbagliato da cosa, dalle informazioni pescate nel web?
Che strano modo di fare gli intellettuali.

Le proprie idee religiose si confrontano con le Sacre Scritture e non con quello che pensano gli altri.

Noi testimoni di Geova crediamo che Dio è l'IDDIO e il PADRE di Gesù Cristo.
Nell'essenza, nella natura, nella forma, IN TUTTO E' il suo DIO.

Lui accusa i testimoni di Geova di modalismo (?!?) e gli antitrinitari l'additano come un trinitario (!).

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Per tua informazione non studio il trinitarismo su wikipedia, a me piace leggere e a casa ho mezza libreria piena di libri che trattano questo argomento, (vuoi una foto? ) dal momento che la mia è una passione e non delego ad altri la mia istruzione, è facile copia incollare da internet, ma è molto più difficile usare il proprio tempo a sfogliare i libri e a riportarne il contenuto in un sito come ho fatto io.
Se ho citato wikipedia (se non sbaglio una sola volta) è perchè molti non hanno a disposizione determinati libri ed è più facile per chi è interessato osservare che quello che sto scrivendo è condiviso da altri e soprattutto che non mi sto inventando nulla.
Che il modalismo sia sbagliato fu deciso 1600 anni fa quando si tacciò Sabellio (promotore del modalismo insieme ad altri) di eresia, se aprissi un libro di storia lo constateresti anche tu...
Che i tdg scambino la trinità per modalismo è un dato di fatto, pochissimi si prendono la briga di studiare quello che combattono e i più si fidano di quello che per altri è la trinità, senza andare ad esaminare se quanto gli si propina è veramente la dottrina trinitaria.
Non so se con questo tuo commento volevi attirare la mia attenzione, se era premeditato ci sei riuscita, contenta?
Sarebbe molto bello se vi decideste un giorno ad affrontare questo argomento in maniera seria, senza schernire o denigrare l'interlocutore, senza ironia o sarcasmo, se e quando questo avverrà sarà per me un piacere parteciparvi, ma se il tuo modo di esprimerti è solo questo, non ne ho la minima intenzione!

Saluti

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19/08/2009 15:38

Re: Re: Re:
(Mario70), 19/08/2009 13.43:




Per tua informazione non studio il trinitarismo su wikipedia, a me piace leggere e a casa ho mezza libreria piena di libri che trattano questo argomento, (vuoi una foto? ) dal momento che la mia è una passione e non delego ad altri la mia istruzione, è facile copia incollare da internet, ma è molto più difficile usare il proprio tempo a sfogliare i libri e a riportarne il contenuto in un sito come ho fatto io.
Se ho citato wikipedia (se non sbaglio una sola volta) è perchè molti non hanno a disposizione determinati libri ed è più facile per chi è interessato osservare che quello che sto scrivendo è condiviso da altri e soprattutto che non mi sto inventando nulla.
Che il modalismo sia sbagliato fu deciso 1600 anni fa quando si tacciò Sabellio (promotore del modalismo insieme ad altri) di eresia, se aprissi un libro di storia lo constateresti anche tu...
Che i tdg scambino la trinità per modalismo è un dato di fatto, pochissimi si prendono la briga di studiare quello che combattono e i più si fidano di quello che per altri è la trinità, senza andare ad esaminare se quanto gli si propina è veramente la dottrina trinitaria.
Non so se con questo tuo commento volevi attirare la mia attenzione, se era premeditato ci sei riuscita, contenta?
Sarebbe molto bello se vi decideste un giorno ad affrontare questo argomento in maniera seria, senza schernire o denigrare l'interlocutore, senza ironia o sarcasmo, se e quando questo avverrà sarà per me un piacere parteciparvi, ma se il tuo modo di esprimerti è solo questo, non ne ho la minima intenzione!

Saluti





Non so se Gepy faceva riferimento a te, i post di Filippo e di Christian non riportano nessun nome.
Ma questo non è importante. Quello che trovo "stonato" è il tuo modo di porgerti.
Affermare che noi affrontiamo il tema "trinità" in modo non serio è offensivo per tutti i membri del nostro "Osservatorio".
Schernire chi crede alla trinità? Ma dai, sii serio, il tuo trattato è pieno di riferimenti "all'ignoranza dei testimoni di Geova". Noi "non comprendiamo".
Per finire, tu dici che il modalismo è sbagliato e fu deciso nel 1600. Certo che a sentire una notizia del genere si resta senza parole.
E chi ha deciso? Chi tacciò di eresia Sabellio, la chiesa con un concilio o la Bibbia? Anche Galileo Galilei fu condannato per eresia dalla chiesa cattolica. Anche Giorgio Rioli detto il Siculo fu considerato eretico e strangolato in una cella.
Conosciamo la storia e gli avvenimenti, caro Mario.
Questa stessa Chiesa decise anche le "sante crociate" ed approvò "la santa inquisizione".
Certo, se l'autorità che ha deciso che il modalismo era sbagliato è questa, stiamo freschi.
Oltre tutto, noi non siamo modalisti, la nostra dottrina è basata sulla Bibbia e siamo TESTIMONI DI GEOVA.

Se vuoi fare un discorso serio con noi, cambia vestito. Noi non giochiamo, il circo equestre è altrove.

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19/08/2009 16:22


Sia io che Filippo siamo frequentatori di aule di tribunale.
Abbiamo assistito e partecipato a processi di vario genere.
Se dovessimo impostare una causa per reati di opinione contro chi offende i testimoni di Geova, non creeremmo una lesione dell’articolo costituzionale relativo alla libera manifestazione del pensiero.
La dimensione costituzionale di siffatta azione menzognera e denigratrice non rientra nei limiti della concreta offensività ma scivola nel degrado culturale.
Quando si accusano i testimoni di Geova, sarebbe d'obbligo e necessaria un'indagine attenta e scrupolosa delle dottrine, delle regole interne e della stessa storia dell'Organizzazione giacché, senza questa indagine, la valutazione complessiva risulterebbe del tutto avulsa dalla realtà storica e ideologica che ne costituisce contesto di riferimento.

Ecco perché deploriamo chicchessia e specialmente coloro che dicono di conoscere i testimoni di Geova, l'Organizzazione ecc., quando le loro accuse sono strumentali e prive di qualsivoglia riscontro.
Diffidiamo da coloro che dicono di sapere tutto per poi offenderci.

[Modificato da csssstrinakria 06/04/2013 18:41]
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19/08/2009 18:15


Sarebbe auspicabile che si iniziasse un sano contraddittorio.

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25/08/2009 12:24

IL CREDO CATTOLICO ED IL RUOLO DI COSTANTINO


L'imperatore Costantino (280ca-337) ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo del cristianesimo in Occidente. Tramite lui la Chiesa di Roma ed il suo vescovo consolidarono un primato che la stessa collocazione geografica (Roma capitale dell'impero) privilegiava. Non solo: egli si adoperò affinchè trionfasse una sola concezione del cristianesimo ,qualunque essa fosse, per evitare motivi di disgregazione . Come dimostrano le sue lettere inviate ai vescovi dell'epoca, Costantino era in cattedra per redimere le contese del clero e servirsi ora dell'uno ora dell'altro vescovo per i suoi scopi politici. Il terreno era quello di un'anarchia religiosa che nonostante l'organizzazione cristiana fosse diventata la più ricca dell'Impero, era lacerata da feroci contese ideologiche e temporali. Stando a quanto ci tramanda Cipriano: i vescovi occupavano lucruose cariche governative, accumulavano fortune, prestavano denaro a un interesse usurario e rinnegavano la loro fede al primo segno di pericolo. Ed Eusebio : i preti litigano aspramente fra loro per le promozioni ecclesiastiche. (W.Durant "Storia della civiltà" vol.III pag 830 Mondadori 1957)
E' l'imperatore stesso a cercare di mettere ordine in questa pericolosa situazione di scontri ideologici o legati ad interessi materiali. Nonostante i suoi sforzi anche dopo la sua morte continuò questo clima di contese :"probabilmente in questi anni (342-343) vennero trucidati più cristiani da cristiani di quanti ne fossero stati uccisi dai pagani durante le persecuzioni. I cristiani erano divisi quasi su ogni punto, eccetto uno: che i templi pagani dovevano essere chiusi, le loro proprietà confiscate... (W.Durant "Storia della civiltà" vol IV pag 10. )

"Ma i primi passi del suo disegno erano stati fatti quando impose il concilio di Nicea (323) per dare un'assetto ad un credo cristiano valido per tutti e per ribadire il primato della chiesa di Roma sede dell'impero. Tra le sue lettere inviate ai vescovi particolare interesse assume quella sotto riportata che evidenzia come sia la sua conversione, sia il suo difendere il cristianesimo, fosse soprattutto dettato da ragioni politiche e non, come vuole la leggenda, da una folgorazione avvenuta in un sogno. La missiva invitava Ario (il prete che formò uno dei più grossi settori cristiani-"eresie" o etimologicamente "scelte"- dei primi secoli) ed il vescovo Alessandro a ragionare in termini politici: la gente abbisogna di non essere abituata ad aguzzare il cervello perchè diventerebbe incontrollabile.

Secondo W.Durant la versione greco-paolina di Cristo figlio di Dio, oltre ad accordarsi con la mentalità pagana, era da privilegiare in quanto, in caso contrario (di egemonia della versione tipo orientale, difesa da Ario, che lo vedeva uomo-perfetto, ma pur sempre uomo), il potere ideologico e temporale della Chiesa romana si sarebbe fortemente incrinato danneggiando anche l'impero che a Roma aveva la sua sede. Costantino morì dopo aver ricevuto il battesimo da un prete ariano, ossia di un appartenente a quella fazione che per motivi politici cercò di emarginare. E' insomma l'eterno conflitto tra la gestione di uno status quo degli amministratori , con le sue convenienze, e chi le destabilizza con altre idee, giuste o ingiuste che siano. La "ragion di stato" avalla solo quanto è strumentalmente utile alla propria conservazione.

Sempre dalla stessa opera dello storiografo W. Durant:

"Io avevo proposto di ricondurre a una sola forma le idee che tutto il popolo ha della divinità, perchè io sento fortemente che se riuscissi a condurre gli uomini all'unità su questo agomento, la condotta dei pubblici affari ne sarebbe di molto facilitata. Ma ahimé ! Io sento che fra voi ci sono molte dispute, più numerose ancora di quelle che vi furono di recente in Africa. La causa mi sembra insignificante e indegna di così accese lotte (Si discuteva se Gesù era o non era Figlio di Dio). Tu Alessandro (Il vescovo di Alessandria d'Egitto), hai desiderato sapere cosa ne pensavano i tuoi preti su un punto della Legge, persino su una piccola parte sola di una questione che in sè è interamente destituita d'importanza; e tu Ario, se avevi tanti pensieri dentro di te, dovevi startene in silenzio...(Ario era tra coloro che ritenevano infondata la credenza di un Gesù figlio di Dio). Non c'è bisogno di rendere pubbliche certe discussioni...perchè questi sono problemi che solo l'ozio fa sorgere e la cui unica utilità è di aguzzare il cervello degli uomini...queste sono azioni stupide degne di fanciulli senza esperienza (di gestione amministrativa) e non di sacerdoti o di gente che ragiona (che fa i propri interessi)". ("Storia della civiltà" VOL III PAG 833)

Non mi pare si ravvisi l'opera dello Spirito santo in questo concilio.

Stefania
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01/09/2009 18:37

E CCO DAL PUNTO DI VISTA STORICO.

The Cristians now began to formulate the dogmas and organise a system which has strengt hand its fitness by endurance.
The Christian Churh became the outward manifestation of a definite faith,the absolutely necessary tenets of which are few and unchangeable,while beyond these the modification and progress, permissible in it less vital parts has suited it to the need of all nation.
The detailed history of the organisation of Christianity cannot be given here: but the marvellous ease with which all that was good in paganism was was suited to the new religion went far to attract man by to its "sweet reasonablesess,' and to induce them to listen to its teaching with respect. Christianity did not propose, like some movements of later periods, to overthow all that had existed and to give nothing to replace what had been destroyed; on the contrary, it adopted a emphasised that which had been, and could be, made to express its principles, adding a ligh and richness to the old conception such had not before been even dreamed of.
For example, it preserved the idea of sacrifice and feats, not in the suffusion of altar with the blod of beast, and eatig of the victims so slain, but in the Lords Supper, wich commemered the great sacrifice made once for the whole world, the bread and the wine, or the eucharistic wafer, typifying the body and the blood of the Lamb of God, Baptism, confession and extreme unction replace the pagan riters, and gradually God the father, the Son, and the Holy Ghost substituted for the pagan Trinity.


Che sela' traduce Mario, che e' tanto bravo con la trinita'!
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Re:
Amministrazione Forum., 8/25/2009 12:24 PM:

IL CREDO CATTOLICO ED IL RUOLO DI COSTANTINO


L'imperatore Costantino (280ca-337) ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo del cristianesimo in Occidente. Tramite lui la Chiesa di Roma ed il suo vescovo consolidarono un primato che la stessa collocazione geografica (Roma capitale dell'impero) privilegiava. Non solo: egli si adoperò affinchè trionfasse una sola concezione del cristianesimo ,qualunque essa fosse, per evitare motivi di disgregazione . Come dimostrano le sue lettere inviate ai vescovi dell'epoca, Costantino era in cattedra per redimere le contese del clero e servirsi ora dell'uno ora dell'altro vescovo per i suoi scopi politici. Il terreno era quello di un'anarchia religiosa che nonostante l'organizzazione cristiana fosse diventata la più ricca dell'Impero, era lacerata da feroci contese ideologiche e temporali. Stando a quanto ci tramanda Cipriano: i vescovi occupavano lucruose cariche governative, accumulavano fortune, prestavano denaro a un interesse usurario e rinnegavano la loro fede al primo segno di pericolo. Ed Eusebio : i preti litigano aspramente fra loro per le promozioni ecclesiastiche. (W.Durant "Storia della civiltà" vol.III pag 830 Mondadori 1957)
E' l'imperatore stesso a cercare di mettere ordine in questa pericolosa situazione di scontri ideologici o legati ad interessi materiali. Nonostante i suoi sforzi anche dopo la sua morte continuò questo clima di contese :"probabilmente in questi anni (342-343) vennero trucidati più cristiani da cristiani di quanti ne fossero stati uccisi dai pagani durante le persecuzioni. I cristiani erano divisi quasi su ogni punto, eccetto uno: che i templi pagani dovevano essere chiusi, le loro proprietà confiscate... (W.Durant "Storia della civiltà" vol IV pag 10. )

"Ma i primi passi del suo disegno erano stati fatti quando impose il concilio di Nicea (323) per dare un'assetto ad un credo cristiano valido per tutti e per ribadire il primato della chiesa di Roma sede dell'impero. Tra le sue lettere inviate ai vescovi particolare interesse assume quella sotto riportata che evidenzia come sia la sua conversione, sia il suo difendere il cristianesimo, fosse soprattutto dettato da ragioni politiche e non, come vuole la leggenda, da una folgorazione avvenuta in un sogno. La missiva invitava Ario (il prete che formò uno dei più grossi settori cristiani-"eresie" o etimologicamente "scelte"- dei primi secoli) ed il vescovo Alessandro a ragionare in termini politici: la gente abbisogna di non essere abituata ad aguzzare il cervello perchè diventerebbe incontrollabile.

Secondo W.Durant la versione greco-paolina di Cristo figlio di Dio, oltre ad accordarsi con la mentalità pagana, era da privilegiare in quanto, in caso contrario (di egemonia della versione tipo orientale, difesa da Ario, che lo vedeva uomo-perfetto, ma pur sempre uomo), il potere ideologico e temporale della Chiesa romana si sarebbe fortemente incrinato danneggiando anche l'impero che a Roma aveva la sua sede. Costantino morì dopo aver ricevuto il battesimo da un prete ariano, ossia di un appartenente a quella fazione che per motivi politici cercò di emarginare. E' insomma l'eterno conflitto tra la gestione di uno status quo degli amministratori , con le sue convenienze, e chi le destabilizza con altre idee, giuste o ingiuste che siano. La "ragion di stato" avalla solo quanto è strumentalmente utile alla propria conservazione.

Sempre dalla stessa opera dello storiografo W. Durant:

"Io avevo proposto di ricondurre a una sola forma le idee che tutto il popolo ha della divinità, perchè io sento fortemente che se riuscissi a condurre gli uomini all'unità su questo agomento, la condotta dei pubblici affari ne sarebbe di molto facilitata. Ma ahimé ! Io sento che fra voi ci sono molte dispute, più numerose ancora di quelle che vi furono di recente in Africa. La causa mi sembra insignificante e indegna di così accese lotte (Si discuteva se Gesù era o non era Figlio di Dio). Tu Alessandro (Il vescovo di Alessandria d'Egitto), hai desiderato sapere cosa ne pensavano i tuoi preti su un punto della Legge, persino su una piccola parte sola di una questione che in sè è interamente destituita d'importanza; e tu Ario, se avevi tanti pensieri dentro di te, dovevi startene in silenzio...(Ario era tra coloro che ritenevano infondata la credenza di un Gesù figlio di Dio). Non c'è bisogno di rendere pubbliche certe discussioni...perchè questi sono problemi che solo l'ozio fa sorgere e la cui unica utilità è di aguzzare il cervello degli uomini...queste sono azioni stupide degne di fanciulli senza esperienza (di gestione amministrativa) e non di sacerdoti o di gente che ragiona (che fa i propri interessi)". ("Storia della civiltà" VOL III PAG 833)

Non mi pare si ravvisi l'opera dello Spirito santo in questo concilio.

Stefania



Sapevi Stefania che Will Durant era in seminario per farsi prete [SM=g8124] ueee, lamore per le verita' storiche ha abbonnato [SM=g9254]


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10/03/2010 09:51

Re: Re:
dom@, 02/09/2009 6.10:



Sapevi Stefania che Will Durant era in seminario per farsi prete [SM=g8124] ueee, lamore per le verita' storiche ha abbonnato [SM=g9254]








Non sapevo di W.D. Però la storia di coloro che hanno affermato il dogma trinitario mi lascia perplessa.

Stefania
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12/03/2010 23:34


Sia in questa discussione che in altre presenti in questo forum, abbiamo evidenziato come si è arrivati a stabilire il dogma trinitario.
Chi ha un minimo senso di vergogna, dovrebbe essere d'accordo con coloro che diffidano da coloro che hanno imposto questo rebus.
Pensate che per "capire" questo dogma, alcuni hanno chiesto di spiegarlo con esempi esplicativi e grafici persuasivi.


Stefania

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